Dal comunicato diffuso dalle compagne e compagni della Biblioteca popolare.
Centinaia di detenuti curdi nelle prigioni turche portano avanti uno sciopero della fame, dal dicembre 2018, per chiedere la fine dell’isolamento del capo del PKK Abdullah Öcalan e consentire a familiari e avvocati di fargli visita in prigione. Dal 1999, Öcalan è in isolamento sull'isola di İmralı, nel Mar di Marmara. Nonostante le gravi condizioni di molti detenuti, e ben sette suicidi, la loro protesta sembra oggi in un vicolo cieco.
Leyla Güven, deputata dell’HDP filo-curdo (Partito popolare democratico), è stata la prima a lanciare una protesta in carcere, lo scorso novembre. È in sciopero della fame da oltre 160 giorni. Dopo essere stata accusata di “creare e gestire un’organizzazione terroristica armata” e “propagandare il terrorismo” a causa delle sue dichiarazioni sull’operazione turca ad Afrin in Siria, è stata arrestata nel gennaio 2018. Güven è stata rilasciata tre mesi fa dopo essere caduta in condizioni critiche all’undicesima settimana di sciopero della fame.
Il silenzio dei mass media e delle istituzioni internazionali ed europee diventa complice della volontà del governo di Erdogan di annullare e sottomettere un popolo, un'identità resistente che da decenni si batte per la propria libertà e che ha dato tante vite per ostacolare da subito ed estinguere concretamente il sedicente Stato Islamico...".
Centinaia di detenuti curdi nelle prigioni turche portano avanti uno sciopero della fame, dal dicembre 2018, per chiedere la fine dell’isolamento del capo del PKK Abdullah Öcalan e consentire a familiari e avvocati di fargli visita in prigione. Dal 1999, Öcalan è in isolamento sull'isola di İmralı, nel Mar di Marmara. Nonostante le gravi condizioni di molti detenuti, e ben sette suicidi, la loro protesta sembra oggi in un vicolo cieco.
Leyla Güven, deputata dell’HDP filo-curdo (Partito popolare democratico), è stata la prima a lanciare una protesta in carcere, lo scorso novembre. È in sciopero della fame da oltre 160 giorni. Dopo essere stata accusata di “creare e gestire un’organizzazione terroristica armata” e “propagandare il terrorismo” a causa delle sue dichiarazioni sull’operazione turca ad Afrin in Siria, è stata arrestata nel gennaio 2018. Güven è stata rilasciata tre mesi fa dopo essere caduta in condizioni critiche all’undicesima settimana di sciopero della fame.
Il silenzio dei mass media e delle istituzioni internazionali ed europee diventa complice della volontà del governo di Erdogan di annullare e sottomettere un popolo, un'identità resistente che da decenni si batte per la propria libertà e che ha dato tante vite per ostacolare da subito ed estinguere concretamente il sedicente Stato Islamico...".
L'intervento del MFPR
La compagna ha portato la solidarietà alla
campagna "ROMPIAMO
L’ISOLAMENTO: È IL SILENZIO CHE UCCIDE". Nei giorni scorsi - ha detto - abbiamo messo
striscioni per strada, e portato la denuncia, informazione della battaglia dei prigionieri curdi nelle iniziative sia Taranto, come in
altre città, da Milano a Palermo, L'Aquila. Ha aggiunto che per noi è importante
la denuncia e indirizzare la lotta contro il ruolo complice
del nostro imperialismo, dello Stato e governo Italiano,
compreso quello attuale sempre più sostenitore dello Stato
fascista turco, amico dell'assassino Erdogan.
Quindi ha informato che l'Mfpr e il Soccorso rosso proletario stanno portando
avanti da diverso tempo una campagna contro le condizioni di
detenzione dei prigionieri politici rivoluzionari sia in
Italia che a livello internazionale, contro il 41bis, il
carcere come luogo di tortura/assassinio - in Italia questa
campagna che ha visto varie iniziative è partita dalla
vicenda di Nadia Lioce; e che il 19 giugno vi sarà una nuova giornata di lotta su questo,
sia con presidio al Ministero della giustizia che in ogni
città con iniziative ai Tribunali e alle carceri; in questa
giornata riporteremo la battaglia in solidarietà con i
prigionieri kurdi.
Anche a Taranto faremo presidi in questa giornata al Tribunale a al carcere - carcere che sta diventando noto a livello nazionale per il numero di suicidi dei detenuti, come quello avvenuto nei giorni scorsi.
Quindi, ha fatto appello ai compagni e alle compagne della Biblioteca popolare per fare insieme queste iniziative il 19 giugno (giorno in cui si ricorda a livello internazionale l'eroismo di 300 prigionieri politici/di guerra del Perù, nassacrati dopo un'eroica resistenza): per dire NO al carcere tortura/assassino, per la difesa delle condizioni di vita e la libertà di tutti i prigionieri politici; per la libertà di tutti i compagni arrestati nelle lotte.
Anche a Taranto faremo presidi in questa giornata al Tribunale a al carcere - carcere che sta diventando noto a livello nazionale per il numero di suicidi dei detenuti, come quello avvenuto nei giorni scorsi.
Quindi, ha fatto appello ai compagni e alle compagne della Biblioteca popolare per fare insieme queste iniziative il 19 giugno (giorno in cui si ricorda a livello internazionale l'eroismo di 300 prigionieri politici/di guerra del Perù, nassacrati dopo un'eroica resistenza): per dire NO al carcere tortura/assassino, per la difesa delle condizioni di vita e la libertà di tutti i prigionieri politici; per la libertà di tutti i compagni arrestati nelle lotte.
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