I dati del sistema informativo della Regione Puglia “Edotto”, relativi alle persone con diagnosi di tumore nei distretti sanitari della provincia di Taranto, sono preoccupanti, in continua crescita anno dopo anno e devono far riflettere chi nelle istituzioni affronta l’emergenza sanitaria che coinvolge il capoluogo ionico con protocolli d’intesa ed atti amministrativi quando invece questi dati dovrebbero attivare i diversi livelli istituzionali ad adottare politiche efficaci che diminuiscano i rischi per la salute delle persone. Come genitori del Comitato Niobe ci rivogliamo al sindaco Rinaldo Melucci ed a lui chiediamo quali siano le azioni della sua giunta di fronte a questi numeri drammatici.
Nel 2018, relativamente ai sei distretti sanitari della provincia, la Asl di Taranto ha rilasciato 3674 esenzioni 048, ben 847 in più del 2009, un aumento del 30%. Il
confronto tra i numeri del Distretto Unico Taranto e gli altri distretti scattano una fotografia inequivocabile che dimostra come l’impatto ambientale dell’area industriale tarantina faccia la differenza, purtroppo in termini negativi. Questa differenza tra il comune capoluogo e il resto della provincia era stato già accertata dal Registro Tumori della Asl di Taranto e dello Studio SENTIERI. Chi vive nei siti contaminati dalle emissioni delle aree industriali ha un rischio di morte più alto del 5% rispetto al resto della popolazione. Attediamo l’aggiornamento dello studio SENTIERI che ad oggi doveva già essere pubblicato e di cui sappiamo che l’analisi dei dati dello studio conferma l’andamento negativo rispetto a patologie e decessi nelle zone industriali.
Nel 2009 nel Distretto Unico Taranto venivano rilasciate 948 esenzioni 048, e già in quegli anni erano nette le differenze di diagnosi di tumori con gli altri distretti: 277 nel Distretto 1 (Castellaneta, Ginosa, Laterza, Palagianello), 379 nel Distretto 2 (Massafra, Mottola, Palagiano, Statte), 248 nel Distretto 5 (Crispiano, Martina Franca), 577 nel Distretto 6 (Carosino, Faggiano, Grottaglie, Leporano, Monteiasi, Montemesola, Monteparano, Pulsano, Roccaforzata, San Giorgio Ionico, San Marzano di San Giuseppe), 398 nel Distretto 7 (Avetrana, Fragagnano, Lizzano, Manduria, Maruggio, Sava, Torricella).
Nel 2018 nel Distretto Unico Taranto vengono rilasciate 1248 esenzioni 048: ben 300 di più rispetto al 2009, il 32% in più. L’andamento negli anni è sempre stato in crescita: 948 nel 2009, 1053 nel 2010, 1134 nel 2011, 1083 nel 2012, 1114 nel 2013, 1101 nel 2014, 1176 nel 2015, 1193 nel 2016, 1185 nel 2017 ed infine 1248 nel 2018.
In questi numeri ci sono anche i nostri figli deceduti e sono l’espressione dell’inadeguatezza e dell’incapacità della politica che ci amministra in tutti i livelli istituzionali e che non ha tutelato la salute dei cittadini di Taranto. Oggi leggiamo sui giornali che la politica locale e nazionale reputa positivamente, e come obiettivo raggiunto, il riesame dell’AIA dello stabilimento ArcelorMittal di Taranto. Noi genitori del Comitato Niobe diciamo che non sarà un atto amministrativo a far fronte all’aumento incessante dei tumori, che non risparmiano nessuno, così come non hanno risparmiato la vita dei nostri cari figli morti di 048.
Sosteniamo che, ancora oggi, valutare l’impatto sanitario di un piano ambientale rappresenti perdere tempo e non risolvere il problema mentre la gente si ammala e muore: questi dati e gli aggiornamenti degli studi sanitari degli organi competenti ci rendono già noto quale sia l’impatto sanitario dell’area industriale sulla popolazione.
Il riesame dell’AIA dello stesso stabilimento lo abbiamo già avuto nel 2012, sappiamo come è andata a finire. Le prescrizioni non vengono attuate e un atto amministrativo è nullo per effetto di Decreti Legge che violano i diritti fondamentali dell’uomo. Ancora oggi, nel 2019, chi ci amministra pensa che un numero di protocollo di un atto amministrativo possa contrastare i numeri dell’emergenza sanitaria? Oggi a Taranto l’unica certezza rimane il numero 048, quello che ci ha portato via i nostri cari figli, lo stesso numero che, purtroppo, continua e continuerà a fare vittime innocenti. Il sindaco Melucci ci dia una risposta.
Per il comitato Niobe
Angelo Di Ponzio
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