domenica 22 giugno 2014

Operai Ilva e popolazione devono liberarsi anche dell' "inquinamento mentale"

"Trasferire altrove il suo processo catarsi sarebbe l'ultimo oltraggio alla città del “cimitero rosa”, così chiude il suo articolo di analisi Goffredo Buccini sul Corriere della Sera del 20.6.14.
Condividiamo questa affermazione anche se l'impianto che la regge resta quello di una città tutta colpevole, di operai tutti complici, di politici e sindacati tutti dentro non solo ad una responsabilità ma a un'idea, un'idea di sviluppo/industrializzazione che avrebbe prodotto questo disastro, di cui il processo viene ad essere appunto la “catarsi”.
Le cose non stanno così. Se si cancella che tutto questo è successo perchè siamo in un sistema capitalista, gestito da sempre da governi e Stato del capitale, al cui centro c'è la produzione per il profitto come 'madre' di tutte le conseguenze che Taranto duramente paga con morti e devastazioni, si vuole nascondere la vera realtà.
Senza eliminare la causa vera non c'è nessuna 'catarsi' ma c'è il riprodursi in altre forme di un nuovo disastro, quello che Bagnoli ad esempio sta già molto bene a rappresentare. Operai e masse popolari vanno liberate a Taranto dalla cappa non solo dell'inquinamento ambientale, ma dall'inquinamento mentale prodotto da simili tesi falso populiste ma in realtà interessate che anche grazie agli intermediari popolari, da ambientalisti a Liberi e Pensanti, vengono diffuse nelle fila degli operai e del popolo. Il loro scopo è cancellare la lotta di classe, cancellare la storia della lotta di classe a Taranto e affermare la storia degli attuali vincitori della contesa.


Sta ai comunisti, ai proletari, agli operai e cittadini che non hanno mandato il cervello all'ammasso sottrarsi a questa vecchia-nuova ideologia e rompere la cappa del doppio inquinamento, con una nuova ideologia, quella della rivolta proletaria, quella della costruzione di un'alternativa, non alle fabbriche ma al capitale.

Nessun commento:

Posta un commento