Venerdì 13 giugno prossimo, presso il Tribunale di Taranto
ci sarà finalmente la discussione finale di uno dei più ridicoli processi tutti italiani, dove una
bambina di soli 13 anni è stata prima stuprata, poi uccisa dall'inettitudine delle istituzioni e poi
oltraggiata da una giustizia a dir poco vergognosa.
In tutti questi anni, ho dovuto subire di tutto, senso di
impotenza per una giustizia immobile, incapace e garante solo dei diritti di
chi delinque, ipocrisia di chi si sdegna ma non si impegna, diffamazioni di
avvocati, imputati e media, rabbia nei confronti di assurdi e recidivi rinvii,
sconforto e dolore per non riuscire a vedere giustizia.
Una bambina, Carmela, non c'è più; una famiglia, la nostra,
che non c'è più; due bambini a cui è stato tolto tutto ciò che avevano,
lasciando solo me a star dietro a tutto o a provarci almeno.
Un marinaio, colto in flagrante reo confesso e in presenza
di testimoni ... LIBERO!
Una prof. della piccola Carmela che si ricorda di lei solo
davanti alle telecamere, a mostrare il suo grottesco e soprattutto falso piagnucolare salvo poi
reiteratamente DIMENTICARE DI FARE IL SUO DOVERE DI TESTIMONE PER DARE
GIUSTIZIA PROPRIO A CARMELA.
Due stupratori minorenni, "condannati" con un
buffetto sulle guance, grazie all'assurda applicazione della messa alla prova, che l'unica cosa che riesce a mettere alla prova è la pazienza e il dolore delle vittime.
Tre stupratori maggiorenni che ci sono voluti sette anni per
portarli ad una sentenza.
Io, invece, processato per aver "osato" indignarmi
pubblicamente di un legale che definisce "prostituta" Carmela in un
aula di Tribunale.
Istituzioni che a tutt'oggi non vengono processate per aver
di fatto ucciso la piccola Carmela imbottendola di psicofarmaci senza il nostro consenso.
Anche tradimenti vergognosi di chi avevamo chiamato a
tutelare i nostri diritti e quelli di Carmela.
Il 13 giugno, in aula, ci saranno anche le telecamere della
RAI, che ha deciso di riprendere la lettura della sentenza, vedremo se finalmente si avrà il
coraggio di restituire a mia figlia quella dignità rubatale da una società incivile, da uno stato
assente perchè attento solo a rubare, da una giustizia indegna di un paese civile, da una società
ipocrita!
Io mi preparo ad
affrontare quel momento che attendo e allo stesso tempo temo da tutti
questi anni, so cosa mi aspetta, in tutti questi anni ho totalmente
perso la fiducia nella nostra giustizia, mi resta solo la speranza che
finalmente per una volta si faccia viva, in ogni caso resterà sempre e comunque
un immenso vuoto dentro di me, perchè al di là di tutto Carmela non tornerà,
potrò soltanto raccogliere per l'ennesima volta le mie forze per voltare pagina
e continuare a combattere.
Alfonso Frassanito -padre di Carmela
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