giovedì 25 febbraio 2016

Giovedì Rossi - L'IMPERIALISMO PORTA AL MASSIMO LA CONTRADDIZIONE TRA SOCIALIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE E LO SMISURATO POTERE DI UN PUGNO DI AFFARISTI FINANZIARI

Prima di procedere oltre nello studio del libro di Lenin "L'imperialismo, fase suprema del capitalismo", riassumiamo le caratteristiche principali tracciate da Lenin, sulla base dell'analisi di Marx ne "Il capitale".


Nel suo lavoro "Imperialismo, fase suprema del capitalismo" Lenin si richiama al "Capitale" di Marx, in cui, con una precisa e accurata analisi teorica e storica del capitalismo, viene dimostrato che la libera concorrenza genera necessariamente la concentrazione della produzione e che quest'ultima, a un certo grado del suo sviluppo, conduce al monopolio.
Sulla base dell'evoluzione delle forze produttive e dei rapporti di produzione del capitalismo, infatti, - che avviene in conformità con le leggi economiche scoperte
da Marx e da Engels - nel corso dell'ultimo terzo del XIX e agli inizi del XX secolo, nella vita della società capitalistica sorse ed ebbe gradualmente ad assumere un rilievo decisivo tutta una serie di nuovi fenomeni quali le unioni monopolistiche dei capitalisti, che ebbero subito ad occupare una posizione dominante nella vita economica dei vari paesi capitalistici.
Il passaggio dalla libera concorrenza ai monopoli ha rappresentato un fenomeno che è indissolubilmente legato al processo di diffusione dei rapporti capitalistici sull'intero globo terrestre… 
con il passaggio all'imperialismo venne a formarsi un unico sistema economico capitalistico mondiale,....
Per realizzare l'abbattimento del capitalismo e la costruzione di una società socialista, la classe operaia doveva, d'allora in poi, essere armata della conoscenza non soltanto delle leggi di sviluppo del capitalismo in generale, ma anche delle specifiche leggi del suo stadio monopolistico.

Lenin con l'analisi dell'imperialismo fece invece avanzare la teoria marxista A lui appartiene infatti il merito storico della prima e più rigorosa analisi scientifica marxista dello stadio monopolistico del capitalismo e di aver scoperto con essa la legge dell'ineguaglianza dello sviluppo economico e politico dei paesi capitalistici nell'epoca dell'imperialismo. 
Il lavoro sull'imperialismo egli lo scrisse nel 1916, nel periodo cioè della prima guerra mondiale, quando la Russia stava maturando una grande rivoluzione e il Partito comunista preparava la classe operaia all'assalto diretto contro il capitalismo.
Il lavoro di Lenin sull'imperialismo, però, vide la luce soltanto dopo la rivoluzione democratico-borghese del febbraio 1917 in Russia. Nella sua prefazione, scritta già dopo la caduta dello zarismo, Lenin rivolge l'attenzione del lettore sulla circostanza che questa sua opera era stata scritta per essere pubblicata nelle condizioni della censura zarista, e quindi fu costretto a limitarsi rigorosamente ad una analisi esclusivamente teorica - economica in particolare - e a formulare le necessarie notazioni politiche con la più grande cautela e ricorrendo ad un linguaggio adeguato.
Se Marx, nel "Capitale", oltre ad aver svelato le leggi generali di sviluppo del modo di produzione capitalistico, aveva dimostrato che lo sviluppo del capitalismo e la crescita delle sue contraddizioni creano le basi materiali per il futuro rivolgimento socialista, nonché le sue premesse soggettive, la classe operaia rivoluzionaria, Lenin, da parte sua, e sulla base di una analisi marxista dell'imperialismo, ha svelato quali debbano essere, con il sorgere di sempre nuovi antagonismi, le concrete condizioni che consentono il maturare della rivoluzione socialista.

Lenin mise a punto la teoria dell'imperialismo in decisa e inesorabile lotta sia contro gli aperti difensori dell'imperialismo, sia contro i nemici della classe operaia che si atteggiano a suoi amici...
...l'analisi scientifica marxista di Lenin dell'imperialismo ha anch'essa inferto un colpo distruttivo ad ogni sorta di illusioni piccolo-borghesi e opportunistiche circa la possibilità di una presunta riforma del moderno capitalismo monopolistico mediante la conservazione dei suoi lati "buoni" e l'eliminazione di quelli "cattivi"...
Il dominio dei monopoli, come con grande forza Lenin ebbe a rilevare, inasprisce la contraddizione fondamentale del capitalismo fino al suo limite estremo.
Certo: imperialismo significa anche gigantesca crescita della socializzazione della produzione; ma sta di fatto che questa socializzazione si svolge nella forma antagonistica della appropriazione privata. E, come Lenin scrisse, nell'epoca dell'imperialismo il monopolio, che si crea in
alcuni settori dell'industria, rafforza e inasprisce il caos che è proprio dell'intera produzione capitalistica nel suo insieme, il che lascia il suo marchio indelebile su tutti gli aspetti del capitalismo monopolistico. 
Insomma, il giogo di alcuni monopolisti sull'intera restante popolazione diventa cento volte più pesante, rilevante e sensibile. La socializzazione della produzione accanto all'enorme peso del capitale e lo smisurato potere di un pugno di affaristi finanziari che si intascano tutti i frutti del gigantesco sviluppo delle forze produttive sono il quadro reale e più vero dell'imperialismo.

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