Alle compagne e compagni di "campagne in lotta",
sosteniamo e daremo informazioni anche nella nostra provinciasulla manifestazione che fate il 29 febbraio.
sosteniamo e daremo informazioni anche nella nostra provinciasulla manifestazione che fate il 29 febbraio.
Da vari mesi stiamo intervenendo anche noi sulla questioni dei
braccianti nella nostra zona di Taranto e provincia, e in particolare
sulla condizione delle donne braccianti.
Vi mandiamo l'appello e la proposta di piattaforma che abbiamo fatto per il secondo "Sciopero delle donne" questa volta nella giornata dell'8 marzo, in cui il cuore saranno le operaie delle fabbriche e le lavoratrici più sfruttate, tra cui appunto le braccianti.
Vi saremmo grate se lo poteste leggerlo e se, sulla piattaforma, ci mandaste un vostro contributo di proposte
Le lavoratrici dello Slai cobas per il sindacato di classe
Il 18/02/2016 08.43, maoist ha scritto:
Vi mandiamo l'appello e la proposta di piattaforma che abbiamo fatto per il secondo "Sciopero delle donne" questa volta nella giornata dell'8 marzo, in cui il cuore saranno le operaie delle fabbriche e le lavoratrici più sfruttate, tra cui appunto le braccianti.
Vi saremmo grate se lo poteste leggerlo e se, sulla piattaforma, ci mandaste un vostro contributo di proposte
Le lavoratrici dello Slai cobas per il sindacato di classe
Il 18/02/2016 08.43, maoist ha scritto:
il 29 Febbraio il Ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina è invitato dall’Università di Foggia per l’apertura dell’anno accademico. Tra gli invitati, rappresentanti di studenti e dell’università, e Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia.
L’invito del Ministro non è casuale, sul territorio che più di ogni altro è nell’occhio del ciclone da parecchi mesi, investito dalle attenzioni dei media e del governo rispetto alle problematiche legate in vario modo al bracciantato agricolo.Il ministro Martina arriva a Foggia dopo un’estate dove è stata condotta una campagna governativa contro la figura dei caporali in agricoltura, individuata come causa unica dello sfruttamento lavorativo sui campi, e utilizzata come specchio per le allodole da dare in pasto alla stampa dopo le morti avvenute in tutta la Puglia tra agosto e settembre.
A Foggia, quest’estate, si è però organizzata autonomamente una grossa massa di lavoratori, che da mesi rivendica un miglioramento complessivo della condizione di vita dei braccianti agricoli. In particolare le rivendicazioni riguardano il passaggio del pagamento dal salario a cottimo a quello ad ore, la possibilità del trasporto gratuito sul campo, la garanzia di una casa e dell’assistenza sanitaria, e l’ottenimento, essendo la stragrande maggioranza immigrati, del permesso di soggiorno per tutti i lavoratori irregolari costretti a condizioni di miseria a causa della mancanza dei documenti.
Queste mobilitazioni, combattono alla base la presenza della figura dei caporali, richiedendo le garanzie vitali la cui assenza comporta la presenza di questi intermediari.
Le mobilitazioni di questi mesi, dal 4 settembre scorso a quella contro l’omicidio razzista di Mamadou, sono gli esempi più evidenti di questo fermento, che ha coinvolto direttamente i lavoratori, e un sempre maggior numero di solidali che si sono stretti attorno a questa lotta.
In assenza di dialogo con questi soggetti, ci sembra una provocazione la presenza del Ministro a Foggia, al fianco del governatore della Regione, mentre quest’ultima chiude il dialogo con gli abitanti dei centri abitativi, i ghetti, al momento sotto sgombero; e mentre le rivendicazioni di questi lavoratori continuano in uno stallo dovuto alla incapacità delle istituzioni di una piena assunzione di responsabilità che comporta il rimando dal piano locale a quello nazionale, della risoluzioni di questi problemi.
Coloro che da decenni portano avanti l’economia del territorio, con altissimi tassi di sfruttamento e condizioni di vita sempre più miserabili, sono i braccianti agricoli. Da mesi le richieste di questi lavoratori organizzatisi in comitati dal basso sono respinte, o accettate con grossi tentennamenti da parte delle istituzioni locali.
Contratti, documenti, casa, trasporto, sanità: il ministro Martina e il governatore Emiliano rispondano a queste richieste prima di elogiare le attività produttive del territorio, che al momento si reggono su questi lavoratori, stanchi di aspettare promesse mai mantenute.
Dopo le mobilitazioni del 4 settembre e del 4 dicembre, la lotta dei braccianti a Foggia non si ferma.
Lunedì 29 Febbraio, corteo cittadino verso la facoltà di economia dell’Università di Foggia.
Basta ricatti, documenti e contratti. We Need Yes.
Campagne in lotta.
Nessun commento:
Posta un commento