Sabato scorso, 13 febbraio, a Palermo, nella sede dello Slai cobas per il sindacato di classe, si è tenuta la presentazione del libro Ilva.
Lavoratrici delle cooperative che sono tutti i giorni in lotta, lavoratori, tra cui operai della ex Fiat Termini Imerese, giovani hanno assistito con interesse, fatto domande, in particolare su cosa pensano gli operai dell'Ilva di tutta la vicenda, che soprattutto dal 2012 ha assunto aspetti incalzanti.
I redattori del libro hanno messo in evidenza l'importanza nazionale della realtà dell'Ilva di Taranto, esemplare nel dimostrare fino a che punto il sistema del capitale, nel suo complesso, porti alla distruzione di lavoro, salute, ambiente; ma anche una realtà che ha messo in luce un ventaglio di posizioni, e la necessità di chiarezza e lotta contro le posizioni sbagliate o fuorvianti di una visione scientifica, di analisi materialistico dialettica, del capitale, dei suoi governi, delle sue istituzioni, dei suoi complici, tra cui i sindacati confederali. Visione, interna alla concezione "Nocivo è il capitale non la fabbrica", centrale per battere ogni illusione, o moralismo reazionario, o ritorno ad una fase preindustriale; ma centrale soprattutto per il ruolo di lotta e di egemonia/unità verso i settori popolari, che in questa guerra di classe devono assumere gli operai, come realtà collettiva, se non vogliono essere schiacciati sia sul fronte del lavoro che sul fronte della sicurezza e salute, ma anche per trarre da questa importante battaglia le lezioni per la più generale battaglia rivoluzionaria per porre fine al sistema di sfruttamento, di distruzione del capitale.
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