giovedì 11 febbraio 2016

Ieri alla manifestazione Ilva - USB prima Si, poi No, poi Si

Sono state patetiche le motivazioni espresse dall'Usb e dal suo coordinatore Rizzo per la partecipazione alla manifestazione di Fim, Fiom, Uilm Ilva e indotto di ieri. 
Prima avevano deciso per il SI, in nome dell'"unità sindacale", vale a dire dell'unità con quei sindacati confederali che sono pienamente stati corresponsabili della grave situazione a cui gli operai dell'Ilva sono arrivati, sia sul fronte del silenzio complice sulla questione sicurezza e salute, ambiente, sia per la linea filoaziendale assunta dai tempi di Riva fino ad oggi - complicità che tutti gli operai sanno bene e che era stata anche la ragione del successo del'Usb alle elezioni Rsu. Quindi, parlare di unità è ancora una volta tornare a subordinare gli interessi operai alle ragioni di avere "un posto a tavola".
Poi avevano fatto un passo indietro, dicendo NO, perchè contestavano la presenza alla manifestazione della Confindustria.
Infine, ieri stavano quasi in prima fila nel corteo, con le loro bandiere mischiate a quelle della Uilm, della Fim e perfino a quelle dell'Ugl. Motivazione di questo nuovo cambio di decisione? Che s,ì stava la Confindustria con il suo presidente e gli altri padroni, ma come "privati cittadini". Della serie: ma ci fai o ci sei? Altri dll'Usb, forse per darsi un tono migliore, rispondevano: che il cambiamento era dovuto ad un problema di "strategia"... Quale?
Poi sotto la Prefettura, l'Usb, forse accorgendosi improvvisamente che Cesareo era ben visibile non come "privato cittadino" ma come presidente della Confindustria e per recuperare ha inscenato una protesta nei suoi confronti.

Il Comunicato fatto dopo la manifestazione è altrettanto patetico e imbarazzante: 
L'Usb scrive: “La manifestazione è perfettamente riuscita. Eravamo circa 3.500 persone e l’USB ha dato un contributo davvero importante”. 
Primo, i numeri sono gonfiati; secondo, non è che bisogna andare fieri di aver dato un contributo ad una manifestazione che non ha dato fasidio alcuno all'azienda, al governo, che ha trovato tutti uniti, dai padroni, al sindaco, imputato nel processo Ilva, al pres. Emiliano la cui giunta intanto approvava una proroga per le emissioni, fumo tossici, ai segretari sindacali, nelle richieste di "garanzie" generiche al governo. 
Ma, imperterrito, continua Rizzo: “Crediamo fortemente che ciò che il presidente Emiliano ha rimarcato anche oggi sia da condividere: la coesione sociale è il primo passo da fare in un territorio che ha come grande debolezza la mancanza di dialogo. Un tavolo permanente su Taranto con occhio speciale all’Ilva. Dobbiamo mettere da parte le questioni personali e fare gruppo per far sentire la voce grossa al Governo... Il bene della città viene prima di tutto”. E il bene degli operai e della popolazione più colpita di Taranto quando viene, che ancora non si vede e non si chiede con obiettivi chiari?
In nome del "mettere da parte le questioni personali e fare gruppo", a Rizzo ora non schifa niente (a parte ripetiamo qualche grido dei suoi contro Cesareo, con cui poi era allo stesso Tavolo in prefettura e non l'imbarazzerà di stare allo stesso Tavolo proposto da Emiliano); come non lo ha imbarazzato firmare i nuovi contratti di solidarietà, come non lo aveva imbarazzato dire agli operai di andare a lavorare all'Altoforno 2 dove era morto Alessandro senza che fosse stato messo in sicurezza; come non lo aveva imbarazzato revocare tempo prima uno sciopero accettando il ricatto aziendale. Sarebbero forse queste le "questioni personali"?.
Infine sempre Rizzo: "In merito alla presunta “aggressione” al presidente di Confindustria Enzo Cesareo da parte di alcuni sostenitori di USB durante la manifestazione, precisa: “Non c’è stata alcuna aggressione né verbale né fisica. Abbiamo invitato come USB ufficialmente qualche giorno fa Confindustria a non presentarsi questa mattina. Concetto ribadito anche ieri con un documento a firma delle tre sigle sindacali più noi. Ma ci hanno ignorato...". Ma questo è falso. L'unica condizione che i sindacati avevano posto alla confindustria era di non portare loro vessilli e striscioni, non di non esserci. E Rizzo lo sapeva benissimo. 

Hanno ragione, quindi, tanti operai,compresi alcuni iscritti all'Usb, dire che via via l'Usb all'Ilva sta diventando come gli altri sindacati

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