I sindacati confederali chiedono cose diverse e cose che non possono
avere
La Fiom non è per la nazionalizzazione
L’Usb è per la nazionalizzazione, ma di fatto la affida allo stesso governo che sta svendendo l'Ilva, e allo stesso Stato che difende i profitti capitalistici e se ne frega di salute e lavoro
La Uilm vuole il nazionalismo economico
la Fim vuole solo e sempre concertazione
Assemblea tra i sindacati per il futuro di Ilva e dell'acciaio in Italia
lunedì, 15 febbraio 2016
È la giornata del vertice a Roma tra le rsu Fim-Fiom-Uilm, organizzata in concomitanza con la giornata di mobilitazione europea che vede manifestare insieme a Bruxelles Industriali e sindacati europei della siderurgia.
LA FIOM: “NECESSARIO INTERVENTO PUBBLICO” - "La Fiom non è per la nazionalizzazione dell'Ilva, ma è convinta dell'opportunità di un intervento pubblico sull'Ilva come prevedeva l'ottavo decreto sull'Ilva". Così il segretario nazionale della Fiom Rosario Rappa, chiarendo la posizione del sindacato guidato da Maurizio Landini. "Per la sua ristrutturazione e il suo rilancio l'Ilva ha bisogno di un intervento pubblico - ha proseguito Rappa - realizzabile attraverso Cdp, fondi pensionistici come l'Inail e l'Inps, gruppi a partecipazione pubblica come l'Enel. Il modello potrebbe essere quello di Finmeccanica dove lo Stato ha un 30% e il 50% è in mano a un'azionariato istituzionale. Quello che dobbiamo evitare è un'Alitalia 2".
LA UILM: “PRIVATIZZARE PRESTO, MA MANTENERE I POSTI DI LAVORO” - "Bisogna accelerare il processo di privatizzazione dell'Ilva, ma il Governo deve garantire che il passaggio ai privati rispetti l'ambiente e i livelli occupazionali". Lo ha detto il leader della Uilm Rocco Palombella sulla privatizzazione dell'Ilva. "I sindacati - ha proseguito - devono controllare che il trasferimento sia solo un'operazione finanziaria. D'altro canto siamo aperti a tutte le novità di produzione ma ci deve essere una collaborazione con tutti i produttori europei. In questi anni di commissariamento l'Ilva ha perso più della metà della sua capacità produttiva. Ora basta: se l'Italia vuole restare un paese industrializzato non possiamo continuare a perdere”.
LA FIM: “IMPEGNO COMPLESSIVO” - "Chiediamo al Governo di riattivare il tavolo dell'acciaio e dell'alluminio per fronteggiare in modo complessivo una situazione sempre più difficile. Occorre ricostruire una piattaforma comune di impegno, condivisa fra industriali, sindacati e governo", commenta il segretario nazionale della Fim-Cisl Marco Bentivogli. “Finora abbiamo affrontato le diverse vertenze aziendali singolarmente, ma per rilanciare il settore da cui dipende tutto il manifatturiero occorre una visione d'insieme", ha concluso.
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