(dal Quotidiano) - La società Riva Fire e gli eredi dell’ex patron dell’Ilva Emilio Riva, cioè i figli Claudio e Nicola e i nipoti Angelo e Cesare (figli di Adriano Riva) contestano la cessione di Ilva Spa, considerata un vero e proprio “esproprio”, e ricorrono al Tar del Lazio.
Il doppio ricorso punta all’annullamente «del decreto del Ministro dello sviluppo economico del 4 gennaio scorso, non pubblicato e quindi di estremi e contenuto non conosciuti, di autorizzazione dell'esecuzione del programma di cessione dei complessi aziendali dell'Ilva Spa in a.s. e dell'avvio delle procedure per il trasferimento delle aziende che fanno capo alle società del gruppo Uva; del programma di cessione dei complessi aziendali dell'Ilva Spa in a.s. predisposto dai commissari straordinari, di estremi e contenuto non conosciuti; dell'invito a manifestare interesse in relazione all'operazione di trasferimento dei complessi aziendali facenti capo a Ilva Spa in amministrazione straordinaria e ad altre società del medesimo gruppo», a firma dei commissari straordinari dell'Ilva Spa in a.s. Piero Gnudi, Enrico Laghi e Corrado Carrubba».
Secondo i legali della famiglia Riva «i provvedimenti oggetto del presente giudizio conseguono alla sottoposizione dell'Ilva Spa e delle sue controllate alla procedura di amministrazione straordinaria, che la ricorrente ha contestato, gravando i relativi decreti ministeriali», nell'ambito del giudizio pendente dinanzi alla prima sezione del Tar con udienza di discussione fissata al 24 febbraio prossimo.
Il ricorso è stato presentato contro la presidenza del Consiglio, i ministeri dell'Ambiente e dello Sviluppo Economico nonché contro gli amministratori straordinari del Gruppo Ilva e la stessa Ilva Spa in amministrazione straordinaria.
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