venerdì 19 febbraio 2016

Anche la Cina vorrebbe acquistare l'Ilva, ma per posizionarsi in una posizione più vicina ai mercati, Africa, Medio Oriente, in cui piazzare la SUA sovrapproduzione di acciaio. Ma se ha già la sua sovrapproduzione da vendere, che produzione vorrà fare all'Ilva?

La Cina guarda all'Ilva, porta d'accesso di Pechino per il continente africano e per il mercato del Medioriente. Oltre ai diciannove gruppi industriali ammessi alla seconda fase di due diligence per l'acquisizione dell'azienda di Taranto, c'e anche una societa' cinese che ha chiesto l'accesso alla data room. Si tratta di P&C (Shenzhen) Industry Fund Management Partnership, un fondo di investimento nato di recente, costituito da Poly Group (uno dei maggiori gruppi di investimenti cinesi nel settore delle risorse minerarie) e Citic (la piu' grande conglomerata cinese di investimenti).
"E' semplice, la Cina sta compiendo la riconversione dei processi produttivi e ha bisogno di nuovi mercati in cui piazzare acciaio in sovrapproduzione (pari a 340 milioni di tonnellate, ovvero a circa un terzo del totale, ndr) - ha detto Fu Yixiang all'Agi - e l'Ilva e' una grande piattaforma nel Mediterraneo".  "Sono noti i massicci investimenti riversati dalla Cina per la costruzione di infrastrutture in molti paesi africani - ha aggiunto Fu -. Costruire infrastrutture significa avere l'acciaio di cui l'Africa ha estremo fabbisogno. Trasportare l'acciaio dalla Cina e' un'operazione complicata. Possedere, quindi, una piattaforma siderurgica nel Mediterraneo e' un grande vantaggio per il nostro mercato."
(DA Agi.it)

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