lunedì 3 febbraio 2020

CINA - CORONAVIRUS - NOTE SPARSE per riflettere - far circolare


La questione "coronavirus", come si sta affrontando a livello mondiale, presenta degli aspetti non chiari, perfino ambigui.
E’ chiaramente un problema molto serio, 300 persone sono morte e migliaia sono gli ammalati, e per ora l’epidemia sembra che non possa essere fermata, e quindi il contagio si estende.
Ma gli stessi esperti dicono che anche la sola “normale” influenza ogni anno provoca centinaia di morti, anche il doppio di quelli attuali del coronavirus; l’epidemia della sars in Cina nel 2012 portò a 800 morti e non ebbe certamente questo clamore emergenziale a livello mondiale di oggi.
Ciò che appare, infatti, non spiegabile non sono tanto le misure necessarie sanitarie adottate nei paesi occidentali, tra cui l’Italia, quanto lo “stato di emergenza”, il clima da allarmismo sociale che viene messo in campo, con l’attuazione di misure draconiane di controllo, rimpatrio dei connazionali dalla Cina, ecc., che non erano invece state messe in campo in altre epidemie, es. l’influenza aviaria nel 2013 e nel 2017. Perchè, allora?
Per dirla in sintesi. Sembra che gli imperialismi occidentali USA in testa stiano cogliendo l’occasione per rivalersi sulla Cina, isolare la Cina, metterla in una condizione di difesa, per frenare la sua espansione economica.
Il sospetto, non tanto peregrino, è che anche dietro questo dramma delle persone che muoiono, si ammalano, dietro questo allarmismo, si svolgerebbe di fatto una contesa interimperialista.
Da un lato la Cina non ha subito reso pubblico la gravità e l’espansione dell’epidemia, perché contraria alla dichiarazione di “emergenza internazionale”, che avrebbe avuto, come sta avendo, l’effetto di isolare la Cina e quindi dare un pesante colpo alla sua economia ; dall’altra le potenze occidentali hanno colto a volo la situazione, per fare di fatto una campagna anticinese.

Altre questioni.
Certa stampa tende a scaricare le cause di questo virus sulle abitudini alimentari dei cinesi. Queste abitudini ci sono da secoli. Ma questa epidemia sembra più prodotto della nuova Cina capitalista che della vecchia Cina. Il rapido e selvaggio sviluppo del capitalismo in Cina ha costruito città modernissime, strutture e infrastrutture all’avanguardia per la borghesia cinese, ma ha lasciato da parte, e quindi ha peggiorato, le condizioni di vita più elementari di molta parte della popolazione, bloccando di fatto quello sviluppo al servizio del popolo, che si stava realizzando ai tempi della Repubblica popolare sotto la direzione di Mao Tse tung.
Lo sviluppo in senso imperialista della Cina, sul fronte sanitario inevitabilmente fa emergere situazioni simili a quelle dei paesi imperialisti occidentali, compresa l'Italia, dove da anni vi è un peggioramento della sanità, il taglio della sanità pubblica a vantaggio di quella privata, in cui le linee e logiche principali sono il profitto, la speculazione sulle strutture sanitarie, delle case farmaceutiche, il taglio dei fondi per la ricerca, per il personale medico, ecc.
E più va avanti inevitabilmente questa logica, la concorrenza tra i monopoli della sanità, più vi saranno malattie, epidemie. Ed è proprio nei paesi imperialisti che tornano malattie che si pensava sconfitte. 

Nello stesso tempo, sottolineiamo un aspetto. Lo Stato cinese, in dieci giorni ha costruito un ospedale, in brevissimo tempo è riuscito ad attuare misure di isolamento, controllo in città con milioni di abitanti, a far assumere comportamenti alla popolazione che stravolgono la vita normale.
Sicuramente le notizie che su questo abbiamo sono quelle che ci vengono date, e un margine di dubbio c’è. Ma è indubbio che in Italia, come in altri paesi imperialisti, queste misure in questi tempi non avvengono. Esse in Cina sono il frutto della centralizzazione dello Stato, del partito unico al potere, che permette questa efficienza.
Certo, in Cina ci sono voluti 300 morti, e questa “efficienza” non è certo ispirata da politiche che mettono al centro l’interesse delle masse popolari, ma innanzitutto la volontà della borghesia imperialista cinese di mostrare agli altri paesi che la Cina imperialista è in grado di gestire queste emergenze.
Ma questo dimostra che fare degli ospedali in brevissimo tempo, organizzare, provvedere ad un diverso stile di vita, concentrare le forze per risolvere subito problemi gravi della popolazione è possibile.
C’è un piccolo ostacolo, per farlo sempre e dovunque occorre il potere socialista, in mano ai proletari e alle masse popolari.

Margherita Calderazzi
coord. slaicobas taranto
redazione blog proletari comunisti
3 febbraio 2020

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