martedì 4 febbraio 2020

La mobilitazione dei lav. ex Pasquinelli su Corriere di Taranto


Prosegue lo stato di agitazione lavoratori ex Pasquinelli

Inziativa dello Slai cobas sulla raccolta differenziata e i lavoratori impiegati nell'ex sito dell'amin

pubblicato il 03 Febbraio 2020, 20:45
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Questa mattina, i rappresentanti dei lavoratori dello Slai cobas del sito ex Pasquinelli di proprietà dell’Amiu, durante una conferenza stampa hanno ribadito, la necessità dell’avvio contemporaneo della raccolta differenziata e dell’impianto di selezione, al fine di garantire l’occupazione, con il rientro al lavoro nella Pasquinelli di questi lavoratori che hanno svolto per 6 anni la selezione della differenziata, ma anche per dare un servizio completo alla città”.  
Ed hanno ricordato “che loro, come Disoccupati Organizzati Slai cobas nel 2010 e negli anni successivi hanno lottato per una raccolta differenziata porta a porta in tutta la città che garantirebbe
almeno 200 posti di lavoro, e che grazie alla loro lotta vi furono prima corsi seri di formazione di 6 mesi e dopo l’avvio della raccolta differenziata in due quartieri“. Pur esprimendo il sostegnoad ogni posto di lavoro nuovo per i disoccupati, hanno evidenziato che ciò che serve è l’occupazione stabile e sicura per dare continuità allo stesso servizio; invece ci troviamo ad una assunzione di 33 persone a soli 5 mesi, presi da un’agenzia interinale, senza trasparenza e chiarezza su come e con quali criteri sono state fatte queste assunzioni (non si conosce neanche il nome dell’agenzia interinale) – Inoltre, opportunità avrebbe voluto che fossero assunti in primis i lavoratori ex pasquinelli che con la loro esperienza e professionalità potrebbero “guidare” i nuovi assunti“. 
Sempre in mattinata i rappresentanti dei lavoratori hanno acquisito informazioni sullo stato dei lavori dell’impianto di selezione rifiuti e sull’avvio ai Tamburi della raccolta differenziata. “Purtroppo le notizie sono negative. A differenza delle assicurazioni fornite all’inizio di gennaio dal vicesindaco di Taranto a mezzo stampa, l’avvio dell’impianto non avverrà affatto in tempi brevi. Vi è ancora il cantiere in atto e ci vorranno mesi perchè sia terminato. I lavoratori hanno detto: in Cina in 10 giorni hanno aperto un ospedale, qui in 2 anni e mezzo non si riesce a fare un impianto. Ditte si sono susseguite e vorremmo anche capire i soldi (pubblici) finora spesi. Anche l’attuale raccolta differenziata, quindi, verrà venduta alla ditta esterna per la selezione, con un conseguente aggravio dei costi per la cittadinanza” affermano dallo Slai Cobas. 
Ugualmente non positive notizie vengono dai Tamburi – proseguono dal sindacato di classe -. Gli abitanti si lamentano: nelle strade vi è una sequela di bidoni, che trasformano il quartiere in un deposito Amiu, e le pattumelle nei portoni, rimangono giorni, con il conseguente cattivo odore che possono emanare, soprattutto quelle dei rifiuti organici che vengono raccolti per 3 gg alla settimana. A questo vanno aggiunte carenze nella distribuzione dei kit“. 
Infine, i rappresentanti Slai cobas si sono recati in Prefettura per sapere la data di convocazione per la procedura, imposta dalla Commissione Garanzia sciopero, da realizzare prima dell’indizione dello sciopero. “Ma qui ci siamo trovati di fronte ad una situazione assurda, per cui al danno si unisce la beffa – affermano dal sindacato -. Prima prefettura e CGS hanno imposto la revoca dello sciopero perchè l’attuale servizio dei lavoratori (piccoli lavori di decoro urbano) sarebbe rientrata nei servizi pubblici soggetti alla disciplina di regolamentazione dello sciopero, poi ora dicono: ci siamo sbagliati, pensavamo che i lavoratori ex Pasquinelli facessero già la selezione della differenziata; ma siccome il lavoro effettivo attuale è altro e non rientra nei servizi essenziali non facciamo alcuna convocazione. Quindi, da un lato hanno imposto la revoca dello sciopero, dall’altra ora la Prefettura non organizza l’incontro con Comune e Amiu. E la prefettura si lava le mani, dopo che sono stati violati i diritti dei lavoratori. I lavoratori pertanto continuerano il loro stato di agitazione” concludono.

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