“Continua la trattativa “segreta” tra ArcelorMittal, Commissari
straordinari e Governo e proseguono, allo stesso tempo, messaggi ambigui
fatti trapelare attraverso interviste o articoli giornalistici su un
accordo che sarebbe pronto. Dopo il terzo rinvio dello scorso 7 febbraio
e a pochi giorni dalla scadenza dei termini previsti dal Tribunale di
Milano, si instiste con lo stillicidio quotidiano e con la
stessa impostazione dei mesi precedenti”. Così Rocco Palombella, segretario generale Uilm, interviene sulla situazione dell’ex Ilva.
“L’accordo che si sta realizzando – dichiara il leader Uilm – stravolge
quello del 6 settembre 2018 che ha avuto il consenso del 93% dei
lavoratori. L’intesa prevederebbe l’allungamento di due anni dei tempi
per “il ritorno a lavoro” dei 1.800 lavoratori in Amministrazione
Straordinari, il ridimensionamento degli interventi del risanamento
ambientale, nuovi assetti societari nel lungo periodo, modifiche al
contratto di affitto e tanti altri punti rilevanti”.
“Quindi – continua – si sta portando avanti un accordo capestro di separazione tra ArcelorMittal e gli stabilimenti dell’ex Ilva, dietro il pagamento di una quota irrisoria. Inoltre, a valle di questo patto, si chiederebbe alle organizzazioni sindacali di condividerlo e di farsi carico di realizzare un’intesa che prevede migliaia di esuberi potenziali con la gestione della cassa integrazione”.
“Non tolleriamo e siamo nettamente contrari – conclude – sia al merito che al metodo inaudito che si stanno consumando alle spalle e sulla pelle di migliaia di lavoratori, provocando ulteriori difficoltà e disperazione per le centinaia di famiglie coinvolte”.
“Quindi – continua – si sta portando avanti un accordo capestro di separazione tra ArcelorMittal e gli stabilimenti dell’ex Ilva, dietro il pagamento di una quota irrisoria. Inoltre, a valle di questo patto, si chiederebbe alle organizzazioni sindacali di condividerlo e di farsi carico di realizzare un’intesa che prevede migliaia di esuberi potenziali con la gestione della cassa integrazione”.
“Non tolleriamo e siamo nettamente contrari – conclude – sia al merito che al metodo inaudito che si stanno consumando alle spalle e sulla pelle di migliaia di lavoratori, provocando ulteriori difficoltà e disperazione per le centinaia di famiglie coinvolte”.
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