L’ipotesi che oramai appare sempre più probabile man mano ci si avvicina alla scadenza del 28 febbraio e che l’eventuale primo accordo tra Ilva in As e ArcelorMittal sarà una soluzione ponte. Una soluzione per rinviare i temi più spinosi che sembrano non permettono di raggiungere l’intesa definitiva entro due settimane.
Sul piatto ci sono in primis il numero di addetti, 10.700 alla scadenza del 2022, ma non è ancora chiaro come il personale verrà rimodulato tramite gli ammortizzatori sociali in questa fase di transizione. Né è chiaro cosa succederà ai 1.800 addetti in capo all’amministrazione straordinaria che non dovrebbero essere riassorbirti. Mentre il progetto “preridotto e zero
esuberi” avrebbe come nuova scadenza il 2025 anziché il 2023.
La rimodulazione del canone di affitto che verrebbe dimezzato dovrebbe essere ridefinita entro il 30 novembre di quest’anno, con l’impegno all’acquisto degli asset che sarà anticipato al 31 maggio 2022.
Sul fronte possibilità di rescissione del contratto ArcelorMittal potrà farlo entro il 31 dicembre 2020 a fronte di una penale da 500 milioni di euro (con il ripristino delle scorte ai livelli di ricevimento dell’azienda) mentre dopo quella data la multinazionale potrà andarsene entro il maggio 2022 versando l’intero il canone di affitto fino alla scadenza, qualora si verifichino le clausole sospensive dell’intesa, quali: modifica del piano ambientale alla possibilità di impiego del rottame, revoca dei sequestri e stipula dell’accordo sindacale.
Sarebbe fissata al 30 novembre 2020 l’entrata dello Stato nella società, con il 49% del capitale che dovrebbe essere suddiviso tra il partner statale (quasi certamente Invitalia) e gli istituti bancari che convertiranno il proprio credito in azioni della nuova realtà. L’operazione dovrebbe avvenire tramite Due Diligence affidata ad una società esterna.
Pare che gli ingranaggi per arrivare ad un’intesa sull’ex Ilva nei temi concordati questa volta non si stiano inceppando. Fonti stampa riportano che l’intesa sarebbe a buon punto e dovrebbe assumere la formula di un addendum al contratto in vigore.
A fronte della cessazione di tutte le ostilità legali, ArcelorMittal si vedrebbe dimezzare il canone di affitto, ma acquisterebbe gli impianti nel 2022, mentre il progetto “preridotto e zero esuberi” avrebbe come nuova scadenza il 2025 anziché il 2023.
Sul piatto ci sono in primis il numero di addetti, 10.700 alla scadenza del 2022, ma non è ancora chiaro come il personale verrà rimodulato tramite gli ammortizzatori sociali in questa fase di transizione. Né è chiaro cosa succederà ai 1.800 addetti in capo all’amministrazione straordinaria che non dovrebbero essere riassorbirti. Mentre il progetto “preridotto e zero
esuberi” avrebbe come nuova scadenza il 2025 anziché il 2023.
La rimodulazione del canone di affitto che verrebbe dimezzato dovrebbe essere ridefinita entro il 30 novembre di quest’anno, con l’impegno all’acquisto degli asset che sarà anticipato al 31 maggio 2022.
Sul fronte possibilità di rescissione del contratto ArcelorMittal potrà farlo entro il 31 dicembre 2020 a fronte di una penale da 500 milioni di euro (con il ripristino delle scorte ai livelli di ricevimento dell’azienda) mentre dopo quella data la multinazionale potrà andarsene entro il maggio 2022 versando l’intero il canone di affitto fino alla scadenza, qualora si verifichino le clausole sospensive dell’intesa, quali: modifica del piano ambientale alla possibilità di impiego del rottame, revoca dei sequestri e stipula dell’accordo sindacale.
Sarebbe fissata al 30 novembre 2020 l’entrata dello Stato nella società, con il 49% del capitale che dovrebbe essere suddiviso tra il partner statale (quasi certamente Invitalia) e gli istituti bancari che convertiranno il proprio credito in azioni della nuova realtà. L’operazione dovrebbe avvenire tramite Due Diligence affidata ad una società esterna.
Pare che gli ingranaggi per arrivare ad un’intesa sull’ex Ilva nei temi concordati questa volta non si stiano inceppando. Fonti stampa riportano che l’intesa sarebbe a buon punto e dovrebbe assumere la formula di un addendum al contratto in vigore.
A fronte della cessazione di tutte le ostilità legali, ArcelorMittal si vedrebbe dimezzare il canone di affitto, ma acquisterebbe gli impianti nel 2022, mentre il progetto “preridotto e zero esuberi” avrebbe come nuova scadenza il 2025 anziché il 2023.
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