presidio sotto la #Rai di #BARI per gridare ancora una volta la nostra solidarietà al popolo palestinese contro l'imperialismo sionista. #Palestina libera! vedi video https://www.facebook.com/999545317065851/videos/203535718283038
Ancora una tappa di una mobilitazione che deve continuare e si deve estendere, contro l'aggressione dello stato sionista genocida, contro l'imperialismo, italiano compreso, che la spalleggia, a fianco della resistenza irriducibile di un popolo per la liberazione e il suo diritto ad esistere e ribellarsi che nessuna propaganda e silenzio dei media potrà mai cancellare.Questo è stato il senso della manifestazione di ieri a Bari, di fronte la sede della Rai, dove tante decine di compagni si sono raccolti per schierarsi ancora dalla parte del popolo di Palestina e chiedere la fine della campagne di menzogne che copre la pulizia etnica e i massacri di innocenti come il "diritto all'autodifesa" di uno Stato terrorista, "unica democrazia del Medio Oriente".La Sede, fuori dal centro e dalle vie più frequentate, ha un po' sacrificato la visibilità dell'iniziativa ma ha focalizzato la necessità di portare la sfida della solidarietà sul terreno della informazione, che oscura le ragioni dei palestinesi aggrediti e giustifica i crimini degli aggressori sionisti e degli imperialisti che li sostengono.
Molte e diverse le tante voci che si sono alternate al microfono, portando gli argomenti per cui schierarsi oggi dalla parte del popolo palestinese è urgente e necessario, non solo per la giusta solidarietà con un popolo che vogliono cancellare ma anche come parte della nostra lotta di classe contro un sistema che genera mostri, aggressione, guerre, oppressione e sfruttamento e trova nello Stato sionista un gendarme e nel popolo palestinese un eroica resistenza.Voci dei compagni delle forze e comitati scesi in campo in queste settimane, della comunità palestinese, da sempre presente e attiva a Bari, del noto giornalista e cantautore Nabil. Ma la testimonianza più efficace è stata quella di un giovane palestinese, che ha chiarito in forme molto vive ed efficaci la realtà di quella che i nemici dei palestinesi si ostinano a definire pomposamente come "l'unica democrazia del Medio Oriente". Una realtà di oppressione, discriminazione e continua minaccia per gli arabi non ebrei cittadini di Israele, di occupazione spietata, controllo asfissiante, genocidio quotidiano per quelli che vivono nei territori trasformati in prigionieri in casa propria nel sovraffollato carcere a cielo aperto di Gaza e prede dei coloni aguzzini in Cisgiordania.Da Taranto abbiamo riportato lo spirito della riuscita iniziativa della settimana scorsa con cui ci siamo uniti alla grande ondata di solidarietà che sta percorrendo il mondo, la sensibilità ed entusiasmo che abbiamo trovato in tanti giovani, ragazzi e ragazze e donne immigrate, e soprattutto la necessità e l'impegno a continuare la campagna, a estenderla anche in ambiti più ampi.
Molte e diverse le tante voci che si sono alternate al microfono, portando gli argomenti per cui schierarsi oggi dalla parte del popolo palestinese è urgente e necessario, non solo per la giusta solidarietà con un popolo che vogliono cancellare ma anche come parte della nostra lotta di classe contro un sistema che genera mostri, aggressione, guerre, oppressione e sfruttamento e trova nello Stato sionista un gendarme e nel popolo palestinese un eroica resistenza.Voci dei compagni delle forze e comitati scesi in campo in queste settimane, della comunità palestinese, da sempre presente e attiva a Bari, del noto giornalista e cantautore Nabil. Ma la testimonianza più efficace è stata quella di un giovane palestinese, che ha chiarito in forme molto vive ed efficaci la realtà di quella che i nemici dei palestinesi si ostinano a definire pomposamente come "l'unica democrazia del Medio Oriente". Una realtà di oppressione, discriminazione e continua minaccia per gli arabi non ebrei cittadini di Israele, di occupazione spietata, controllo asfissiante, genocidio quotidiano per quelli che vivono nei territori trasformati in prigionieri in casa propria nel sovraffollato carcere a cielo aperto di Gaza e prede dei coloni aguzzini in Cisgiordania.Da Taranto abbiamo riportato lo spirito della riuscita iniziativa della settimana scorsa con cui ci siamo uniti alla grande ondata di solidarietà che sta percorrendo il mondo, la sensibilità ed entusiasmo che abbiamo trovato in tanti giovani, ragazzi e ragazze e donne immigrate, e soprattutto la necessità e l'impegno a continuare la campagna, a estenderla anche in ambiti più ampi.
diffuso un volantino con l'appello dei sindacati palestinesi dopo lo sciopero del 18 maggio , che lo slai cobas taranto stà facendo circolare sui posti di lavoro
Per questo abbiamo invitato chi era venuto da Taranto a ritrovarci il 1 giugno per discutere insieme come andare avanti e proposto a tutti di mantenere contatti e coordinamento a livello regionale
Per questo abbiamo invitato chi era venuto da Taranto a ritrovarci il 1 giugno per discutere insieme come andare avanti e proposto a tutti di mantenere contatti e coordinamento a livello regionale
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