venerdì 14 maggio 2021

ArcelorMittal - ancora una volta un Tavolo inutile - ora si chiamano "interlocutori" - a Roma

Dall'informazione di un operaio dell'Ilva AS dello Slai cobas presente a Roma sappiamo che da Taranto sono andati a Roma e hanno manifestato sotto la sede del MiSe sui 160 lavoratori. 

Nonostante questa presenza, non vi è stata alcuna novità significativa, nè sul fronte dei problemi della difesa di tutti i posti di lavoro, del futuro, della sicurezza e salute, nè sul fronte dei licenziamenti che stanno diventando una vera mannaia verso gli operai. 

Ma ciò che anche non cambia - ma non può cambiare - è l'atteggiamento dei sindacati verso il governo: considerato interlocutore, che dovrebbe fare l'interesse dei lavoratori nei confronti di Mittal - cosa assolutamente non reale. L'altro aspetto è che in questi Tavoli i sindacati vanno a sentire, non a pretendere precise rivendicazioni per gli operai. 

Riprendiamo dal Corriere di Taranto la cronaca dell'incontro, attraverso le posizioni di Giorgetti e quelle di Fiom, Fim, Uilm:

Nell'incontro odierno al MiSE a Roma, il ministro ha confermato gli impegni senza però dare tempi certi sui tanti nodi ancora da sciogliere
Si è svolto oggi al MiSE (ministero dello Sviluppo economico) il terzo tavolo Acciaio presieduto dal ministro dello sviluppo economico con i sindacati dell’ex Ilva. Presente anche il ministro del Lavoro Andrea Orlando.
Un lungo confronto, in cui il ministro Giorgetti ha ribadito che la produzione dell’acciaio è strategica per l’industria italiana e che c’è l’impegno del governo per rilanciare il settore: “ci sono le risorse economiche, politiche e umane per poterlo fare” ha sottolineato il ministro.
Giorgetti ha parlato anche della necessità di giungere a una produzione ecosostenibile: “un progetto che per essere realizzato necessita di un periodo di transizione che va gestito” così come “dovranno essere gestiti gli esuberi. Sappiamo che non tutti i lavoratori saranno assorbiti nel nuovo progetto – aggiunge Giorgetti – ma abbiamo la possibilità, visti gli investimenti a disposizione, di ricollocare tutti“. Pur avendo ereditato una situazione non facile, il ministro si è detto ottimista sulla possibilità di una revisione del piano industriale e di poter anticipare i tempi per l’ulteriore iniezione di capitale pubblico nell’azienda “nel pieno rispetto dei ruoli e dopo il confronto con il nuovo Cda con tutte le parti in causa“.
Giorgetti ha quindi auspicato che il bilancio 2020 dell’azienda sia approvato in tempi brevi, “prima si approva – ha detto – e prima si fanno passi importanti. Il governo è pronto alla sfida industriale del settore“. Inoltre il ministro ha confermato che l’intero percorso vedrà anche il coinvolgimento della Regione e del sindaco di Taranto.

“...Il Governo ha comunicato l’intenzione di accelerare il completamento degli assetti societari anche anticipando la data prevista per maggio 2022 dall’accordo con ArcelorMittal. Su questa prospettiva e sull’immediata operatività del consiglio di amministrazione di Acciaierie d’Italia pesano però due condizioni: l’approvazione del bilancio 2020 di ArcelorMittal e la sentenza del Consiglio di Stato sullo spegnimento dell’area a caldo a Taranto, che aprirebbe scenari che noi riteniamo di non dover nemmeno prendere in considerazione. Si tratta quindi di un ennesimo rinvio della definizione di un tavolo negoziale e di un cronoprogramma sul piano industriale, sugli impegni e sui vincoli ambientali ed occupazionali, con ipotesi avanzate dal Governo di possibili modifiche del piano industriale stesso e dei saldi occupazionali attraverso una diversificazione degli investimenti e delle attività industriali. Siamo però di fronte ad un ulteriore congelamento del confronto di merito mentre la situazione negli stabilimenti del gruppo è sempre più intollerabile: licenziamenti individuali ed ingiustificati, azzeramento delle relazioni sindacali, utilizzo massiccio della cassa integrazione, mancato pagamento degli stipendi dei lavoratori degli appalti e totale incertezza per i lavoratori ex Ilva in A.S.” così Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil al termine dell’incontro.
“I lavoratori dell’ex Ilva e la città di Taranto aspettano risposte da anni e la produzione di acciaio green è strategicamente indispensabile per l’insieme dell’industria manifatturiera. A maggior ragione oggi che siamo in presenza di una crescita rilevante della domanda di acciaio che sarà sostenuta ulteriormente dalle scelte che dovranno essere confermate dal PNRR sia dal punto di vista della transizione energetica e sostenibile delle produzioni, sia dal punto di vista degli investimenti in infrastrutture ed in mobilità sostenibile, in particolare su ferro e nella produzione di energie rinnovabili. Resta per noi imprescindibile definire le scelte per quanto riguarda il piano nazionale sulla siderurgia e l’attivazione dei tavoli degli altri settori strategici a partire da aerospazio, automotive, elettrodomestico, semiconduttori: su queste nostre priorità non abbiamo riscontrato nessun impegno da parte del Governo. Nei prossimi giorni valuteremo insieme a Fim e Uilm le modalità e le azioni necessarie a garantire la continuità della mobilitazione e la costruzione di un fronte che riunifichi la necessità di ottenere dal Governo risposte convincenti sulle politiche industriali e sull’insieme delle crisi aperte” conclude la Re David.

“Come Fim Cisl, durate l’incontro con i due Ministri, abbiamo denunciato la grave situazione di stallo in cui versa il polo siderurgico di Taranto, che ormai a cinque mesi dal nuovo piano industriale rimane ai minimi livelli produttivi senza che sia data un accelerazione agli investimenti previsti e con più cassintegrati che gente a lavoro – ha dichiarato il segretario generale Fim Cisl Roberto Benaglia -. Il Governo ha ribadito la volontà di investire e rilanciare sul sito di Taranto e con esso sui siti del Gruppo. Confermando il fatto che per il Governo l’acciaio rappresenta un settore strategico. A tal fine il Governo ha ribadito, a valle dell’attesa sentenza del Consiglio di Stato, di insediare il nuovo CDA con la presenza dei rappresentanti del Governo e l’acquisizione futura della quota di maggioranza, e quindi del controllo, di Acciaierie d’Italia”.
“L’incontro di oggi è stato ancora purtroppo interlocutorio. Le volontà del Governo sono positive ma teniamo che nelle prossime settimane la situazione produttiva e occupazionale non abbia significative accelerazioni, questo in una fase in cui c’è una forte richiesta di acciaio. Per noi resta incomprensibile, come il versamento di 400 mln da parte dello Stato non sia stato accompagnato dalla contemporanea entrata in ruolo del nuovo CDA di Acciaierie d’Italia. Una situazione d’incertezza che può essere risolta con un confronto con gli attuali manager della società mettendo finalmente in marcia gli investimenti e la ripresa produttiva attesa. Per la Fim Cisl resta in ogni caso prioritario la costruzione di un accordo sindacale che preveda investimenti, a partire da quelli indispensabili per un transizione ecologica che permettano di realizzare contemporaneamente l’obiettivo di esuberi zero, ivi compresi, i lavoratori in amministrazione straordinaria” conclude Benaglia.

“Dopo circa 50 giorni dall’ultimo incontro al Mise con il ministro Giorgetti nulla è cambiato in concreto, anzi la situazione peggiora di giorno in giorno”. Così Rocco Palombella, Segretario Generale Uilm, al termine dell’incontro al Mise sulla vertenza dell’ex Ilva. “Proseguono i licenziamenti discriminatori – sottolinea il leader Uilm – si conferma un clima repressivo nei confronti dei lavoratori e dei rappresentanti sindacali, si continuano ad accumulare ritardi per quanto riguarda gli investimenti ambientali e manutentivi, aumenta il numero dei lavoratori in cassa integrazione”.
“A questo si aggiunge – continua Palombella – la drammatica situazione dei lavoratori dell’indotto, con ritardi di diversi mesi del pagamento degli stipendi, e dei lavoratori in Ilva AS che, oltre a vedersi mettere in discussione la prospettiva occupazionale, sono stanchi di aspettare un piano di formazione. Un mese fa si è verificato il tanto atteso ingresso dello Stato all’interno di Acciaierie d’Italia ma per ora non c’è stato alcun cambio di passo – esorta -. Ancora non si è nemmeno riunito il nuovo Cda e sembra che i 400 milioni versati da Invitalia siano già stati spesi. Il Ministro Giorgetti ha dichiarato di voler anticipare i tempi per il controllo della nuova società da parte di Invitalia, previsto per maggio 2022 – sottolinea – questo lo riteniamo positivo per la prospettiva ma per il presente il Governo deve vigilare sull’attuale gestione per mettere fine a questa situazione insostenibile“.
“Il tanto annunciato piano nazionale della siderurgia, funzionale alla salvaguardia e al rilancio dei diversi siti, continua ad essere una chimera” prosegue. “Nonostante le nostre ripetute richieste di avviare una discussione, continuiamo a fare incontri inutili. Ora è indispensabile continuare una fase di mobilitazione generale che riguarderà il futuro della siderurgia e le tante vertenze aperte e non risolte da troppi anni” conclude il segretario generale della Uilm...

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