da corriere di taranto

“No ai licenziamenti. Il clima in fabbrica è insostenibile e i problemi di sicurezza non possono essere scaricati sui lavoratori. In una fase di assoluta incertezza per migliaia di lavoratori sociali e di appalto, che attendono risposte sul futuro ambientale e occupazionale dello stabilimento di Taranto, si insinua una gestione della fabbrica che semina terrore e scarica le responsabilità verso il basso”. E’ la nuova denuncia di Fim, Fiom e Uilm in merito all’attuale gestione dell’ex Ilva di Taranto.

“Infatti, ad oggi, in merito ad un deflagrazione di una notevole rilevanza, avvenuto in data 5 aprile, insieme ad altri eventi accaduti nei mesi precedenti, abbiamo riscontrato un parziale confronto con i RSU ed RLS che non hanno ricostruito del tutto gli eventi di near miss. L’azienda utilizza un solo metodo: licenziare i lavoratori. Infatti, nell’ultimo incidente, avvenuto alle ore 7.30 circa del lunedì di Pasquetta, vi è stata una fortissima reazione di tipo esplosivo con proiezione di acciaio in piattaforma in corrispondenza della linea 2 della Colata Continua 2, dovuta al contatto tra acciaio e acqua a causa di una perdita al sistema di raffreddamento del sensore del livello acciaio in lingottiera. L’evento quindi non è da attribuire a responsabilità dei lavoratori, quanto piuttosto ad un malfunzionamento di tipo tecnico tanto da inibire l’utilizzo stesso delle lingottiere” affermano i sindacati.

“Non è il primo caso in cui l’azienda fa ricadere le responsabilità di incidenti sui lavoratori, responsabilità che, come spesso poi viene accertato anche attraverso il puntuale intervento degli enti ispettivi, sono da addebitare a problemi impiantistici e di manutenzione. Tale comportamento ingiustificato e ritorsivo è per noi incompatibile con una gestione in cui lo Stato italiano diventa parte integrante. Per tali ragioni FIM, FIOM e UILM proclamano 24 ore di sciopero per il giorno 21 maggio per le colate di colata continua di Acciaieria 2. A chi cerca di creare un clima di terrore all’interno dello stabilimento, noi rispondiamo con lo sciopero. Nei prossimi giorni, in preparazione dello sciopero, programmeremo delle assemblee con i lavoratori di CCO per dire stop ai licenziamenti” concludono i sindacati.