Ieri era stato indetto uno sciopero nei reparti CCO da Fim, Fiom, Uilm e per tutta la fabbrica da Usb, in particolare contro i licenziamenti, ma anche contro la situazione di stallo generale.
Ma Acciaierie d'Italia ha di fatto vietato lo sciopero!
Proseguendo sulla linea Mittal, sul fronte della repressione dello sciopero, a dimostrazione che l'entrata dello Stato anche su questo aspetto non cambia la politica di attacco agli operai e sindacale seguita finora.
Le RSU Fiom, Fim, Uilm denunciano:“l’azienda unilateralmente ha predisposto le comandate allargate su 3 turni derogando all’accordo integrativo del 1989 sulle procedure di raffreddamento, non permettendo ai lavoratori di partecipare allo sciopero. Inoltre, tale situazione inevitabilmente potrà ripetersi in futuro in occasione di altre iniziative di mobilitazione da parte dei sindacati... “Non siamo più disposti ad accettare tale atteggiamento da parte di Arcelor Mittal, adesso Acciaierie d’Italia, in quanto crediamo che lo sciopero sia un diritto costituzionale che debba essere garantito ai lavoratori e che tale situazione sia determinata dall’assenza di investimenti della multinazionale in merito alla macchina di granulazione. Qualsiasi impianto siderurgico a ciclo integrale non può non avere una “valvola di sfogo”, in quanto ci sono eventi prevedibili che possono essere gestiti, come lo sciopero, ed altri imprevedibili che potrebbero compromettere seriamente la salvaguardia della sicurezza dei lavoratori, dell’ambiente e degli stessi impianti di produzione...".
Detto questo, che è molto grave ed è parte della linea generale di padroni, governo, Stato per impedire, attaccare le lotte degli operai, e soprattutto il diritto di sciopero, nella logistica come nelle fabbriche, dove si dividono i compiti: i padroni licenziano, il governo sta dalla parte dei padroni (all'ArcelorMItta di Taranto ora è esso stesso "padrone"), lo Stato manda la polizia, carica le lotte, arresta (vedi Fedex),
dobbiamo dire però in'altra cosa. Lo Slai cobas ieri mattina alle 6 è stato alle portinerie dell'ex Ilva e dell'appalto, anche per sostenere lo sciopero sui licenziamenti illegittimi, MA... non c'era niente e nessuno: nè un sindacalista, nè un delegato, nè un comunicato, nè un avviso, niente di niente, come se fosse una giornata normale; nei pressi della Direzione decine e decine di bandiere di Fim, Fiom, Uilm ma neanche mezzo delegato. Per non parlare della Usb che, avendo indetto lo sciopero per tutta la fabbrica e l'appalto, quantomeno la presenza al mattino doveva farla... Niente!
I padroni fanno sempre più il loro sporco mestiere, ma hanno campo libero! E chi ne paga le conseguente in termini di sfruttamento, rischi sul lavoro, cassintegrazione,licenziamenti sono gli operai.
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