domenica 23 maggio 2021

Lavoratori ex Pasquinelli senza lavoro da giorni... Per attaccare lo Slai cobas si colpiscono 8 lavoratori?

Da Giovedì 13 maggio a 8 lavoratori e lavoratrici dell'ex pasquinelli gli è impedito di lavorare.

Cosa è successo?

Mercoledì 12/5 sera improvvisamente, senza alcuna motivazione, 8 lavoratori ex Pasquinelli, attualmente dipendenti della Coop. L'Arca ma in attesa da anni di una stabilizzazione definitiva con il ritorno al loro lavoro sull'impianto di selezione Pasquinelli, hanno ricevuto dalla Coop una comunicazione che l'Arca a sua volta aveva ricevuto dall'Amiu. La comunicazione, senza spiegare i motivi, diceva che 8 lavoratori e lavoratrici (sui 21 totali) impiegati sul territorio dovevano cessare con effetto immediato ogni attività lavorativa in favore dell'Amiu, mentre gli altri lavoratori dell'Arca impiegati presso l'impianto di selezione Pasquinelli (13) dovevano continuare il lavoro.

Da giovedì 13 quindi gli 8 lavoratori non possono più scendere al lavoro. Mentre la loro attività di "decoro urbano" viene fatta in questi giorni da personale diretto dell'Amiu.

In realtà questa azione improvvisa vuole essere un attacco aperto allo Slai cobas da parte dell'attuale presidenza dell'Amiu, che ha preso a pretesto una normale iniziativa sindacale - presenza di una delegazione di parte degli 8 lavoratori all'inaugurazione del 10 maggio dell'impianto fotovoltaico alla Pasquinelli - per liberarsi dello Slai cobas che da anni si batte coerentemente per il lavoro stabile, che da 10 anni insieme ai lavoratori, da quando erano Disoccupati Organizzati, ha conquistato con la lotta, mobilitazioni varie ogni passaggio lavorativo.

Questo è stato chiaro nell'incontro convocato dall'Arpal lo scorso venerdì, in cui l'intervento del Pres. dell'Amiu è stato unicamente di invettive contro lo Slai cobas e la sua coordinatrice, di diffida anche solo ad avvicinarsi nei pressi della Direzione Amiu, presidente che si è allontanato dall'incontro appena è intervenuta la coordinatrice dell'Amiu; impedendo così ogni ricomposizione della situazione, a cui invitava anche il dirigente dell'Arpal e gli altri sindacati.

E per attaccare lo Slai cobas si vuole mettere in mezzo ad una strada 8 lavoratori, 8 famiglie; lavoratori e lavoratrici che da più di 10 anni lottano, fanno sacrifici per una stabilizzazione lavorativa e, negli ultimi anni, per tornare al loro lavoro all'impianto di selezione della pasquinelli, dopo tanti rapporti precari, demansionamenti di questi anni. 

Ma cosa sarebbe successo di tanto grave lunedì 10 maggio? 

La delegazione e lo Slai cobas sc erano andati non certo per disturbare la cerimonia, ma unicamente per ricordare al presidente dell'Amiu, al sindaco e assessore presenti le attese dei lavoratori ex Pasquinelli, che da mesi, chiedono di salire anche loro sull'impianto di selezione come gli altri 13 lavoratori, per avere pari formazione pratica e pari opportunità di assunzione da parte dell'Amiu; di porre fine a una divisione tra lavoratori, a una oggettiva discriminazione sindacale (dato che i 13 sono tutti iscritti all'Ugl); per chiedere di passare dalle promesse, dai rinvii che durano da mesi ai fatti. 

Ma questa legittima presenza sindacale - tra l'altro l'accesso nella struttura era libero, nessuno ha detto allo Slai cobas che non poteva accedere e la delegazione si è mantenuta sempre ai margini dei momenti brevi di cerimonia - è stata vissuta come un voler guastare l'inaugurazione, si è cominciato a dire a singoli lavoratori di andare via, ecc; questo ha portato alcuni lavoratori, esasperati da una situazione che dura da 8 mesi, ad alzare i toni della voce, ad arrabbiarsi, a rivendicare attenzione, a chiedere che venissero trattati alla pari con gli altri 13 lavoratori. 

2 giorni dopo arriva la comunicazione dell'Amiu di cessazione del lavoro per gli 8 lavoratori! 
Di cui solo alcuni sono iscritti allo Slai cobas (gli altri ad altri sindacati); di cui 2 non erano proprio presenti il 10 maggio, di cui la maggiorparte della delegazione non aveva pronunciato parola.

Noi pensiamo che Istituzioni ed Enti come l'Amiu non possano mettere sullo stesso piano una situazione, che sia pure in brevi momenti era andata un pò oltre le intenzioni degli stessi lavoratori, con il lavoro, il salario, la vita stessa di lavoratori, lavoratrici e loro famiglie.

Questa comunicazione dell'Amiu inoltre è fuori norma. L'Ente appaltante non ha cessato l'appalto nè lo ha formalmente ridimensionato, ma dice: questi 8 lavoratori e lavoratrici non li voglio; questi altri sì! Ma non si possono scegliere i lavoratori da impiegare in un appalto.

Stiamo facendo di tutto perchè legalmente questa decisione dell'Amiu venga ritirata e gli 8 lavoratori/lavoratrici tornino a lavorare.

In una situazione di pandemia, di blocco dei licenziamenti, non possono essere proprio gli Enti pubblici i primi a licenziare.

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