Lo scorso 7 febbraio un evento atmosferico di forte vento causò una diffusione di polveri industriali dall’ex Ilva. Come si ricorderà, ancora una volta, immagini e video riempirono i social e furono rilanciati su tutti i siti locali e nazionali. Con annessi comunicati stampa da parte di associazioni di cittadini e partiti politici di varia natura, in cui si annunciava l’ennesimo ‘disastro ambientale‘. Ma cosa ha comportato in ricadute ambientali quell’episodio?
A distanza di un mese dall’evento, è arrivata la relazione di ARPA Puglia a fare chiarezza, in risposta alla nota della Prefettura di Taranto del giorno successivo, l’8 febbraio, in cui venivano chieste “approfondite notizie sulle circostanze” che avevano comportato quanto avvenuto 24 ore prima.
(leggi l’articolo https://www.corriereditaranto.it/2022/01/26/danno-sanitario-criteri-ok-ma-riesame-lontano3/)
ARPA Puglia ha effettuato nella mattinata dell’8 febbraio un sopralluogo lungo le aree perimetrali collocate a sud dello stabilimento siderurgico di Acciaierie d’Italia e presso alcune delle centraline di monitoraggio della qualità dell’aria ubicate nel quartiere Tamburi di Taranto, al fine di valutare la possibile presenza in aria di polveri e/o materiale particellare sospeso. Secondo l’Agenzia “presso le centraline di monitoraggio della qualità dell’aria ubicate nel quartiere Tamburi di Taranto e lungo le aree perimetrali a sud del complesso siderurgico all’atto del sopralluogo non si è rilevata una visibile presenza in aria di polveri e/o materiale particellare sospeso“. Tuttavia come anche riportato nel verbale di sopralluogo, durante le attività di sopralluogo si è dato atto che la barriera frangivento realizzata dal Gestore (ADI S.p.A.) ai confini del parco minerario, è risultata caratterizzata da numerosi pannelli di rete sganciati dai tiranti di sostegno ed in alcuni casi totalmente lacerati.
Nella sua relazione ARPA Puglia chiarisce anche un ulteriore dettaglio: “Le polveri sollevate dal vento e provenienti dal parco minerali dello stabilimento AdI sono costituite, in gran parte, da particelle grossolane, la cui frazione di particolato fine (ovvero il PM10) è assai minore rispetto al particolato proveniente, ad esempio, da processi di tipo termico o combustivo. Ciò può spiegare perché, a fronte di un sollevamento macroscopico di polveri durante il 07/02/2022, l’effetto sui parametri rilevati come previsto dalla normativa sulla qualità dell’aria (PM10 e PM2.5) sia stato quello misurato, che è risultato essere modesto. A seguito delle verifiche effettuate, in entrambe le giornate del 7 e 8 febbraio si sono realmente instaurate condizioni per definire i due giorni considerati come Wind Day. Durante la giornata del 07/02/2022, le concentrazioni di PM10 registrate dalle centraline della qualità dell’aria limitrofe all’area industriale hanno mostrato moderati incrementi rispetto ai giorni precedenti, ma nessuna ha superato il valore limite giornaliero, previsto dal D.Lgs. n.155/2010 in 50 µg/m3″.
Per quanto attiene le centraline esterne limitrofe all’area industriale, nelle ore serali del 7 febbraio 2022 si è osservato un incremento di concentrazione del PM10 in Via OrsiniTamburi (facente parte della rete ex ILVA ed esterna allo stabilimento siderurgico, alla quale sono applicabili i valori limite previsti dal D.Lgs. 155/2010) dalle ore 18 alle 22, con un massimo orario di 48 µg/m3; “tale valore, comunque, non si può considerare particolarmente significativo rispetto a quanto solitamente viene registrato in questo sito. La media giornaliera più elevata nell’area di Taranto il 7 febbraio è stata registrata in Via Orsini-Tamburi con 26 µg/m3, valore inferiore alla soglia limite di 50 µg/m3; per le altre due centraline site nel Quartiere Tamburi, si è osservato un valore pari a 17 µg/m3 in Via Archimede e 20 µg/m3 in Via Machiavelli – si legge ancora nel verbale dell’Agenzia Regionale di Protezione Ambientale -. Ovviamente, le centraline collocate all’interno dello stabilimento AdI, hanno mostrato valori ancor maggiori, in particolare, Cokeria e Meteo Parchi; il 7 febbraio in tali stazioni si è registrato un incremento delle concentrazioni biorarie di PM10 a partire dalle ore 20, rispetto a quanto registrato nelle ore precedenti (con un massimo orario in Cokeria pari a 133 µg/m3 ). Anche il giorno seguente, e cioè l’8 febbraio 2022, si è verificato un altro evento di Wind Day si è osservato un incremento delle concentrazioni biorarie di PM10 alle ore 12 nel sito Cokeria con un massimo biorario di 575 µg/m3. Nella stessa giornata e alla stessa ora, si è osservato un incremento di concentrazione del PM10 in Via Orsini-Tamburi, con un valore massimo orario di 51 µg/m3. Pure l’8/02/2022, in nessuna delle centraline esterne allo Stabilimento Siderurgico si sono registrati valori medi giornalieri superiori al limite suddetto. E’ risultato evidente un aumento delle concentrazioni medie giornaliere di PM10 il 7 e l’8 febbraio nella stazione Cokeria, rispetto al 6 febbraio; tale aumento nella centralina Via Orsini-Tamburi, presente nelle aree di ricaduta delle polveri diffuse, è più modesto. Il giorno dell’evento del 07/02/2022 i dati medi giornalieri di PM2,5 delle centraline esterne sono risultati tutti inferiori al valore limite sulla media annua. Nei giorni di wind day del 7-8 febbraio la media giornaliera di PM2.5 in Via Orsini-Tamburi è risultata superiore a quella del giorno 6 febbraio (non WD). Nel corso di questi eventi, nella centralina Cokeria, è stato registrato un evidente aumento delle concentrazioni di PM2.5 rispetto al 6 febbraio”.
(leggi l’articolo https://www.corriereditaranto.it/2022/03/01/ex-ilva-il-futuro-non-e-adesso/)
L’ARPA ricorda che va tenuto sempre “presente che il contenuto di microinquinanti organici e inorganici presenti nel particolato proveniente da un’area industriale, quale quella di Taranto, conferisce certamente al PM10 caratteristiche di maggiore pericolosità rispetto a quello presente in aree rurali o non soggette a tale genere di impatto. Per quanto attiene i limiti degli altri inquinanti monitorati e previsti dal D.Lgs. n.155/2010 e s.m.i., si riferisce che non si sono registrati superamenti delle concentrazioni limite, come previsto dalla normativa italiana.
Infine, anche in questa relazione l’Agenzia sottolinea come “il rispetto dei limiti di qualità dell’aria previsti (il citato D.Lgs n.155/2010), recepimento di analoga normativa europea è riferito esclusivamente alla valutazione di aspetti di carattere ambientale e che la presente relazione non contiene elementi di valutazioni di carattere sanitario, che restano di esclusiva competenza delle Aziende Sanitarie Locali. In particolare, il limite giornaliero del PM10, pari a 50 µg/m3, può essere superato non più di 35 volte nel corso di un anno solare (a tutt’oggi, nel quartiere Tamburi di Taranto la centralina di via Machiavelli della RRQA non ha registrato nessun superamento di tale limite)”. Ad oggi sono peraltro in corso ulteriori accertamenti che potranno consentire di inquadrare meglio il fenomeno ed individuare la causa dell’innalzamento delle concentrazioni di polveri.
Lo stato di attuazione delle prescrizioni del Piano Ambientale
Ma a che punto sono le prescrizioni che riguardano la copertura dei vari parchi interni al siderurgico? Ricordiamo che all’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), l’ente competente individuato dall’art. 29-decies comma 3 del D. Lgs. n. 152/06 e smi, è demandato il controllo circa il rispetto delle condizioni dell’Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata agli impianti di competenza statale, della regolarità dei controlli a carico del Gestore, con particolare riferimento alla regolarità delle misure e dei dispositivi di prevenzione dell’inquinamento nonché al rispetto dei valori limite di emissione, che il Gestore abbia ottemperato ai propri obblighi di comunicazione e in particolare che abbia informato l’autorità competente regolarmente e, in caso di inconvenienti o incidenti che influiscano in modo significativo sull’ambiente, tempestivamente dei risultati della sorveglianza delle emissioni del proprio impianto.
Nell’ultima relazione redatta dall’ISPRA del dicembre scorso, si legge che per la prescrizione n. 4 – UA7 (copertura parco OMO, parchi AGL Nord e AGL Sud e realizzazione delle barriere frangivento parco Loppa), gli esiti della vigilanza effettuata nei giorni 28-29/07/2021 riportano che “le coperture sono in avanzato stato di realizzazione. Il parco AGL SUD è completo ed è in corso la realizzazione delle strutture di sostegno delle tamponature del Parco OMO (in parte già installate, è in corso l’impermeabilizzazione del parco) e del parco AGL NORD: secondo le previsioni il tutto dovrebbe concludersi entro il mese di aprile. La barriera frangivento del Parco Loppa è quasi completamente realizzata.
Per quanto riguarda invece la prescrizione n.1-UA7 (completamento copertura Parco Fossile), ISPRA ha effettuato il sopralluogo per l’accertamento del completamento degli interventi nei giorni 9-10/12/2021, gli esiti saranno trasmessi appena possibile. La copertura del parco fossile è stata completata entro il termine del 31 ottobre 2021: pertanto ad oggi i parchi primari risultano entrambi coperti.
Infine, per la prescrizione n. 6 (Chiusura nastri trasportatori), nel corso del sopralluogo effettuato nei giorni 9-10/12/2021, è stato accertato sul campo il completamento degli interventi. Per queste ultime due prescrizioni, per la prima volta sono stati utilizzati sistemi APR/UAS (droni).
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