martedì 29 marzo 2022

Sul mancato accordo a Roma per Acciaierie - comunicato USB - info Slai cobas

Acciaierie d'Italia. Incontro-fiume al Ministero del Lavoro si 
conclude con mancato accordo. RIZZO:"Purtroppo avevamo ragione"

L'azienda getta la maschera e mostra che in realtà i numeri di 
cassa sono esuberi strutturali. 
Abbassate le unità da porre in cassa integrazione da 3000 a 2750 
e riconosciuto solo il rateo della tredicesima. Ma per l'azienda il 
tutto mira a realizzare il nuovo piano industriale, di cui ignoriamo 
i contenuti, e che vede esclusi i 1700 ex Ilva in As; noi invece 
abbiamo ben presente l'accordo del 2018 secondo cui, con una 
produzione superiore a 6 e fino a 8  milioni di tonnellate, andavano 
richiamati i 1.700. 
 
Se avessimo firmato questa cassa integrazione, avremmo certificato 
l'uscita di scena dei 1.700 lavoratori. 
Avevamo mostrato disponibilità a sottoscrivere, con un altro 
ammortizzatore sociale, un accordo che prevedeva integrazione 
salariale, riconoscimento dei ratei e rotazione, oltre 
all'applicazione dell'Accordo di Programma anche per i lavoratori 
dello stabilimento di Genova, esistente dal 2005. Ma la giornata di 
oggi dimostra purtroppo ancora una volta  quanto il Governo sia 
assente in questa trattativa e quanto l'azienda sia distante dalle 
esigenze dei lavoratori.
 
Questo è inaccettabile, il tavolo si è dunque concluso con un 
mancato accordo.

Nella giornata di oggi intanto si registra una buona notizia: 
convocato dal presidente della task force regionale Leo Caroli e 
dall'assessore regionale al Lavoro Sebastiano Leo per l'8 aprile 
alle 15.00, il tavolo per i Lpu, proprio per i lavoratori in 
amministrazione straordinaria.


Coordinamento nazionale Usb Acciaierie d’Italia

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