martedì 15 marzo 2022

Gli operai della Cemitaly sono stati dimenticati ? Sì. E solo dopo che si muovono i lavoratori e lo Slai cobas, la Fillea Cgil del Sig. Bardinellla se ne ricorda

da  corriere di Taranto 

Dal 2014 lavoratori considerati figli di una vertenza di serie B. Ridotti, scorporati, avviati prima a una Cassa Straordinaria e infine a una Cassa Integrazione per cessazione definitiva di attività. È la storia dei 51 ex dipendenti della Cemitaly al secolo Cementir. Ad occuparsi di loro ancora una volta è la Fillea Cgil di Taranto, con il suo segretario provinciale Francesco Bardinella.

“A settembre queste 51 persone saranno cancellate definitivamente dalla storia industriale e del lavoro di questa città, scadrà la cassa integrazione straordinaria e su di loro cadrà la mannaia della dimenticanza – spiega Bardinella -. Per questo abbiamo chiesto un incontro urgente alla task force regionale per il lavoro, all’impresa e ai vertici della Regione Puglia. Perché quel licenziamento collettivo ben sintetizza il fallimento della politica verso una vertenza che rappresenta la vertenza dell’acciaieria in miniatura“.

(leggi il nostro articolo https://www.corriereditaranto.it/2021/09/03/ex-cementir-la-storia-e-finita-nel-silenzio-generale/)

I 300 mila metri quadri dell’area dell’ex Cementir rispetto agli oltre 15 chilometri quadrati dell’ex Ilva, 51 dipendenti per la cementeria e migliaia di operai e impiegati per l’acciaieria. “È sul quel terreno – spiega ancora Bardinella – che avremmo dovuto provarci, mostrando lungimiranza, transizione, desiderio di diversificazione, e invece il 15 settembre del 2022 nel silenzio più assordante questi lavoratori smetteranno anche di sperare. Una speranza che invece la Fillea Cgil non intende abbandonare“.

“Crediamo davvero che sia possibile valutare nuovi percorsi – scrive Francesco Bardinella – come ad esempio l’avviso pubblico emanato dal ministro della Transizione Ecologica, Cingolani, rispetto agli investimenti previsti, previa manifestazione di interesse di Regioni e Province autonome, per la nascita in “aree industriali dismesse” di impianti per la produzione di idrogeno verde. Non sappiamo se può essere una risposta immediata, da inserire anche nelle schede del Pnrr predisposte dalla Regione, ma non possiamo smettere di pensare al futuro anche in presenza di una fabbrica attigua come l’ex Ilva fortemente energivora”.

La lettera della FILLEA alla politica e agli amministratori suona come un ultimo disperato appello di fronte a una vertenza dimenticata. Settembre è vicino.

(leggi l’articolo sull’aggiornamento della bonifica della falda https://www.corriereditaranto.it/2021/06/16/italcementi-vende-ex-cementir-il-futuro-un-deserto/)

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