All’indomani dell’incontro nella sede di Confindustria a Roma tra l’azienda Acciaierie d’Italia e i sindacati metalmeccanici (Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm, Usb, Ugl, Fimu, Failms e Fismic), il ministero del Lavoro ha convocato le parti per il 16 marzo (alle ore 12 nella sede romana di via Flavia a Roma, nella sala D’Antona). All’incontro parteciperanno anche il ministero dello Sviluppo economico, Confindustria nazionale con le rappresentative di Taranto, Genova e Alessandria e le Regioni Puglia, Liguria, Veneto, Lombardia e Piemonte.
Al centro dell’incontro la procedura di cassa integrazione straordinaria per un anno per ristrutturazione richiesta da Acciaierie d’Italia per 3mila lavoratori. La procedura va avviata dal prossimo 28 marzo stante anche l’imminente scadenza di quella con causale Covid. In questa sede, quasi sicuramente, i sindacati proveranno a capire quale destino attende i 1500 lavoratori in Ilva in AS, che come abbiamo riportato anche ieri, secondo gli accordi sottoscritti nel dicembre 2020, non rientreranno nel perimetro occupazionale dell’azienda come invece previsto dall’accordo sindacale del 6 settembre 2018.
Nell’incontro di ieri sera, l’azienda ha pero anche prospettato un sorta di piano investimenti per i prossimi due anni. A cominciare come detto dall’aumento della produzione, che prevede 4,4 milioni di bramme nel 2021, 5,7 nel 2022 (con l’acciaieria 1 all’80% del suo potenziale e l’acciaieria 2 al 100%), 6 nel 2023 con le due acciaierie al 100%. Utilizzo degli altiforni: per AFO 1 e AFO 2 è previsto l’utilizzo al 100% nel 2022 e nel 2023, mentre per AFO 4 un utilizzo all’80% nel 2022 e al 100% nel 2023. In merito alla produzione della ghisa è prevista a 5,5 milioni nel 2022. Prevista inoltre l’utilizzazione degli impianti verticalizzati al 100% nel 2022 e nel 2023, per un totale delle spedizioni del prodotto pari a 4,1 nel 2021, 5,3 nel 2022, 5,5 nel 2023.
L’azienda ha inoltre fornito delle delucidazioni di massima per quanto attiene gli investimenti. Nel 2019 sono ammontati a 331 milioni, di cui 239 ambientali e 92 tecnologici. Nel 2020 sono stati pari a a 297 milioni di cui 221 ambientali. Nel 2021 sono stati investiti 230 milioni nell’ambiente e 100 nell’ambito tecnologico per un totale di 330 milioni mentre per il 2022 sono previsti investimenti per 407 milioni di cui 146 ambientali e 261 tecnologici.
Per quanto attiene invece il settore manutenzioni, nuovi equipaggiamenti ed automazione, sono previsti 185 milioni quest’anno e 175 il prossimo tra Genova-Novi Ligure e Taranto per un totale di 350 milioni. Di questi, per quanto riguarda Taranto, nel prossimo biennio 2022-2023, sono previsti 67 milioni suddivisi tra i 32 di quest’anno e i 35 del prossimo. Infine per quanto riguarda il progetto della così detta decarbonizzazione è previsto un inveseimento pari a 148 milioni per l’altoforno 5 (51 nel 2022 e 97 il prossimo) e 50 per l’altoforno 4 (15 nel 2022 e 35 nel 2023).
Al momento però, stiamo parlando di previsioni. Quello che accadrà nelle prossime settimane, a partire da ciò che si deciderà di fare sull’attuazione o meno degli accordi sottoscritti nel dicembre 2020, sarà fondamentale per capire le intenzioni dell’azienda e del governo.
Per quanto riguarda infine lo stato di attuazione delle prescrizioni previste dal Piano Ambientale, ne parleremo approfonditamente in articoli di prossima pubblicazione.
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