sabato 26 gennaio 2013

Sul presidio a Milano alla sede dell'Ilva

Circa un centinaio di compagni/e ha partecipato al presidio di venerdì 25 gennaio a Milano sotto la sede dell’Ilva. Il presidio è stato promosso da csa Transiti (MI), Cs Fornace (RHO), cs Boccaccio (Monza); cs Baraonda (Segrate) a sostegno della battaglia che si sta combattendo a Taranto attorno alla vicenda Ilva, e in particolare a sostegno del Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti di Taranto. Oltre la presenza dei militanti di area centri sociali e delegazione del Comitato, erano presenti rappresentanti del sindacalismo di base, USI-Confederazione Cobas-USB, rappresentanti politici, M Gatti consigliere provinciale -L. Mhulbauer. Ha partecipato una delegazione della Rete Nazionale per la Salute e Sicurezza sui luoghi di Lavoro e Territorio.

Il presidio è stato aperto da due striscioni che riprendevano le parole d’ordini del Comitato Liberi e pensanti: “Io non delego, Partecipo” - “Da Taranto a Milano noi non ci arrendiamo” (quest'ultimo con i colori della squadra del Taranto), espressione della solidarietà/condivisione delle realtà milanesi col comitato tarantino.
La Rete Nazionale per la Salute e Sicurezza sui luoghi di Lavoro e Territorio ha portato uno striscione che diceva: “Dall'Eureco all'Ilva stessa lotta, nocivo è il capitale e non la fabbrica”.
Per circa 2ore sono stati lanciati slogan “Taranto libera” e contro Riva, alternati con interventi dal microfono: nell'intervento di apertura tenuto dagli organizzatori è stato spiegato il senso della 2 giorni e la serie di iniziative previste a partire dal presidio, affermando che la lotta del Comitato Liberi e Pensanti è un esempio anche per Milano; in vari interventi, esponenti del Comitato LP hanno espresso da un lato “soluzioni” che poco centrano il cuore della vicenda Ilva e cioé “chiusura della fabbrica” come soluzione alla devastazione ambientale e forme alternative di economie quali -pesca-turismo-agricoltura - ed eventuale reddito per gli operai, dall'altro lato, invece, hanno fatto delle proposte condivisibili quali: unità tra operai che si infortunano e muoiono in fabbrica e cittadini che subiscono sulla propria pelle i veleni di Riva, ecc., alternati ad accuse contro politici, da Vendola a Stefano al governo, contro il sindacato – ma di fatto non specificando tra ruolo dei sindacati confederali filoaziendali e conniventi, e ruolo di sindacati di base che si pongono come alternativa di classe; hanno valorizzato l'esperienza del Comitato come esempio di autogestione e autodeterminazione; infine è stato lanciata la parola d'ordine “che siccome Riva non lascia in pace i tarantini, noi non lasceremo in pace Riva”.
Sono intervenuti poi un rappresentante dell'USI, di una compagna del Collettivo 25.11 che ha mostrato, per esserci stata direttamente, i cambiamenti che nelle persone questa lotta sta apportando e da prendere come esempio per una città come Milano; di un compagno del Boccaccio. L'intervento del compagno G. Gaglio della Rete Nazionale per la sicurezza ha evidenziato che la battaglia che si sta conducendo a Taranto richiede l'unità di lotta a partire dalla fabbrica tra operai e Comitati popolari, contro padron Riva-governo-istituzioni; ha ribadito che la lotta Ilva è la stessa della vicenda Eureco, come della Thyssen/Viareggio/ecc. – invitando a partecipare al presidio della prossima udienza del processo Eureco del 25 marzo; inoltre ha ricordato che la Rete ha assunto la vicenda Ilva come questione nazionale emblematica e oggi centrale della battaglia per la salute e il lavoro, e all'assemblea nazionale del 7 dicembre a Taranto, ha lanciato la proposta di una manifestazione nazionale a Taranto di tutti gli organismi, comitati, associazioni, sindacati di base che si stanno battendo su questo terreno nella varie realtà.
Un inciso è stato l’intervento di Oreste Scalzone. Questi ha cercato di legare l'esperienza del Comitato LP alla teoria e prassi della sua esperienza politica (autonomia operaia), ma svuotando l'analisi del Capitale di Marx, in particolare non citando mai le parole operaio e padrone; cosa che è stata sottolineata proprio da un operaio della Tenaris/Dalmine della Rete per la sicurezza.
L'iniziativa si è conclusa rimandando ad un confronto tra la varie posizioni all'assemblea prevista per l'indomani.

Rete per la sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro e territori – nodo Milano/Bergamo
25.1.13

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