DAI TAMBURI - Angelo Di Pietro
La situazione del rione Tamburi è
oramai diventata insostenibile, da oltre 40 anni l'Ilva inquina e gli
abitanti del quartiere hanno denunciato, ci sono state alcune
mobilitazioni, soprattutto di giovani, ma non abbastanza; l'ultima
fase della questione Ilva, in particolare quest'estate e l'iniziativa
iniziale ai Tamburi del Comitato lavoratori e cittadini liberi e
pensanti ha fatto alzare la testa, e vi sono state assemblee in
piazza molto partecipate, con tanti abitanti che intervenivano.
Dopo però i mesi estivi, la protesta
ai Tamburi non ha avuto la continuità e lo sviluppo che sono
necessario
L'azione del Comitato liberi e pensanti
non è la soluzione dei problemi di Taranto e tantomeno del quartiere
Tamburi. La posizione prevalente nel comitato è per la chiusura
dello stabilimento che dà lavoro a ventimila operai, ma ciò
porterebbe ulteriore miseria e degrado alla città e non ci sarebbero
neanche le bonifiche del territorio. Nello stesso tempo non
costruendo organizzazione della popolazione dei Tamburi non si dà
continuità e prospettiva alla protesta.
Invece dobbiamo costruire un Comitato
popolare di quartiere, in cui i lavoratori, i giovani, le donne, gli
abitanti dei Tamburi siano effettivamente protagonisti, unire la
lotta per un vero risanamento ambientale per fondi e piani necessari,
alla battaglia per il lavoro ai tantissimi disoccupati del quartiere,
per la difesa delle condizioni di vita. Noi pensiamo che i cittadini
dei Tamburi, di cui tanti lavorano all'Ilva, devono unirsi agli
operai e lottare insieme contro il governo e contro Riva, uniti per
la salvaguardia sia dell'ambiente che del lavoro.
Angelo Di Pietro
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