LAVORATORE CIMITERIALE
Vi saluto tutti a nome anche dei
colleghi che non sono potuti venire o restare fino a quest’ora.
Lavoriamo al cimitero di Taranto, che
significa stare fisicamente a ridosso e a stretto contatto con
l’Ilva, a poche decine di metri. Sono tante le polveri che
respiriamo, anche e soprattutto nelle ore notturne, il sabato e la
domenica, quando all’Ilva approfittano per emettere a più non
posso, quando è più difficile accorgersene e che ci siano
controlli.
Questa è la realtà che vivo
giornalmente con i miei colleghi e possiamo anche documentarlo
tangibilmente con filmati che abbiamo realizzato in questi anni.
Lavoriamo in una situazione di assoluta criticità. Condizioni che
abbiamo in comune con chi vive al quartiere Tamburi.
Nella sentenza del riesame emessa a
conferma della ordinanza del Giudice Todisco si scrive:
"la gravissima situazione di inquinamento, prodottasi con la contaminazione della vasta area .... tra i comuni di Taranto e Statte, causata dall'attività del siderurgico e dalle sue emissioni incontrollate e
incontrollabili, oltre che da quelle autorizzate di polveri e fumi, si accompagna ad una allarmante compromissione ambientale delle aree urbane - immediatamente e visivamente percepibile nei rioni a ridosso del siderurgico, in particolare nel quartiere Tamburi e nella zona del Cimitero di San Brunone massicciamente ricoperti (imbrattati) di una coltre di polveri ferrose di colore rossastro... che ha determinato un gravissimo e ormai insostenibile rischio sanitario".
Noi lavoratori cimiteriali da 15-20 anni ogni giorno per almeno 6 ore all'aria aperta e sollevando tanta polvere, pulendo e tumulando ecc, ci esponiamo quindi a queste sostanze inquinanti, con gravi evidenti danni alla nostra salute passata, presente e temiamo soprattutto futuro.
Ora diciamo basta e siamo pronti a mobilitarci. Con lo Slai cobas stiamo portando giornalmente avanti la lotta contro queste condizioni, tra l’altro in una situazione in cui sono morti per patologie riconducibili alle condizioni di lavoro un nostro collega e il direttore del cimitero urbano. Abbiamo avuto anche noi i nostri morti, e questo ci accomuna ancora di più alla lotta degli operai dell'Ilva.
"la gravissima situazione di inquinamento, prodottasi con la contaminazione della vasta area .... tra i comuni di Taranto e Statte, causata dall'attività del siderurgico e dalle sue emissioni incontrollate e
incontrollabili, oltre che da quelle autorizzate di polveri e fumi, si accompagna ad una allarmante compromissione ambientale delle aree urbane - immediatamente e visivamente percepibile nei rioni a ridosso del siderurgico, in particolare nel quartiere Tamburi e nella zona del Cimitero di San Brunone massicciamente ricoperti (imbrattati) di una coltre di polveri ferrose di colore rossastro... che ha determinato un gravissimo e ormai insostenibile rischio sanitario".
Noi lavoratori cimiteriali da 15-20 anni ogni giorno per almeno 6 ore all'aria aperta e sollevando tanta polvere, pulendo e tumulando ecc, ci esponiamo quindi a queste sostanze inquinanti, con gravi evidenti danni alla nostra salute passata, presente e temiamo soprattutto futuro.
Ora diciamo basta e siamo pronti a mobilitarci. Con lo Slai cobas stiamo portando giornalmente avanti la lotta contro queste condizioni, tra l’altro in una situazione in cui sono morti per patologie riconducibili alle condizioni di lavoro un nostro collega e il direttore del cimitero urbano. Abbiamo avuto anche noi i nostri morti, e questo ci accomuna ancora di più alla lotta degli operai dell'Ilva.
IL COORDINATORE DELLO SLAI COBAS
La questione del cimitero richiama la
vicenda dei cittadini dei Tamburi. Molti cittadini di Tamburi e
lavoratori del cimitero stanno avviando e vorrebbero avviare una
class action e altre azioni risarcitorie. La Rete si occuperà
moltissimo di questo anche per sottrarre questi cittadini e
lavoratori all’andazzo che si sta generalizzando, di avvocati che
si prestano ad iniziare azioni risarcitorie, prospettando
risarcimenti milionari, ecc. Per contrastare questo abbiamo
contattato e ci ha espresso la sua disponibilità e adesione
all’iniziativa l’avv. Bonetto di Torino, che è avvocato di parte
civile nel processo Eternit, che ha curato la causa civile di tremila
tra lavoratori e cittadini contro l’Eternit. Bonetto è sostenitore
da tempo del sindacalismo di tutte le forme di opposizione in
fabbrica e molto conosciuto per questo tipo di processi.
Su questo organizzeremo, forse già e
gennaio un incontro specifico sulla questione di avvio di cause
risarcitorie e costituzioni di parti civili e chiameremo tutti ad
associarsi, non tanto all’avvocato, ma per assicurare che si possa
fare una battaglia senza secondi fini. Una battaglia che è di alta
civiltà e certo non solo di ricerca di indennizzi a fronte di
tragedie così grandi. I lavoratori del cimitero saranno uno dei
pilastri di questa battaglia, proprio per la loro condizione
specifica di lavoratori esterni all’Ilva che per lo più non
abitano a Tamburi ma che pure si trovano al centro di questa vicenda.
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