Il presidio è stato aperto da due striscioni che riprendevano le parole d’ordini del Comitato Liberi e pensanti: “Io non delego, Partecipo” - “Da Taranto a Milano noi non ci arrendiamo” (quest'ultimo con i colori della squadra del Taranto), espressione della solidarietà/condivisione delle realtà milanesi col comitato tarantino.
La Rete Nazionale per la
Salute e Sicurezza sui luoghi di Lavoro e Territorio ha portato uno striscione
che diceva: “Dall'Eureco all'Ilva stessa lotta, nocivo è il capitale e non la
fabbrica”.
Per circa 2ore sono stati
lanciati slogan “Taranto libera” e contro Riva, alternati con interventi dal
microfono: nell'intervento di apertura tenuto dagli organizzatori è stato
spiegato il senso della 2 giorni e la serie di iniziative previste a partire
dal presidio, affermando che la lotta del Comitato Liberi e Pensanti è un esempio
anche per Milano; in vari interventi, esponenti del Comitato LP hanno espresso
da un lato “soluzioni” che poco centrano il cuore della vicenda Ilva e cioé
“chiusura della fabbrica” come soluzione alla devastazione ambientale e forme
alternative di economie quali -pesca-turismo-agricoltura - ed eventuale reddito
per gli operai, dall'altro lato, invece, hanno fatto delle proposte
condivisibili quali: unità tra operai che si infortunano e muoiono in fabbrica
e cittadini che subiscono sulla propria pelle i veleni di Riva, ecc., alternati
ad accuse contro politici, da Vendola a Stefano al governo, contro il sindacato
– ma di fatto non specificando tra ruolo dei sindacati confederali
filoaziendali e conniventi, e ruolo di sindacati di base che si pongono come alternativa
di classe; hanno valorizzato l'esperienza del Comitato come esempio di autogestione
e autodeterminazione; infine è stato lanciata la parola d'ordine “che siccome
Riva non lascia in pace i tarantini, noi non lasceremo in pace Riva”.
Sono intervenuti poi un
rappresentante dell'USI, di una compagna del Collettivo 25.11 che ha mostrato,
per esserci stata direttamente, i cambiamenti che nelle persone questa lotta
sta apportando e da prendere come esempio per una città come Milano; di un
compagno del Boccaccio. L'intervento del compagno G. Gaglio della Rete Nazionale
per la sicurezza ha evidenziato che la battaglia che si sta conducendo a
Taranto richiede l'unità di lotta a partire dalla fabbrica tra operai e
Comitati popolari, contro padron Riva-governo-istituzioni; ha ribadito che la
lotta Ilva è la stessa della vicenda Eureco, come della Thyssen/Viareggio/ecc. –
invitando a partecipare al presidio della prossima udienza del processo Eureco
del 25 marzo; inoltre ha ricordato che la Rete ha assunto la vicenda Ilva come
questione nazionale emblematica e oggi centrale della battaglia per la salute e
il lavoro, e all'assemblea nazionale del 7 dicembre a Taranto, ha lanciato la
proposta di una manifestazione nazionale a Taranto di tutti gli organismi,
comitati, associazioni, sindacati di base che si stanno battendo su questo
terreno nella varie realtà.
Un inciso è stato l’intervento
di Oreste Scalzone. Questi ha cercato di legare l'esperienza del Comitato LP
alla teoria e prassi della sua esperienza politica (autonomia operaia), ma
svuotando l'analisi del Capitale di Marx, in particolare non citando mai le
parole operaio e padrone; cosa che è stata sottolineata proprio da un operaio
della Tenaris/Dalmine della Rete per la sicurezza.
L'iniziativa si è conclusa rimandando
ad un confronto tra la varie posizioni all'assemblea prevista per l'indomani.
Rete per la sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro e territori – nodo Milano/Bergamo
25.1.13
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