martedì 22 gennaio 2013

ultim'ora: la risposta per gli operai e masse popolari è migliaia di poliziotti ad assediare la città, al solo scopo di creare un clima di allarmismo, intimidazione, repressione, e impedire la necessaria lotta degli operai e dei cittadini. No a zone blindate. Clini e Ferrante devono parlare con gli operai! uniamoci domani per la difesa del lavoro, salari e salute!

Taranto, il gip: "L'acciaio resta sotto sequestro"
Todisco: "Incostituzionale la legge salva Ilva"

Anche il giudice invia gli atti alla Consulta: l'azienda per il momento non potrà contare sul miliardo di euro per scongelare il pagamento degli stipendi. Sale l'allarme in città: inviati altri 500 politiziotti. Oggi la questione torna sul tavolo del governo

L'acciaio resta sotto sequestro. E congelato rimane anche al momento il pagamento degli stipendi per diecimila operai. Patrizia Todisco ha detto no alla restituzione all'Ilva quel miliardo di euro di acciaio, sotto sequestro da due mesi, perché prodotto quando lo stabilimento doveva essere fermo. Il clima in città ancora più teso, se possibile, e ieri sera a Taranto sono arrivati altri 500 poliziotti per gestire il difficilissimo momento. La paura è tanta.

LA DECISIONE DEL GIP - Anche il gip del tribunale di Taranto Patrizia Todisco invia gli atti alla Consulta relativamente alla cosiddetta legge "salva Ilva". Niente da fare, dunque, per il dissequestro dei prodotti dell'azienda, dopo la decisone del Tribunale dell'Appello quello del gip era l'altro pronunciamento atteso.

L'ALLARME DELL'AZIENDA
- "La situazione è drammatica", aveva detto  già ieri il presidente Ferrante. "Se non ci ridanno quel prodotto non abbiamo i fondi per pagare gli stipendi e saremo costretti a mettere tutti gli operai in cassa integrazione", aveva tuonato l'azienda. Il governo venerdì, dopo una riunione straordinaria, ha chiesto alla magistratura di togliere i sigilli sulla base della legge approvata nelle scorse settimane. Ma anche la Procura ritiene la norma illegittima sotto il profilo della costituzionalità.

ISTANZA DI REVOCA SEQUESTRO PER PAGARE GLI STIPENDI - Stamattina, Ferrante, ha annuncia di aver presentato un'istanza alla Procura della Repubblica di Taranto "con la quale chiede la revoca del provvedimento di sequestro preventivo disposto in data 22 novembre 2012, con l'impegno di destinare le somme ricavate dalla commercializzazione del prodotto sequestrato alle opere di ambientalizzazione previste dall'Aia, alla remunerazione delle maestranze e a quanto altro necessario per la sopravvivenza dell'azienda".

IL LODO VENDOLA - L'idea ricalca quella presentata "per sbloccare la situazione ed evitare un pericolosissimo scontro tra poteri dello Stato" dal presidente della Regione, Nichi Vendola, subito appoggiato da Bersani, che nei giorni scorsi ha messo sul tavolo la proposta di un "lodo": "L'Ilva  -  aveva propostp Vendola  -  chieda il dissequestro dell'acciaio vincolando però il ricavato della vendita di quel materiale al pagamento degli stipendi e alle opere di ambientalizzazione promesse e che al momento non si sono ancora viste. A gestire i soldi potrebbe essere il Garante nominato dal Governo, il procuratore generale Vitaliano Esposito".

LA QUESTIONE SUL TAVOLO DEL GOVERNO
- Oggi la questione torna sul tavolo del governo. "Ne parleremo in Consiglio dei ministri ma speriamo che non ci sia bisogno di un altro provvedimento ", aveva detto il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, che domani sarà a Taranto per incontrare sindacati e istituzioni. In un primo momento l'esecutivo aveva anche pensato a un nuovo decreto che prevedesse l'immediata esecutività affidando alla Capitaneria di Porto il compito di prelevare l'acciaio e consegnarlo all'azienda. Ipotesi poi tramontata per evitare un ulteriore scontro con la magistratura in presenza di un clima già assai teso.

IL RISCHIO INFILTRATI, ALTRI 500 AGENTI A TARANTO
- Ieri sono arrivati 500 nuovi poliziotti. La situazione se dovesse saltare il pagamento degli stipendi, potrebbe degenerare: informative delle forze di polizia parlano di un movimento operaio sempre più disaggregato, con i tradizionali sindacati non in grado di controllare la situazione e pezzi di fabbrica controllati dai vecchi sodali del sindaco, Giancarlo Cito, e a elementi vicini alla criminalità. E alle ultime riunioni dei lavoratori avrebbero partecipato poi anche persone esterne, vicine alle aree antagoniste.

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