Ma che ti lamenti... prendi lu bastone e tira fori li denti...E' da tre anni che i Disoccupati Organizzati slai cobas non solo denunciano l'emergenza della disoccupazione a Taranto, ma si sono organizzati, fanno lotte, in tante forme, per strappare il diritto al lavoro, nel silenzio - o peggio - delle Istituzioni e soprattutto dei sindacati confederali. Questi sindacati, i loro segretari sanno solo ogni tanto fare una conferenza stampa per sciorinare dati, ma non fanno nulla... cert, sono "angosciati" e "soffrono. Non possono, però, neanche immaginare come soffrono realmente chi non ha lavoro o lo perde. I posti di lavoro a Taranto ci possono essere: dalla raccolta differenziata a lavori di ristrutturazione della città a lavori oggi per la bonifica ambientale dei quartieri. Ma oltre soldi che si annunciano in pompa magna e mai arrivano realmente o prendono altre strade, c'è da aggiungere una politica del malaffare che è presente anche in queste amministrazioni locali, e soprattutto nelle municipalizzate (i fatti, ultimo l'indagine della Guardia di Finanza all'Amiu, sono sotto gli occhi di tutti).E, allora, basta a lamentarsi, i disoccupati, i senza lavoro si devono mobilitare, organizzarsi con i Disoccupati Organizzati e lottare. A Taranto nel 2007/2008 con una rivolta delle lavoratrici delle pulizie, guidata dallo slai cobas, si impedirono centinaia di licenziamenti. OGGI OCCORRE UNA RIVOLTA SIMILE!
di Giacomo Rizzo TARANTO
- Sono 110mila i disoccupati e 14mila i
cassintegrati. Le cifre spaventose del 2012, iniziato con un timido
risveglio e finito malissimo, ovviamente non lasciano presagire una
ripresa in tempi brevi. È facile, anzi, profetizzare un aumento dei
senza lavoro e delle famiglie spinte verso la povertà... Non servono poesie, ma azioni concrete
per rimettere in circolo l’economia e creare le condizioni per lo
sviluppo. Lo hanno spiegato i segretari provinciali dei sindacati
confederali in una conferenza stampa convocata nella sede dell’Autorità
portuale. La crisi investe
centinaia di aziende e imprese individuali. I sindacati hanno proposto
la comparazione tra dati locali, regionali e nazionali nel quadriennio
2009-2012 «per dare un’idea precisa di quello che è il contesto
economico della provincia».
Il quadro delineato, come
anticipato, è drammatico. Nel territorio jonico, la somma tra
disoccupati (28,8%) e inoccupati (15,75%) determina un livello del
44,55%, che equivale a oltre 110mila persone. Quattro su dieci non
lavorano e in molti hanno smesso di cercare un’occupazione perché non
vedono lo straccio di una prospettiva. I valori - hanno sottolineato Luigi D’Isabella (Cgil), Daniela Fumarola
(Cisl) e Giancarlo Turi (Uil) - evidenziano una netta penalizzazione
delle donne sugli uomini valutabile in un + 10%. Siamo angosciati da
tutto quello che accade. La sofferenza storica del nostro territorio
tende ormai, in assenza di strategie specifiche, a cronicizzarsi
divenendo dato strutturale».
Per quanto riguarda i lavoratori
privi al momento di effettiva occupazione, si registra nel 2012 un lieve
aumento delle domande di indennità di disoccupazione (poco oltre 21mila
rispetto alle 20mila dell’anno precedente). Per le domande di indennità
nel settore dell’agricoltura, nel 2012 c’è stata una lieve contrazione
(appena più di 26mila contro le quasi 29.500 del 2011).
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