Ilva.. ore di attesa e
necessità di chiarezza
da un documento dello slai cobas per
il sindacato di classe
...lasciando
da parte la giusta inchiesta della Magistratura...
due sono i fronti effettivi che esistono sulla questione,
da un lato, padroni, governo, Stato, sostenuti da sindacati
confederali e Istituzioni locali, dall'altro operai che vogliono
lavoro e salute in fabbrica e sul territorio, masse popolari
tarantine che vogliono fermare la catena di morti da inquinamento e
di attacco alla salute e che in maggioranza non vogliono la chiusura
della fabbrica con un massiccio aumento della disoccupazione e
desertificazione, un'altra mega Bagnoli.
Padron
Riva non vuole perdere la fabbrica che è stata fino adesso la
"gallina dalle uova d'oro" dei suoi profitti e della
trasformazione di questa famiglia in una delle grandi potenze
industriali in Italia, in Europa e nel mondo... I padroni non
mollano mai la fonte dei propri profitti se non quando questi
profitti diventino realmente impossibili, e anche in caso di grave
crisi innanzitutto chiamano lo Stato borghese al loro servizio e i
governi comitati d'affari dei loro interessi, a salvare i loro
profitti e ad intervenire perchè si socializzino le perdite e
riprendano i loro profitti.
Oggi
padron Riva vuole uscire dagli arresti, mantenere il controllo del
gruppo, essere sostenuto nello sforzo finanziario dell'applicazione
dell'Aia ed essere messo al riparo da conseguenze sul piano
giudiziario effettivamente gravi e dall'attacco al suo patrimonio per
effetto anche di imponenti cause risarcitorie.
Se
questo non fosse possibile, il sistema dei padroni - che all'acciaio
dell'Ilva ci tiene - lo Stato e il governo interverranno, o con la
vendita ad altro padrone o con l'amministrazione controllata, per
mantenere la produzione dell'Ilva. Ma né nuovi padroni, né il
controllo dello Stato in questo sistema capitalistico garantiscono il
lavoro sicuro e una fabbrica messa a norma non inquinante – l'Ilva
è stata già dello Stato e la situazione è stata uguale se non
peggio.
Ciò
che è realmente importante è che la lotta degli operai e della
città vinca in uno scontro
che non è solo contro padron Riva, ma contro il sistema del
capitale, Stato e governo.
Questa lotta si può fare se gli operai restano in fabbrica, se la
fabbrica diventa la roccaforte della classe operaia in questa lotta,
se le masse popolari si uniscono agli operai e alzano il tiro della
battaglia per ottenere risultati reali immediati e futuri.
Questo
scontro si vince se gli operai si muovono a livello di massa. Le
prossime settimane possono effettivamente essere decisive di questa
vicenda: la cassintegrazione straordinaria di massa e il non
pagamento dei salari non devono passare e
dobbiamo usare tutte le forme di lotta necessarie e possibili per
fermarli e contrattaccare.
Per
questo la proposta dello Slai cobas è quella del blocco della
fabbrica fino all'occupazione e il blocco della città per imporre
gli interessi operai e popolari al fronte unito del nemico di classe
Serve
in fabbrica l'unità e l'organizzazione degli operai attivi e
combattivi, che possano insieme essere punto di riferimento per tutti
gli operai in fabbrica per sottrarli al padrone e al suo braccio
operativo in fabbrica, l'apparato sindacale confederale. E'
fondamentale chiamare tutta la città a mobilitarsi con gli operai,
paralizzando la città in una emergenza che imponga risposte
all'altezza dell'emergenza di lavoro e salute.
Questa
battaglia ha una
dimensione nazionale,
può servire una manifestazione nazionale a Roma per:
-
far rientrare tutti i
cassintegrati a lavoro
e non aumentare il numero con una nuova cassintegrazione
-
la fabbrica deve essere messa realmente a norma in forme accelerate
-
gli stipendi devono essere pagati - i fondi e beni di padron Riva
requisiti
-
i fondi dello Stato per la bonifica della città a partire dal
quartiere Tamburi devono essere fortemente aumentati e operai e
cittadini risarciti
Ma
è necessaria anche una manifestazione nazionale a Taranto che segni
una tappa di questa battaglia.
La
promozione di questa manifestazione domanda che essa sia non di una
sigla sindacale o di un comitato locale ma di una rete nazionale che
possa rappresentare le varie realtà e anime del movimento nelle
fabbriche e nel territorio a difesa della sicurezza e salute. Vi sono
state precedenti manifestazioni, in occasione della strage della
Thyssen a Torino e a Taranto il 18 aprile 2009, che hanno indicato la
forma con cui oggi questa manifestazione si può realizzare: con il
protagonismo attivo di quelle strutture di lavoratori, familiari,
esperti, comitati che sono già impegnati in diverse città italiane.
La
Rete nazionale per la sicurezza e la salute sui posti di lavoro e
territori ha già tenuto il 7 dicembre un'assemblea nazionale a
Taranto che ha permesso che punti di vista si siano confrontati e
uniti, e ora sta sviluppando una campagna nazionale in diverse città
italiane per promuovere e partecipare a questa manifestazione. Tutti
devono poterlo fare con libertà di pensiero e di azione, senza
qualunquismi e veti di chicchessia, ma mettendoci la propria faccia
organizzata e dando il proprio contributo alla battaglia.
SLAI
COBAS per il sindacato di classe ILVA –
slaicobasta@gmail.com
– 3475301704 – v. Rintone, 22 TA – 30.1.13
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