domenica 27 gennaio 2013

dal manifesto

ILVA A Milano presidio dei «liberi e pensanti»
Vertice al Quirinale, si cerca una soluzione
ARTICOLO - Gianmario Leone

Gianmario Leone
Si sono incontrati nel pomeriggio di ieri al Quirinale il capo dello Stato Giorgio Napolitano, il premier Mario Monti e la guardasigilli Paola Severino. Motivo, ancora una volta, la vicenda dell'Ilva di Taranto, bloccata dallo scontro istituzionale in atto tra governo e magistratura tarantina. Proprio giovedì, infatti, il procuratore capo Franco Sebastio, per smentire le voci di una trattiva tra esecutivo e Procura, aveva ribadito come non fosse possibile adottare alcun compromesso che non trovi fondamento nelle disposizioni normative processuali e penali. La presenza della ministra di giustizia all'incontro di ieri non è certo casuale. All'indomani del consiglio dei ministri di una settimana fa, infatti, era stata ventilata la possibilità che il governo emanasse un provvedimento «esplicativo» della legge 231 del 24 dicembre che sbloccasse la situazione. Eventualità al momento accantonata, visto che un'iniziativa simile potrebbe dare vita a nuovi ricorsi alla Consulta da parte della Procura.
Martedì la gip Patrizia Todisco aveva accolto la richiesta della Procura inviando alla Corte costituzionale la legge varata a dicembre, la cosiddetta salva-Ilva, evidenziando la violazione di 17 articoli della Costituzione. Il capo dello Stato, da sempre attento alla vicenda (negli anni '60 fu tra i fautori per la scelta del sito di Taranto per la nuova Italsider), ha manifestato più volte la sua preoccupazione a fronte dell'incapacità delle parti in causa di trovare una soluzione che evitasse il conflitto tra poteri. Dopo la firma del decreto 207 del 3 dicembre scorso, Napolitano sottolineò che i valori indicati nel decreto, «salute, ambiente e lavoro, sono richiamati dalla Costituzione e sono tutti beni primari da tutelare nell'ordinamento democratico». Sottolineando come per la soluzione del problema Ilva ci sarebbe stato bisogno «della vigile partecipazione di tutti i soggetti istituzionali e dei cittadini».
Sempre ieri una delegazione del comitato tarantino «Cittadini e lavoratori liberi e pensanti» ha tenuto un presidio ieri a Milano, davanti alla sede della Riva Fire. Un'iniziativa per sottolineare che «Taranto è da 50 anni sotto il ricatto lavoro contro salute. Se vogliono salvare la fabbrica, bene. Altrimenti si blocchino i beni dei Riva per fare la bonifica. Non vogliamo fare la fine di Bagnoli».
 

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