Abbiamo
saputo della vostra protesta di operai del TNA1, avvenuta l'altro giorno,
ci racconti cosa è successo.
Antonio (del TNA1) - In più di 50 lavoratori del TNA1 siamo andati alla
direzione Ilva perchè noi stiamo da mesi sempre in cig, per
chiedere di farci tornare a lavorare, come stanno facendo gli operai
del TNA2, o di ricollocarci in altri reparti come è successo l'anno
scorso in cui l'azienda ci ha trasferito in acciaieria, ome-mua,
batteria.
Quanti
sono gli operai del TNA1 in cigo?
Antonio - 370
tra TNA1 e arena combinata, abbiamo finito le ferie, ci hanno
anticipato anche le ferie del 2013, dal 31 dicembre hanno fatto
partire la cassintegrazione. Ci hanno confermato la cig fino al 2
marzo.
Perché
gli operai del TNA1 sono stati messi in cig, mentre il TNA2 lavora?
Antonio - Noi
facciamo lo stesso lavoro degli operai del TNA2 che invece stanno
lavorando. La differenza è che il TNA2 avendo impianti più ampi del
TNA1 può trasportare sia i suoi coils che i nostri. In questo
periodo il TNA2 sta prendendo sia le bramme dell'acciaieria 2 che
quelle dell'acciaieria 1 che normalmente vengono prese dal TNA1
Come
operai possiamo fare anche noi il lavoro del TNA2, come capacità di
impianti, no. Al TNA1 le bramme sono sequestrate, mentre al TNA2, no.
Piero
(dell'Acciaieria 1 dello slai cobas Ilva) – Le condizioni di trattamento devono essere uguali per tutti. Se
metti in cig sempre gli stessi vuol dire che li stai già destinando
alla mobilità. L'azienda poi deve ancora dimostrare che questa cig
era necessaria, visto che non ha avuto neanche la firma della Fiom.
Noi
dell'acciaierai 1 continuiamo a lavorare anche se le colate si sono
un pò ridotte, ora ne facciamo 10/12, ma a volte anche 7/9, rispetto
alle 18, perchè sta arrivando poca ghisa. Mentre all'Acciaieria 2
arriva più ghisa, dato che l'Afo 4 e l'Afo 5 sono più vicini.
Le
bramme dell’Acciaieria che prima le prendeva il TNA1, ora le prende
il TNA2. Dobbiamo poi dire che, siccome l’area Batteria è sotto
sequestro, l’Acciaieria è sotto sequestro, ecc., il TNA2 sta
facendo nei fatti il lavoro su bramme sequestrate.
Antonio
– L’azienda dovrebbe presentare un piano vero, dicendo ora si
ferma questo impianto e poi riprende in questi tempi, poi un altro, e
così via. Invece non viene detto nulla.
Per
giunta sta arrivando ad alcuni di noi operai del TNA1 una lettera dell’INPS, per il tramite dell'Ilva, di "Dichiarazione di immediata disponibilità ad un percorso di riqualificazione professionale e all'adesione di una proposta di lavoro congruo", che noi dobbiamo riconsegnare firmata all'Ufficio personale Ilva. Che significa?
La cosa è preoccupante, è la prima volta che succede.
Piero
– L’azienda dice che c'è crisi – non ha dato neanche i
panettoni a Natale – ma, allora, non dovrebbe dare i premi in soldi
ai capi turno, di 1000 euro a testa, e ai capi area.
Nello
stesso tempo, la maggiorparte degli operai, a cui erano stati
bloccati i tesserini a fine novembre e che avevano avuto la promessa
da Buffo il 27 novembre che quella settimana di fermata sarebbe stata
comunque pagata, non ha ricevuto niente per quei giorni.
Mentre voi del TNA1 stavate alla direzione sono arrivati i
delegati di fiom e uilm, che cosa vi hanno detto?
Antonio
- Niente, invece si sono presentati anche due della Digos. Noi
volevamo parlare con il direttore dell’Ilva Buffo o qualcun altro
della Direzione, ma i delegati hanno detto che non c'era nessuno.
Piero
- Nel reparto TNA1, mentre gli operai stavano a casa, i lavoratori
delle pulizie continuavano a lavorare; a fronte della iniziativa degli operai del TNA1, i delegati
sindacali hanno parlato con il capo reparto, e questi ha mandato a
casa anche quelli delle pulizie. Alla fine, quindi, l’intervento
dei delegati di Fiom e Uilm, invece che far rientrare gli operai del
TNA1 è servito solo a mettere in cig anche gli operai delle pulizie.
Alla
fine cosa avete deciso?
Antonio
- I delegati sindacali ci hanno detto di andare a gruppi alla
Prefettura, noi, invece, lunedì prossimo vogliamo tornare alla
Direzione dell’Ilva, l’appuntamento è alle 9.
Noi
chiediamo allo Slai cobas Ilva di venire lunedì e di sostenerci.
Sicuramente
lo Slai cobas Ilva verrà e sosterrà qualsiasi azione
voi vogliate fare, ma la direzione aziendale non li vorrà incontrare
perché non riconosce organizzazioni sindacali alternative ai
confederali e il diritto/libertà dei lavoratori di scegliersi la
loro organizzazione. Cosa fare? Il 27 novembre, i lavoratori
entrarono in massa nello stabilimento e andarono alla Direzione e
così imposero al Direttore Buffo di scendere a parlare con tutti.
Ora servirebbe un’iniziativa simile per costringere i
responsabili dell’Ilva anche questa volta a scendere loro giù per
incontrare gli operai del TNA1 e chi li rappresenta.
Piero
– L’azienda non vuole parlare con noi dello Slai cobas, con
l’Usb, e tra un pò non vorrà incontrare neanche la Fiom. Ma
questo non è giusto.
Sul
fronte sindacale com’è la situazione tra gli operai?
Piero
– devo dire che, purtroppo, nonostante tutto quello che c’è
stato in questi mesi in cui è venuto fuori anche che i sindacati
confederali sono implicati nelle intercettazioni, io vedo rifare
tessere con la Uilm. Manca la cultura dell'operaio di dire ora basta!
Io protesto. Certo, spesso le reiscrizioni ai sindacati confederali,
soprattutto Uilm, sono legate a questioni individuali che hanno gli
operai e che la Uilm risolve. Ma questo non va bene. Per avere la
forza, lo slai cobas deve avere le tessere, perchè il sindacato
deve sapere su quanti contare. I lavoratori si nascondono dietro un
dito, dicono: io mi faccio la tessera, ma poi non partecipano e
invece vogliono anche essere “coperti” anche per comportamenti
sbagliati, e sanno che lo slai cobas questo non lo fa.
Lo
Slai cobas per le prossime elezioni delle Rsu sta proponendo di fare
con gli operai del Usb, del Comitato Liberi e pensanti una lista
unica, altrimenti nessuno ottiene niente, soprattutto in una grande
fabbrica come l’Ilva in cui se non si uniscono parecchi operai per
fare una lista alternativa ai sindacati operai, è difficile ottenere
un reale risultato.
Piero
– sono d’accordo. Facciamo la proposta, e parliamo con il
rappresentante e gli operai dell’Usb, e gli operai vicini al
Comitato Liberi e pensanti.
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