domenica 17 aprile 2016

DALL' HOTSPOT VA IN ONDA LO SPOT DELLA NOSTRA AMMINISTRAZIONE COMUNALE

Ieri mattina alcuni rappresentanti dello SLAI COBAS sc si sono recati al varco nord del porto mercantile dove è situato l'hotspot di Taranto. 
Hanno trovato sul posto i giornalisti della RAI che intervistavano il vice sindaco LONOCE
e un rappresentante dell'ARCI .

Il vicesindaco con una  buona dose di ipocrisia ha detto che la situazione era buona che i migranti erano ben trattati dal Comune, che l'hotspot funzionava al meglio, che il nostro Sindaco era perfettamente in grado di gestire la situazione.
Sembrava uno spot per pubblicizzare la buona amministazione del nostro sindaco.

Noi dello slai cobas abbiamo visto solo tanta polizia militari e digos. L'ingresso era vietato ai visitatori e ai giornalisti e i migranti che rientravano avevano paura anche di parlare con noi.
Gli hotspot sono carceri di identificazione e di respingimento di differanziazione delle diverse etnie, solo siriani, iracheni e chi giunge da zone di guerra può chiedere asilo, ma chi viene dalla Tunisia dal Marocco dalla Libia ecc. dopo che sono identificati vengono messi in attesa anche per anni del responso della commissione territoriale.
OPPURE l'espulsione o il rimpatrio dopo sette giorni.
Il ritorno in patria vuol dire fame, repressione e a volte tortura e morte.

GLI HOTSPOT VANNO CHIUSI, SONO SOLO FABBRICHE DI CLANDESTINITA',
DI  DISCRIMINAZIONE DI UOMINI E DONNE CHE HANNO LA SOLA COLPA DI VOLER FUGGIRE DALLA FAME.  I RESPINGIMENTI COLLETTIVI IN BASE ALLA NAZIONALITA' SONO VIETATI DALLA CONVENZIONE DI GINEVRA.
GLI HOTSPOT, QUINDI, SONO ILLEGALI!

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