Immigrati. Emergenza nelle mani dei volontari.
Senza cibo e senza tetto
Senza cibo e senza tetto
Precipita la situazione immigrati a Taranto. Le associazioni Babele, Arci, Tempo di Cambiare, sono ancora alla stazione ferroviaria della città a tentare di tenere in equilibrio una situazione al limite dell’umanità.
La situazione è peggioranta – ci dice Enzo Pilò, dell’Associazione Babele – a fronte dei numerosi respingimenti di questi ultimi giorni dall’hotspot di Taranto. Nella giornata di ieri si è verificata un ulteriore complicazione. Il Sindaco si è reso irreperibile. si sono continuate a rimpallare le responsabilità tra Comune, Prefettura e Questura. Ma è il Comune che dovrebbe garantiere l’ordine pubbliche e le condizioni sanitarie. Stesso dicasi – continua Pilò – per la questione della Ricciardi. Il comandante dei Vigili Urbani non si è voluto assumere la responsabilità di aprire quella struttura per poter garantire un tetto sulla testa a queste persone.
Ora sono circa in sessanta davanti al piazzale in zona Porta Napoli. Hanno dormito tutti all’aperto senza avere la possibilità di rifocillarsi o usufruire di servizi igienici. I bagni alla stazione chiudono all’imbrunire e il Pala Ricciardi (struttura comunale adibita al ricovero temporaneo) è rimasta inspiegabilmente chiusa.
Abbiamo dovuto portare coperte che non sono bastate per tutti – ci dicono ancora i volontari – e la disponibilità di cibo è lasciata all’impegno dei volontari. Stamattina abbiamo portato cornetti ma questi uomini e queste donne sono stati lasciati per strada senza nessun tipo di supporto.
Chiediamo che quì vengano rispettati i diritti umani – ci dice Caterina Contegiacomo, un’altra volontaria accorsa sul posto – a chi ci dobbiamo rivolgere?
Nelle mani di questi immigrati le poche cose che sono riusciti a portare via dal loro paese e il decreto di “respingimento”: il cosidettofoglio di via che gli intima di lasciare il paese in sette giorni. Cosa questa resa ancor più difficile in queste ore per la chiusura domenica dei money transfer dove gli immigrati potrebbero ricevere il denaro dalle loro famiglie rimaste in patria.
Sul tema le associazioni hanno già chiesto un incontro urgente al Prefetto.
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