sabato 9 aprile 2016

Per le varie Ilva sparse in Italia, bonifica vuol dire malaffare per spartirsi gli appalti - figuriamoci che succederà a Bagnoli e Taranto!

Le aree ex Ilva viste dal mare

Genova - Il giudice per l’udienza preliminare Roberta Bossi ha rinviato a giudizio Gino Mamone e altre 13 persone indagate per associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d’asta nell’ambito dell’inchiesta sulle bonifiche delle aree dismesse delle acciaierie Ilva di Cornigliano. Secondo l’accusa, sostenuta dal pm Francesco Pinto, il gruppo di imprenditori aveva messo in piedi un cartello per spartirsi a tavolino gli appalti e i subappalti, per un ammontare di quasi venti milioni di euro, «falsando in maniera consistente il gioco della libera concorrenza».
A capeggiare il trust, secondo gli inquirenti, sarebbe stato Gino Mamone, titolare della Eco.Ge che si occupa di smaltimento di rifiuti. Il modus operandi era stato concordato a tavolino: il gruppo si era accordato per controllare ribassi e guadagni da presentare alle gare, avendo stabilito prima a chi sarebbe stato assegnato l’appalto. Gli imprenditori esclusi, venivano poi coinvolti in corso d’opera tramite subappalti. In questo modo, sostengono gli investigatori, avrebbero partecipato tutti alla spartizione dei lavori. Il processo, che fa riferimento a fatti del 2008, rischia però la prescrizione e inizierà il prossimo 11 maggio.

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