giovedì 21 aprile 2016

Hotspot, ospedale nuovo, ecc, nelle mani di Invitalia, agenzia del Mise (il Ministero dell'ex Min. Guidi, dei favori personali, alle ditte che si interessano solo dei loro guadagni d'oro sulla pelle della gente... così anche l'Hotspot diventerà un grande affare! Impediamolo!

(da Tarantosera)

Hotspot, Cis, ospedale: qui comanda Invitalia

Una città da ricostruire. Appalti, lavori. Oppurtunità. Ma tutto sarà gestito da ‘fuori’, con il rischio che il territorio debba restare a guardare.
Ma quella che si vive a Taranto non è la storia di una ‘colonizzazione’: anzi, quasi si prega Invitalia di gestire qualla che potrebbe essere definita la ricostruzione di Taranto. La cui classe dirigente pare voler essere commissariata. E’ di questo che parliamo: la opere del Cis, il Contratto di Sviluppo, ma anche l’hotspot migranti ed il nuovo ospedale San Cataldo sono e saranno tutte in mano alla potentissima agenzia, braccio operativo del Ministero dell’Economia. Non per la volontà di Roma di prevaricare Taranto, ma perchè è stata Taranto stessa a chiederlo.
O meglio, lo hanno chiesto prima il Comune, poi l’Asl. Scatenando polemiche e reazioni stizzite. «Il Comune di Taranto, per l’ennesima volta, perde un ulteriore strumento di gestione e controllo dei processi di trasformazione del proprio territorio» ha dichiarato Massimo Prontera, presidente dell’Ordine degli Architetti, dopo la decisione della Giunta comunale di abdicare allagestione del Cis, giustificata con “l’endemica incapienza della dotazione numerica del personale interno all’Amministrazione”.
Un «consegnarsi mani e piedi ad Invitalia» per gli architetti tarantini. Che non sono stati i soli ad alzare la voce. «Una vera e propria resa senza condizioni da parte del Comune, che priva Taranto della centralità necessaria e indispensabile per guidare il processo di riqualificazione complessiva della città» secondo l’Ance Confindustria, che ha stigmatizzato anche la scelta dell’Asl di affidarsi ancora a Invitalia per il nuovo ospedale. «Non comprendiamo questa fuga dalle responsabilità di conduzione dei procedimenti di affidamento degli appalti» la dura nota degli Edili di Confindustria. «Non è un buon segnale per una città che attende segnali di riscatto anche da una classe dirigente in grado di mostrarsi operosa e di assumersi la responsabilità di fare e di guidare i processi economici».

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