giovedì 21 settembre 2017

Cementir Italia acquisita dalla Italcementi: quale futuro per il sito di Taranto?

Lo Slai cobas Cementir dice: ora basta cassintegrazione.
Italcementi deve rilanciare il sito di Taranto richiamando tutti i lavoratori al lavoro.
Chiediamo subito un incontro al governo e alla regione perchè convochino  Italcementi e dichiari le sue intenzioni circa il sito di Taranto.
Il piano regionale di corsi di formazione serve davvero?
Chiediamo il rinnovo delle RSU, dato che sono scadute in questo mese, vogliamo che i lavoratori uniti e realmente rappresentati pesino di più.

RSA slai cobas per il sindacato di classe cementir
info 347-1102638
Cementir Italia acquisita dalla Italcementi: quale futuro per il sito di Taranto? 
di Gianmario Leone -
19 settembre 2017

Notizia importante proveniente dal mondo del cemento italiano. La Italcementi ha infatti acquisito la Cementir Italia. La conferma arriva da entrambe le società. “In data odierna Cementir Holding S.p.A. ha sottoscritto un accordo con Italcementi S.p.A., società interamente controllata da HeidelbergCement AG, per la cessione del 100% del capitale sociale di Cementir Italia S.p.A., incluse le società interamente controllate Cementir Sacci
S.p.A. e Betontir S.p.A. (gruppo Cementir Italia)” si legge nella nota ufficiale della famiglia Caltagirone. In questo passaggio di asset sono compresi tutte le attività di Cementir Italia,

che comprendono 5 impianti di cemento a ciclo completo e 2 centri di macinazione
di cemento, così come il network di terminali e le centrali di calcestruzzo in Italia. “Il controvalore della transazione (Enterprise Value) è di 315 milioni di Euro su base cash and debt-free – prosegue la nota -. L’operazione è condizionata all’autorizzazione da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e la chiusura dell’operazione è prevista per l’inizio del prossimo anno“.
(leggi tutti gli articoli sulla Cementir http://www.corriereditaranto.it/?s=cementir+)
Nel 2016 i ricavi pro-forma delle vendite del gruppo Cementir Italia sono stati pari a 136 milioni di Euro, considerando Cementir Sacci per 12 mesi poiché è stata acquisita soltanto il 29 luglio 2016. Francesco Caltagirone, presidente e amministratore delegato di Cementir Holding ha così commentato la cessione della società: “A seguito di questa operazione l’indebitamento finanziario netto del Gruppo a fine 2018 sarà prossimo a 0,5 volte il margine operativo lordo. Questo ci darà la possibilità di cogliere altre opportunità che si
dovessero presentare in futuro, così come accaduto negli ultimi dodici mesi”.
Dunque, il disimpegno di cui per anni abbiamo scritto sulle colonne del ‘TarantoOggi’ e poi sul sito ‘CorrierediTaranto.it’, si è dunque concretizzato. Nei prossimi giorni tenteremo di capire quali effetti avrà sul sito di Taranto e i suoi 72 lavoratori questo passaggio di società. Ricordando che il forno è spento dal 1 gennaio 2014, che tutti i lavoratori sono in cassa integrazione a zero ore, che partiranno dei corsi di formazione e riqualificazione degli operai, che è ancora in corso la bonifica della falda tramite la sperimentazione di un progetto denominato TAF coadiuvato da ARPA Puglia, e che la banchina della calata IV del porto di Taranto, per anni in concessione alla stessa Cementir, attende ancora i lavori di bonifica e ristrutturazione che spettano proprio alla società di Caltagirone: che ne sarà ora di tutto questo, non è ancora chiaro, ma speriamo non sia troppo facile immaginarlo.
(leggi anche http://www.corriereditaranto.it/2017/09/11/cementir-si-punta-formare-ricollocare-lavoratori-la-bonifica-falda-banchina-resta-silenziosa/)
L’annuncio della Italcementi 
Sempre in serata anche la società Italcementi ha ufficializzato il passaggio tra le due società, annunciando al mercato di aver “sottoscritto oggi un accordo con Cementir Holding per l’acquisto di tutte le attività di Cementir Italia nei business del cemento e del calcestruzzo (incluse le società interamente controllate CementirSacci e Betontir)“. L’intesa prevede “un investimento di 315 milioni di euro. Saranno conferite a Italcementi 5 cementerie a ciclo completo e 2 centri di macinazione del cemento, per una capacità produttiva installata di 5,5 milioni di tonnellate di cemento, insieme al network dei terminal e degli impianti di calcestruzzo attivi sul territorio nazionale. Questi asset andranno ad aggiungersi alla struttura industriale Italcementi oggi formata da 6 cementerie a ciclo completo, un impianto per prodotti speciali, 8 centri di macinazione del cemento, 113 impianti di calcestruzzo e 13 cave per inerti“.
(un po’ di storia sulla Cementir a Taranto http://www.corriereditaranto.it/2016/08/02/la-cementir-guarda-taranto-sorniona-futuro-incerto-inquinamento-sottorraneo2/)
L’acquisizione – afferma Roberto Callieri, amministratore delegato Italcementi – rappresenta per Italcementi un’importante opportunità di crescita nel mercato italiano dei materiali per le costruzioni. Oggi realizziamo un’operazione che presenta un’ideale combinazione nella qualità degli asset industriali e una perfetta distribuzione geografica, che consente a Italcementi di migliorare la propria presenza su tutto il territorio nazionale, in una logica di vicinanza al cliente per offrire soluzioni e prodotti innovativi e di qualità. Si tratta di un’operazione importante – prosegue Callieri -, che conferma la volontà di HeidelbergCement di investire in Italia, riaffermando la fiducia nel sistema-Paese e nel nuovo management italiano che da un anno guida la nostra Società. Italcementi è leader in Italia, dove da oltre 150 anni è protagonista grazie alla sua esperienza, alla sua competenza industriale e alla capacità innovativa nei processi e nei prodotti“. L’operazione, come già evidenziato dal gruppo Caltagirone, “è sottoposta all’approvazione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato: fino alla data della chiusura dell’operazione, prevista per l’inizio del prossimo anno, le due società continueranno a operare come competitor e pertanto saranno tra loro indipendenti“.
Da una stima preliminare, l’integrazione di Cementir Italia consentirà sinergie sui costi per almeno 25 milioni di euro entro il 2020. “Tutto il processo di acquisizione e integrazione – conclude Callieri – sarà gestito con apertura, responsabilità e trasparenza esclusivamente nel nome dell’interesse dell’Azienda. Lavoreremo risolutamente per tornare al più presto alla creazione di valore grazie a processi industriali efficienti e sostenibili e all’offerta di prodotti che sappiano unire la tradizionale qualità a performance innovative sempre più richieste dal mercato, auspicando che il settore dei materiali per le costruzioni torni alla sostenibilità economica e alla crescita“.
(leggi anche http://www.corriereditaranto.it/2017/08/21/2-larpa-conferma-pet-coke-ad-italcave-la-italcementi-matera-pratica-decennale-un-po-storia/)
Giova ricordare, giusto per provare a delineare i prossimi scenari, che l’Italcave di Statte riceve e stocca il pet-coke che arriva al porto di Taranto e che poi viene destinato, come avvenuto nello scorso mese, al sito Italcementi di Matera. Fattore questo, è bene ribadirlo, che può volere tutto e niente. Staremo dunque a vedere cosa accadrà, in attesa di capire anche cosa pensano i sindacati di categoria, come la Fillea Cgil da sempre molto attenta alle vicende dei lavoratori, quale sarà il pensiero e le aspettative di quest’ultimi, ed anche quello che decideranno di fare i lavoratori Slai cobas per il sindacato di classe, da sempre contrari alla politica aziendale e spesso in aperto contrasto con le sigle confederali.
(leggi anche http://www.corriereditaranto.it/2016/12/28/cementir-un-accordo-meta-un-altro-anno-cigs-bastera-la-calata-iv-diventa-pubblica/)
La priorità, al momento, è certamente quella di rinnovare l’accordo siglato lo scorso anno per i lavoratori tarantini, la cui scadenza è prevista per il 22 gennaio del 2018. Così come parallelamente si dovrà capire che tipo di percorso formativo seguiranno i lavoratori e quale futuro li attende: del resto, nell’ultima riunione della scorsa settimana, pur non facendo parola dell’imminente cessione dell’attività, la stessa Cementir aveva ribadito che i lavoratori non sarebbe stato possibile ricollocarli all’interno dell’azienda. E quindi nel sito di Taranto. Infine, ma non per ultimo, bisognerà capire che fine faranno la bonifica della falda e quella della banchina della calata IV del porto. L’autunno sarà, ancora una volta, molto caldo.
(leggi anche l’articolo http://www.corriereditaranto.it/2017/05/13/la-cementir-un-caso-pilota-piano-formazione-lavoratori-al-palo-la-regione-latita/)

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