mercoledì 20 settembre 2017

QUELLI CHE MATTARELLA NON HA VISTO NE' VOLUTO SENTIRE - COSA DICONO E DENUNCIANO GLI ABITANTI DI PAOLO VI



DURANTE IL PRESIDIO DI LUNEDI' 18 A PAOLO VI, DELLO SLAI COBAS SC NELLA GIORNATA DELLA VENUTA DEL PRES. MATTARELLA, oltre a parlare, fare inchiesta-interviste con abitanti di Paolo VI, operai, lavoratori precari, lavoratrici, donne disoccupate, ecc. abbiamo invitato a scrivere anche su un foglio le loro denunce. 

NE RIPORTIAMO ALCUNE di donne, lavoratrici, precarie, che al presidio sono state le più attive e determinate a far sentire la loro rabbia, la loro protesta, e soprattutto a continuarla. 


"Io sono una dipendente nella scuola a Paolo VI, lavoro part time a 4 ore. Stamattina mi sono recata davanti alla scuola Falcone dove io ho lavorato per 27 anni e non mi hanno fatto avvicinare; davanti al cancello mi hanno invitata ad andare via, perchè non ero accreditata. Volevo esporre il problema che da 27 anni che lavoro, ancora devo lavorare solo per 10 mesi l'anno, luglio e agosto a casa senza retribuzione. Ma si può non fare niente per essere retribuiti 12 mesi l'anno? Sono vedova con 4 figli.
E' una vergogna! Come si può applaudire, se Taranto sta morendo sia per la disoccupazione, sia per l'aria che respiriamo, e se stiamo male per l'inquinamento e si ammalano i bambini non abbiamo le strutture adatte e nemmeno soldi per curarci. Quindi si muore in silenzio e nessuno dello Stato italiano fa niente" 
"E' solo una vergogna. I soldi dovrebbero servono per curarci dal tumore che ci provocano le grandi industrie a Taranto, non per fare queste sceneggiate. Vergogna! I tarantini devono vivere, la disoccupazione è molto alta".

"Siamo lavoratrici degli asili nido comunali di Taranto. Lavoriamo da diversi anni nelle strutture come addette alle pulizie. Prima lavoravamo a 4 ore per 10 mesi e stavamo lottando per lavorare nei mesi di sospensione (luglio – agosto), invece, non solo non ce li hanno concessi, ma ci hanno addirittura dimezzato l'orario (1h 50'), aumentandoci il carico di lavoro. Lo fecero, nel periodo del dissesto, con la promessa di riportarci al nostro orario iniziale che ancora oggi a distanza di vari anni non è successo.
Appunto, "promesse", che puntualmente vengono fatte soprattutto nei periodi elettorali ed altrettanto disattese nei momenti dei fatti. Questi sono i personaggi che dovrebbero tutelarci e far rispettare le leggi italiane. Oggi a Paolo VI sta il Presidente di una Repubblica “fondata sul lavoro”. Ma quale lavoro? Dove sta?"

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