“Al netto dell’attivo e del passivo l’Amministrazione Straordinaria dell’Ilva potrà disporre di 800 milioni di euro da destinare alle bonifiche e alla decontaminazione delle zone storiche di Taranto“: è quanto dichiarato quest’oggi dal Commissario Straordinario dell’Ilva Corrado Carrubba in audizione in commissione Ambiente alla Camera.“Grazie al trasferimento del miliardo e centomila euro” derivanti dal patteggiamento con il gruppo Riva, l’Amministrazione Straordinaria “gode di una
significativa provvista di cassa per far partire i lavori di bonifica” ha detto Carrubba quantificando poi questa provvista in 800 milioni di euro. Quanto ai costi per i lavori di ambientalizzazione degli impianti “questi saranno sostenuti dall’investitore” ha precisato Carrubba. “Il piano ambientale presentato da Am Investco Italy è conforme al parere rilasciato dal ministero dell’ambiente. Am Investco ha proposto delle modifiche temporali come gli era stato concesso dalla normativa, cioè entro il 2023” ha detto ancora Carruba. Aggiungendo che “in realtà non tutti gli interventi saranno completati per il 2023, ma alcuni saranno completati prima”. In particolare Carrubba ha confermato la “volontà dell’investitore di completare la copertura della rete dei nastri trasportatori”. Carrubba ha anche sottolineato che “il parametro delle emissioni del piano ambientale presentato da Am Investco Italy è lo stesso del parametro delle emissioni” previsto dal Dpcm dell’Aia del 2014. “Quel livello di emissioni non è oggetto di riesame” ha detto Carrubba.
Del miliardo e 87 milioni “che sono ancora disponibili sul conto di tesoreria” ha precisato poi il commissario straordinario Enrico Laghi, circa 400 milioni sono già impegnati per i lavori di ambientalizzazione sul siderurgico di Taranto. “Questa cifra – ha aggiunto Laghi – non potrà essere aggredita dai creditori. Oggi l’impianto di Taranto – ha aggiunto poi Carrubba – è meno impattante del 2012. Il processo virtuoso va avanti. Pensiamo che in questo percorso c’è molto da fare ma di sicuro è un percorso positivo di sempre maggiore compatibilità ambientale con l’area tarantina”. Al momento per l’Amministrazione Straordinaria è stato già completato il 65% delle prescrizioni e sono stati ambientalizzati l’altoforno 1, 2 e 4, l’altoforno 5 (il più grande d’Europa) è stato fermato mentre spetterà al nuovo acquirente la bonifica e la demolizione dell’altoforno 3.
La chiusura della vicenda con la famiglia Riva ha consentito il rientro di 1,1 miliardi di euro; questo importo “è vincolato al risanamento ambientale e non può essere aggredito da creditori nè da un’ipotetica condanna per aiuti di Stato”, ha invece affermato il commissario straordinario dell’Ilva, Enrico Laghi
significativa provvista di cassa per far partire i lavori di bonifica” ha detto Carrubba quantificando poi questa provvista in 800 milioni di euro. Quanto ai costi per i lavori di ambientalizzazione degli impianti “questi saranno sostenuti dall’investitore” ha precisato Carrubba. “Il piano ambientale presentato da Am Investco Italy è conforme al parere rilasciato dal ministero dell’ambiente. Am Investco ha proposto delle modifiche temporali come gli era stato concesso dalla normativa, cioè entro il 2023” ha detto ancora Carruba. Aggiungendo che “in realtà non tutti gli interventi saranno completati per il 2023, ma alcuni saranno completati prima”. In particolare Carrubba ha confermato la “volontà dell’investitore di completare la copertura della rete dei nastri trasportatori”. Carrubba ha anche sottolineato che “il parametro delle emissioni del piano ambientale presentato da Am Investco Italy è lo stesso del parametro delle emissioni” previsto dal Dpcm dell’Aia del 2014. “Quel livello di emissioni non è oggetto di riesame” ha detto Carrubba.
Del miliardo e 87 milioni “che sono ancora disponibili sul conto di tesoreria” ha precisato poi il commissario straordinario Enrico Laghi, circa 400 milioni sono già impegnati per i lavori di ambientalizzazione sul siderurgico di Taranto. “Questa cifra – ha aggiunto Laghi – non potrà essere aggredita dai creditori. Oggi l’impianto di Taranto – ha aggiunto poi Carrubba – è meno impattante del 2012. Il processo virtuoso va avanti. Pensiamo che in questo percorso c’è molto da fare ma di sicuro è un percorso positivo di sempre maggiore compatibilità ambientale con l’area tarantina”. Al momento per l’Amministrazione Straordinaria è stato già completato il 65% delle prescrizioni e sono stati ambientalizzati l’altoforno 1, 2 e 4, l’altoforno 5 (il più grande d’Europa) è stato fermato mentre spetterà al nuovo acquirente la bonifica e la demolizione dell’altoforno 3.
La chiusura della vicenda con la famiglia Riva ha consentito il rientro di 1,1 miliardi di euro; questo importo “è vincolato al risanamento ambientale e non può essere aggredito da creditori nè da un’ipotetica condanna per aiuti di Stato”, ha invece affermato il commissario straordinario dell’Ilva, Enrico Laghi
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