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Riprende il processo ‘Ambiente Svenduto’ sul presunto disastro
ambientale prodotto dall’Ilva di Tarant sotto la gestione della famiglia
Riva. Quest’oggi l’udienza è iniziata con la Corte d’Assise di Taranto
presieduta dal giudice Stefania D’Errico (a latere Fulvia Misserini e
sei giudici popolari), che ha riunito al ‘processo-madre’ le posizioni
delle società Ilva spa e Riva Forni Elettrici, che nei mesi scori erano
state stralciate dal procedimento in seguito all’istanza di
patteggiamento delle due società pattuita con la Procura di Taranto, poi
rigettata da un’altra sezione della Corte d’Assise. Ilva e Riva Forni
elettrici hanno quindi presentato successivamente la propria lista dei
testi. La Corte d’Assise presieduta dal giudice Giuseppe Licci aveva
respinto i patteggiamenti, perché ha ritenuto che quest’ultimi non
potessero essere consentiti per i reati amministrativi delle società
qualora non fossero patteggiabili i cosiddetti reati-presupposto, nel
caso specifico il reato di avvelenamento di sostanze alimentari
contestato anche alle società. Il procedimento è stato quindi riunito al
processo principale, che ora vede nuovamente imputate 44 persone
fisiche e tre società: Ilva, Riva Forni Elettrici e Partecipazioni
industriali (ex Riva fire).
Il tutto in attesa di conoscere la decisione dei giudici della Cassazione, che dovranno esprimersi sul ricorso presentato dai legali di alcuni imputati, che hanno impugnato la decisione dello scorso agosto della Corte di Appello di Lecce, che aveva rigettato l’istanza presentata dagli stessi legali nei confronti dei giudici D’Errico e Misserini. I giudici della Corte d’Appello avevano infatti riscontrato un difetto di deposito di documenti a corredo dell’istanza non rilevando poi, nel merito, i motivi di incompatibilità evidenziati dai legali, trattandosi di questioni già affrontate. Il 21 luglio scorso la stessa decisione era stata assunta dal presidente del Tribunale di Taranto Franco Lucafò, a cui i due giudici togati avevano rimesso ogni valutazione. I ricorrenti sono stati anche condannati al pagamento delle spese da parte della Corte d’Appello. Ora si attende l’ultima parola da parte della Cassazione.L’udienza di oggi è stata incentrata in particolar modo sulla deposizione del maresciallo capo Giovanni Solombrino del Noe di Lecce, che ha parlato delle indagini svolte sulle emissioni del siderurgico. Nell’aula bunker della Corte d’Appello al quartiere Paolo VI – nuova location in cui si svolge il dibattimento dove finalmente si registra un audio degno di un processo del genere – è stato proiettato un video realizzato dal Nucleo operativo ecologico che, nel giugno 2011, sollecitò anche il sequestro degli impianti inquinanti alla luce dei ripetuti (erano diverse decine) fenomeni di slopping dal tetto delle cokerie; inoltre ha mostrato come venivano sversate, senza troppi accorgimenti, le polveri dell'elettrofiltro del camino E312, contenenti diossinaPer oltre quaranta giorni fu monitorata l’attività dei reparti del siderurgico con riscontri filmati e fotografici. In seguito il gip Patrizia Todisco affidò la perizia epidemiologica e quella chimica agli esperti.
La prossima udienza del processo è fissata per il 26 settembre.
Dalle parti civili autorganizzate dello slai cobas sc
E' ripreso questa mattina, dopo l'interruzione estiva, il processo Ilva.
Da oggi le udienze si tengono nell'aula bunker dell'ex Corte d'appello di Paolo VI - che oltre ad una, finalmente, buona acustica, purtroppo non ha altro...
Sono rientrate nel processo principale le due società, Ilva commissariata e Riva Forni Elettrici con i relativi responsabili legali, la cui richiesta di uscirne fuori, con un patteggiamento vergognoso era stata giustamente respinta quest'estate.
Ma ciò su cui invece non si vedono ancora novità è l'andamento delle udienze.
Come prima, anche questa mattina gli avvocati di Riva, delle società hanno di fatto bloccato l'udienza con le loro eccezioni e richieste di ammissione testi; a cui la Corte d'assise risponde con continui e troppi ritiri in Camera di consiglio, pur respingendo le eccezioni.
Questo di fatto allunga i tempi per rientrare nel vivo del processo.
Noi vogliamo che parlino i veri "testi di accusa": gli operai dell'Ilva e dell'appalto, i lavoratori cimiteriali, gli abitanti dei Tamburi e Paolo VI, ecc. le parti civili che hanno subito gli effetti devastanti della logica di padron Riva e dei suoi complici istituzionali, politici; come i testi presentati dalle stesse parti civili.
Il tutto in attesa di conoscere la decisione dei giudici della Cassazione, che dovranno esprimersi sul ricorso presentato dai legali di alcuni imputati, che hanno impugnato la decisione dello scorso agosto della Corte di Appello di Lecce, che aveva rigettato l’istanza presentata dagli stessi legali nei confronti dei giudici D’Errico e Misserini. I giudici della Corte d’Appello avevano infatti riscontrato un difetto di deposito di documenti a corredo dell’istanza non rilevando poi, nel merito, i motivi di incompatibilità evidenziati dai legali, trattandosi di questioni già affrontate. Il 21 luglio scorso la stessa decisione era stata assunta dal presidente del Tribunale di Taranto Franco Lucafò, a cui i due giudici togati avevano rimesso ogni valutazione. I ricorrenti sono stati anche condannati al pagamento delle spese da parte della Corte d’Appello. Ora si attende l’ultima parola da parte della Cassazione.L’udienza di oggi è stata incentrata in particolar modo sulla deposizione del maresciallo capo Giovanni Solombrino del Noe di Lecce, che ha parlato delle indagini svolte sulle emissioni del siderurgico. Nell’aula bunker della Corte d’Appello al quartiere Paolo VI – nuova location in cui si svolge il dibattimento dove finalmente si registra un audio degno di un processo del genere – è stato proiettato un video realizzato dal Nucleo operativo ecologico che, nel giugno 2011, sollecitò anche il sequestro degli impianti inquinanti alla luce dei ripetuti (erano diverse decine) fenomeni di slopping dal tetto delle cokerie; inoltre ha mostrato come venivano sversate, senza troppi accorgimenti, le polveri dell'elettrofiltro del camino E312, contenenti diossinaPer oltre quaranta giorni fu monitorata l’attività dei reparti del siderurgico con riscontri filmati e fotografici. In seguito il gip Patrizia Todisco affidò la perizia epidemiologica e quella chimica agli esperti.
La prossima udienza del processo è fissata per il 26 settembre.
Dalle parti civili autorganizzate dello slai cobas sc
E' ripreso questa mattina, dopo l'interruzione estiva, il processo Ilva.
Da oggi le udienze si tengono nell'aula bunker dell'ex Corte d'appello di Paolo VI - che oltre ad una, finalmente, buona acustica, purtroppo non ha altro...
Sono rientrate nel processo principale le due società, Ilva commissariata e Riva Forni Elettrici con i relativi responsabili legali, la cui richiesta di uscirne fuori, con un patteggiamento vergognoso era stata giustamente respinta quest'estate.
Ma ciò su cui invece non si vedono ancora novità è l'andamento delle udienze.
Come prima, anche questa mattina gli avvocati di Riva, delle società hanno di fatto bloccato l'udienza con le loro eccezioni e richieste di ammissione testi; a cui la Corte d'assise risponde con continui e troppi ritiri in Camera di consiglio, pur respingendo le eccezioni.
Questo di fatto allunga i tempi per rientrare nel vivo del processo.
Noi vogliamo che parlino i veri "testi di accusa": gli operai dell'Ilva e dell'appalto, i lavoratori cimiteriali, gli abitanti dei Tamburi e Paolo VI, ecc. le parti civili che hanno subito gli effetti devastanti della logica di padron Riva e dei suoi complici istituzionali, politici; come i testi presentati dalle stesse parti civili.
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