Domani mattina il movimento femminista proletario rivoluzionario di Taranto, in legame con la mobilitazione a L'Aquila in occasione di un nuovo processo alla prigioniera politica Nadia Lioce, tenuta da 12 anni in regime duro del 41bis, raccoglierà le firme davanti all'ingresso del Tribunale di Taranto, via Marche, sull'appello nazionale (CHE RIPUBBLICHIAMO DI SEGUITO)
VENITE A FIRMARE!
MANCANO ORA 12 FIRME
PER ARRIVARE A 1500 FIRME -
PUOI FARLO ANCHE TRAMITE CHANGE ORG (vedi sotto) O INVIANDO IL TUO
NOME, COGNOME, CITTA' E QUALIFICA A: mfpraq@autistici.org
(Da Tavolo 4 di ieri)
Di seguito, un articolo pubblicato su Abruzzo web (http://www.abruzzoweb.it/contenuti/terrorismo-lioce-a-processo-il-15-femministe-e-privata-dei-diritti-/636867-4/).
Se il 15 settembre vogliono processare Nadia per aver fatto
chiasso in cella, noi ci saremo, ovunque saremo. Da tutta Italia
e da tutta Europa, dall'America, alla Russia e all'Australia
faremo sentire la nostra voce: "No al 41 bis per Nadia Lioce".
Ora siamo a 1442 firme, se riusciamo per il 15 ad arrivare
almeno a 1500, il senatore Manconi e altri decisori della
petizione riceveranno un avviso da Change.org
In ogni caso, mail storming per il 15 settembre
Intasiamo,la posta del carcere e del DAP con mail ad oggetto "NO
AL 41 BIS PER NADIA LIOCE"! Indirizziamole a cc.laquila@giustizia.it
e a dgdetenutietrattamento.dap@giustizia.it,
ma anche a Luigi Manconi: luigi.manconi@gmail.com
Facciamoci comunque vedere e sentire, lì dove siamo e come
possiamo.
La solidarietà non conosce confini e non si può ingabbiare!
(se fate foto con striscioni o cartelli o altro che possa essere
importante per questa campagna, inviatele a mfpraq@autistici.org)
il link della petizione è questo: https://www.change.org/p/no-al-41bis-per-nadia-lioce?recruiter=743685451&utm_source=share_petition&utm_medium=copylink&utm_campaign=share_petition
L'APPELLO NAZIONALE:
PER LA DIFESA DELLE CONDIZIONI DI VITA DELLE PRIGIONIERE POLITICHE
NO AL 41bis PER NADIA LIOCE
Chiediamo la difesa delle condizioni di vita di Nadia Lioce, unica donna, prigioniera politica, sottoposta da quasi 12 anni a un duro regime di 41bis.
Detenuta nel carcere Le Costarelle de L'Aquila in una condizione d’isolamento totale e perenne, condannata al silenzio in una cella due metri per due posta alla fine di un lungo tunnel sotterraneo che si affaccia sul nulla, le è concessa, senza le varie sanzioni disciplinari eseguite con l'interruzione di un solo giorno l'una dall'altra, solo un'ora d'aria, spesso da sola, in una vasca di cemento grande tre metri per tre dove il sole non si vede mai.
A Nadia Lioce viene negato perfino il diritto di detenere libri o riviste in cella e di riceverne dall’esterno, le viene sottratto materiale cartaceo.
La sezione femminile del carcere speciale de L’Aquila è tristemente nota per le condizioni detentive di gran lunga peggiori delle sezioni a 41bis di altre carceri, che riserva alle donne perquisizioni corporali quando si esce dalla cella nell’unica ora quotidiana, totale divieto di comunicare tra detenute, corrispondenza con l’esterno praticamente inesistente per la forte censura.
Sono condizioni che ledono completamente i diritti umani, i diritti delle donne.
E verso Nadia Lioce è una repressione da parte dello Stato che ha anche lo scopo di punire una donna che continua a ribellarsi.
In questo ultimo anno le condizioni detentive già gravi di Nadia Lioce, sono addirittura peggiorate. Oltre ai libri, neanche i vaglia per comprarseli tramite il carcere le vengono consegnati, in un istituto di pena, quello abruzzese, dove manca persino un garante dei diritti dei detenuti.
Con la sentenza della Corte Costituzionale dell’8.02.17, n° 122, questa “tortura bianca” è stata dichiarata legittima e definitiva, nonostante il parere contrario della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato, che nel 2015 ha fatto anche una interrogazione parlamentare per l'accanimento repressivo nei confronti di Nadia Lioce.
Riteniamo questa “condanna al silenzio” un inaccettabile sacrificio della dignità umana e chiediamo la sua immediata fine.
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