- FILLEA Cgil: “Le istituzioni sostengano l’azione di garanzia richiesta”
L’intervento della Magistratura riapre sul fronte Cementir una
questione che come sindacato abbiamo posto, inascoltati, ormai alcuni
anni fa. Lo stabilimento di Taranto rappresentava e rappresenta
tutt’oggi una micro-vertenza simbolica per quel territorio, con storie
di cessioni, disimpegni, inquinamento e rischio di tracollo produttivo e
occupazionale simili a quelli dell’ILVA con cui continua tutt’oggi a
condividere destini e sopravvivenza. Una interconnessione – che secondo
la FILLEA CGIL di Taranto – si evidenzia anche attraverso l’inchiesta
che la Procura di Lecce con l’ausilio degli uomini della Guardia di
Finanza ha condotto sullo scambio di scarti di lavorazione che il
siderurgico cedeva alla Cementir per la produzione del cemento. “I
sequestri di oggi, ai silos del cementifico e al parco loppa dell’ILVA,
sono una urgenza che continuiamo a sottoporre da tempo nell’ambito del
rilancio e dei piani di cessione di quell’azienda, su cui oggi più che
mai andrebbe rivista l’Autorizzazione Integrata Ambientale – afferma Francesco Bardinella, segretario generale della FILLEA CGIL Taranto – e
nell’ottica di un passaggio di mano della proprietà si pone come chiave
di volta per garantire oltre ai posti di lavoro, anche una industria
innovata e bonificata”.
Questioni che la FILLEA intende sottoporre nuovamente a tutti i vertici istituzionali coinvolti, dal Comune, alla Regione, passando per il Ministero del Lavoro e dello Sviluppo Economico.
“Tutti gli attori istituzionali – dice – diano sostegno al percorso di garanzia che le organizzazioni sindacali stanno rivendicando e si approfitti del fermo giudiziario degli impianti per fare chiarezza sul futuro di quell’insediamento e dei suoi 72 dipendenti tarantini”.
La FILLEA a partire da oggi stesso riprenderà la sua azione di pressing nei confronti del presidente della Task force per il lavoro della Regione Puglia, Leo Caroli e del vice ministro allo sviluppo economico, Teresa Bellanova. Tra gli interventi più urgenti richiesti vi è la comunicazione relativa al piano di bonifica e smaltimento dei luoghi interessati al sequestro e la proroga della Cassa Integrazione (scadenza dicembre 2017) per i lavoratori del sito di Taranto.
Questioni che la FILLEA intende sottoporre nuovamente a tutti i vertici istituzionali coinvolti, dal Comune, alla Regione, passando per il Ministero del Lavoro e dello Sviluppo Economico.
“Tutti gli attori istituzionali – dice – diano sostegno al percorso di garanzia che le organizzazioni sindacali stanno rivendicando e si approfitti del fermo giudiziario degli impianti per fare chiarezza sul futuro di quell’insediamento e dei suoi 72 dipendenti tarantini”.
La FILLEA a partire da oggi stesso riprenderà la sua azione di pressing nei confronti del presidente della Task force per il lavoro della Regione Puglia, Leo Caroli e del vice ministro allo sviluppo economico, Teresa Bellanova. Tra gli interventi più urgenti richiesti vi è la comunicazione relativa al piano di bonifica e smaltimento dei luoghi interessati al sequestro e la proroga della Cassa Integrazione (scadenza dicembre 2017) per i lavoratori del sito di Taranto.
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