TARANTO - «L'Ilva ha ucciso il nostro futuro. Ho un
marito malato e viviamo con 850 euro al mese». È l'amaro sfogo di
Felicetta, moglie di Mario Amodio, operaio dello stabilimento
siderurgico di Taranto che nel 2005 ha contratto sclerosi multipla e un
tumore alla lingua. In una intervista rilasciata all'Ugl Tv, la donna ha
raccontato il dramma che vive quotidianamente. «Non si può vivere - ha
spiegato - con 850 euro al mese, non si può con la malattia di Mario,
con tutte le difficoltà che vive ogni giorno. Ci hanno tolto anche
l'accompagnamento». Felicetta ha ricordato che suo marito Mario, ex
campione mondiale di kickboxing, «non può parlare. Ha solo 35 anni ed è
un operaio dell'Ilva da quando ne aveva 18».
Nel 2005 gli hanno diagnosticato la sclerosi multipla e nel 2008 un carcinoma alla lingua che gli impedisce di interloquire. «Per noi - ha raccontato Felicetta - l'Ilva è tristezza. La settimana scorsa è morto un altro ragazzo di 39 anni con tumore alla tiroide. Il mio appello lo rivolgo a chi vive la stessa situazione di Mario e dico loro di non lasciarsi andare e di prendere la vita come viene. Se non ci curiamo noi, il governo ci abbandona. Siamo solo dei numeri - ha concluso la donna - e non ci tutela nessuno».
Nel 2005 gli hanno diagnosticato la sclerosi multipla e nel 2008 un carcinoma alla lingua che gli impedisce di interloquire. «Per noi - ha raccontato Felicetta - l'Ilva è tristezza. La settimana scorsa è morto un altro ragazzo di 39 anni con tumore alla tiroide. Il mio appello lo rivolgo a chi vive la stessa situazione di Mario e dico loro di non lasciarsi andare e di prendere la vita come viene. Se non ci curiamo noi, il governo ci abbandona. Siamo solo dei numeri - ha concluso la donna - e non ci tutela nessuno».
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