La famiglia Riva si era detta disponibile a discutere con il commissario del piano industriale, ma oggi Claudio Riva, in una intervista al Sole 24 Ore, traccia un quadro più chiaro della situazione, mettendo nero su bianco tutte le perplessità dei proprietari del siderurgico che, dice, perde 80 milioni di euro al mese. "Con noi guadagnava", sottolinea.
Il figlio di Emilio, morto ad aprile scorso, apre però al governo Renzi. "Con il governo Renzi in questi ultimi giorni è stato avviato un dialogo che con il governo Letta era totalmente mancato - spiega - per noi si tratta di un passo in avanti non irrilevante. Il primo obiettivo di questo governo, ci pare, è salvare l'Ilva. Insieme ad altri, sia come azionisti sia come gestori, con un piano industriale credibile, noi ci siamo".
Il piano industriale presentato dal commissario Enrico Bondi "è poco credibile sulle tecnologie e privo di solidità finanziaria", dice Riva. Parlando dell'aumento di capitale, "l'unica cosa sicura è che l'Ilva perde 80 milioni di euro al mese. Con noi, l'Ilva guadagnava. Non credo che nessun investitore metterebbe un euro in una società che brucia così tanta ricchezza. Prima in una impresa si tappa la voragine, e poi si mettono altri soldi. Non importa che sia o no commissariata", dichiara Riva, che sottolinea: "Per chiederci un impegno finanziario considerevole, le regole di ingaggio devono essere chiare. E non può che stabilirle il governo".
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