Ilva, si aspetta la risposta dei Riva
al piano di Bondi
TARANTO
- E’ prevista per oggi la risposta del gruppo Riva in merito al piano
industriale dell’Ilva presentato alla proprietà dal com missario Enrico
Bondi. Piano inviato il 13 maggio e che è stato anche oggetto di un
confronto a Milano venerdì scorso, presenti Claudio e Cesare Riva,
rispettivamente figlio e nipote del patron Emilio, scomparso il 30
aprile scorso. Il piano industriale di Bondi è strutturato in due fasi
temporali: dal 2014 al 2016, anni che riguar dano la gestione
commissariale, e dal 2017 al 2020, perioo in cui l’azienda tornerà ad
essere gui data dagli azionisti.
Nel primo triennio previste azioni di risa namento dell'azienda, soprattutto ambientale, riduzione dei costi e rafforzamento organizzativo, nel la seconda parte del piano, invece, prefigurati una serie di interventi per fare dell'Ilva, una volta che gli impianti sono stati bonificati, un'azienda tra le piú competitive del settore. Partendo giá dal 2013 e finendo al 2020, il piano prevede un impegno finanziario comples sivo di 4,185 miliardi di euro, di cui 1,8 per gli interventi prescritti dall'Autorizzazione integrata am bientale, 625 milioni per il piano salute e sicurezza, 1,7 miliardi per gli investimenti tecnici. Nel piano si prospetta un aumento di ca pitale di 1,8 miliardi da farsi in quest'anno. Nell'incontro che nei giorni scorsi Bondi ha avuto a Roma con i sindacati metalmec canici per la presentazione del piano industriale, il commissario dell'Ilva, secondo fonti sindacali, avrebbe detto di attendersi dai Riva una parziale partecipazione. In sostanza, i Riva potrebbero assicurare parte delle risorse sti mate per l'aumento di capitale.
Da rilevare, infine, che la legge 6 del lo scorso febbraio, intervenendo proprio sull'aumento di capitale dell'Ilva, prevede che prima si esprimano gli azionisti, poi, a fronte di un loro rifiuto, si ricorra agli azionisti terzi e infine all'u tilizzo, chiedendo lo svincolo alla Magistratura, dei soldi sequestra ti ai Riva anche per reati diversi da quelli ambientali (il riferimento é al sequestro di Milano per reati fiscali e valutari avvenuto mesi addietro). Attualmente l'Ilva ha un grave problema di liquiditá tant'é che piú volte, nei giorni scorsi, é stata evidenziata la necessitá di un finanziamento ponte di 7-800 mi lioni per superare l'emergenza vi sto che per l'aumento di capitale servirebbero dai quattro ai cin que mesi di tempo e l'azienda, oggi, non é nelle condizioni di aspet tare tanto. In merito al fabbisogno finanziario complessivo che si prospet ta, Claudio e Cesare Riva venerdì hanno parlato di impegno one roso e sottolineato l’opportunità di nuovi azionisti, confermando, al tempo stesso, l’importanza del lo stabilimento siderurgico di Taranto, senza il quale, hanno detto, non c’è futuro per la siderurgia italiana. Sul fronte delle imprese appal tatrici e dell’indotto, infine, per venerdì prossimo il prefetto di Ta ranto, Umberto Guidato, potrebbe convocare l’incontro, solleci tatogli da Confindustria Taranto, tra banche e imprese. Queste ul time, infatti, sono in credito verso l’Ilva per quanto riguarda i pa gamenti dei lavori effettuati. C’è un ritardo medio, nel saldo delle fatture, di almeno quattro mesi.
Nel primo triennio previste azioni di risa namento dell'azienda, soprattutto ambientale, riduzione dei costi e rafforzamento organizzativo, nel la seconda parte del piano, invece, prefigurati una serie di interventi per fare dell'Ilva, una volta che gli impianti sono stati bonificati, un'azienda tra le piú competitive del settore. Partendo giá dal 2013 e finendo al 2020, il piano prevede un impegno finanziario comples sivo di 4,185 miliardi di euro, di cui 1,8 per gli interventi prescritti dall'Autorizzazione integrata am bientale, 625 milioni per il piano salute e sicurezza, 1,7 miliardi per gli investimenti tecnici. Nel piano si prospetta un aumento di ca pitale di 1,8 miliardi da farsi in quest'anno. Nell'incontro che nei giorni scorsi Bondi ha avuto a Roma con i sindacati metalmec canici per la presentazione del piano industriale, il commissario dell'Ilva, secondo fonti sindacali, avrebbe detto di attendersi dai Riva una parziale partecipazione. In sostanza, i Riva potrebbero assicurare parte delle risorse sti mate per l'aumento di capitale.
Da rilevare, infine, che la legge 6 del lo scorso febbraio, intervenendo proprio sull'aumento di capitale dell'Ilva, prevede che prima si esprimano gli azionisti, poi, a fronte di un loro rifiuto, si ricorra agli azionisti terzi e infine all'u tilizzo, chiedendo lo svincolo alla Magistratura, dei soldi sequestra ti ai Riva anche per reati diversi da quelli ambientali (il riferimento é al sequestro di Milano per reati fiscali e valutari avvenuto mesi addietro). Attualmente l'Ilva ha un grave problema di liquiditá tant'é che piú volte, nei giorni scorsi, é stata evidenziata la necessitá di un finanziamento ponte di 7-800 mi lioni per superare l'emergenza vi sto che per l'aumento di capitale servirebbero dai quattro ai cin que mesi di tempo e l'azienda, oggi, non é nelle condizioni di aspet tare tanto. In merito al fabbisogno finanziario complessivo che si prospet ta, Claudio e Cesare Riva venerdì hanno parlato di impegno one roso e sottolineato l’opportunità di nuovi azionisti, confermando, al tempo stesso, l’importanza del lo stabilimento siderurgico di Taranto, senza il quale, hanno detto, non c’è futuro per la siderurgia italiana. Sul fronte delle imprese appal tatrici e dell’indotto, infine, per venerdì prossimo il prefetto di Ta ranto, Umberto Guidato, potrebbe convocare l’incontro, solleci tatogli da Confindustria Taranto, tra banche e imprese. Queste ul time, infatti, sono in credito verso l’Ilva per quanto riguarda i pa gamenti dei lavori effettuati. C’è un ritardo medio, nel saldo delle fatture, di almeno quattro mesi.
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