"Cementir annuncia una crescita degli utili e conferma gli obiettivi economici e finanziari per l'anno 2014.
La compagnia cementiera, infatti, chiude i nove mesi del 2014 con un
risultato ante imposte di 63,7 milioni di euro, in crescita del 60,7%
rispetto ai 39,7 milioni di euro nei primi nove mesi 2013.
I ricavi sono però scesi a 714,7 milioni di euro dai 741,4 milioni di
euro nei primi nove mesi 2013, mentre il Margine operativo lordo si è
portato a 127,7 milioni di euro dai 116 milioni del 2013, evidenziando
una in crescita del 10%.
L'indebitamento finanziario netto è sceso a 322,2 milioni di euro dai
354,9 milioni di euro al 30 giugno 2014."
L'ottimo risultato è frutto delle attività in Turchia e nei Paesi scandinavi, in Egitto ed Estremo Oriente. E di una diversificazione produttiva, in particolare trattamento rifiuti industriali.
"... In Italia, invece, il settore delle costruzioni non ha evidenziato segnali di ripresa; le quantità vendute di cemento e calcestruzzo sono ulteriormente diminuite rispetto al 2013 generando una contrazione dei ricavi di oltre il 20%".
Ma è altrettanto chiaro che la Cementir va dove il costo del lavoro è più basso e quindi può fare più profitti, su un maggior sfruttamento e dispregio del diritti degli operai.
Per questo ridimensiona le fabbriche in Italia, e in particolare la Cementir di Taranto.
Perchè, al di là di una crisi del settore delle costruzioni, a Taranto potrebbe eccome fare la diversificazione produttiva.
Ma invece preferisce tenere in cassintegrazione ancora per un anno la maggioranza degli operai, con la prospettiva di buttarli fuori.
QUESTO PIANO DEVE ESSERE CONTRASTATO CON LA LOTTA.
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