mercoledì 19 novembre 2014

Intervento al convegno sulla raccolta differenziata dei Disoccupati Organizzati slai cobas

Nella nostra lunga lotta, da fine 2009, dei Disoccupati Organizzati slai cobas, abbiamo fin dall'inizio affermato e ci siamo battuti perchè la raccolta differenziata fosse una risorsa per il lavoro nella nostra città. Abbiamo più volte dimostrato che questo servizio se fatto porta a porta, se fatto con una gestione specifica, con personale formato, può occupare almeno 200 disoccupati.

Nel 2010 abbiamo fatto anche noi un Convegno intitolato “la raccolta differenziata come grande risorsa ambientale, economica, occupazionale”. Vi furono interventi anche di amministratori comunali, provinciali, regionali, alcuni utili, ma a cui non seguirono i fatti.

L'Amiu ora dovrebbe avviare il servizio di raccolta differenziata porta a porta a Talsano, si dice dal 10 dicembre, e poi nei quartieri Tamburi, Paolo VI, Lido Azzurro. I fondi per i mezzi di questo nuovo servizio sono 3 milioni di euro, che si aggiungono a 1milione e 800 già in impiego per la raccolta in corso.
Sono fondi regionali ottenuti anche – e diremmo soprattutto – grazie alla dura lotta di circa 200 Disoccupati Organizzati, partita nell’ottobre 2010. Lotta durissima fatta di presidi, blocchi, Tenda per il lavoro, occupazioni, in cui i disoccupati organizzati dallo Slai cobas ci hanno messo mente, corpi e proposte, ottenendo, però, in particolare dal Comune, soprattutto ostracismo, repressione e denunce.
Solo grazie a questa mobilitazione per laprima volta a Taranto ci sono stati nel 2011 corsi di formazione della Provincia per la raccolta porta a porta, dei circa 60 disoccupati che vi parteciparono e 20 di essi, dopo vari e duri momenti di lotta, stanno tuttora lavorando alla Pasquinelli per il servizio di selezione.

Come l’Amiu sta facendo la raccolta differenziata e la selezione rifiuti non porta ad alcun effettivo risultato sul fronte ambientale, economico e meno che mai occupazionale. 
A S. Vito e a Lama l’Amiu per ripianare il suo deficit, fa il servizio con il proprio personale tolto dalla pulizia della città, e la conseguenza sono le decine e decine di denunce dei cittadini, perchè la realtà sta mostrando che pensare di fare la raccolta facendo prevalere una logica di risparmio ad una logica di efficienza e risultati effettivi, è fortemente deleterio. Alle denunce e lamentele degli abitanti in particolare di San Vito, non si può rispondere solo con accuse ai cittadini di essere "incivili". La verità è che non siamo di fronte ad un effettiva raccolta differenziata che richiede personale specifico e formato, i cassonetti sono insufficienti e i tempi di raccolta e svuotamento dei cassonetti sono "ballerini". Non viene fatto il "porta a porta" che è l'unico modo, tramite il contatto diretto degli operatori, per informare/educare/abituare i cittadini alla raccolta differenziata.

Sul fronte dell'occupazione, se permangono queste modalità di raccolta anche la prossima estensione della raccolta differenziata negli altri quartieri non porterà nuovi posti di lavoro!
E questo si vede già in questa prima fase di preparazione nel quartiere Talsano. Qui l'Amiu e il Comune di Taranto invece che far lavorare i disoccupati corsisti, fare nuovi corsi di formazione, sta affidando in modo precario, temporaneo a gruppetti di lavoratori il servizio di preparazione all'attività di raccolta; il risultato è che questo lavoro si riduce solo ad una mera consegna dei kit e non ad una prima informazione/formazione.
E’ inutile poi aggiungere che anche per i fondi per l’acquisto dei mezzi, fatto con più di 2 anni di ritardo, una gestione veramente trasparente non c’è e noi e tanti altri ne vorremmo sapere di più. Come pretendiamo di sapere perché 607mila euro ottenuti dalla Regione nel 2012 sempre dalla lotta dei Disoccupati Organizzati e da utilizzare per il lavoro nella raccolta differenziata, siano in parte, 400 euro, andati invece a tutt'altri progetti di formazione/orientamento che non daranno mai lavoro e le restanti 207mila siano tornati indietro.

Alla raccolta differenziata è legato anche il funzionamento a regime, su 4 turni, della Pasquinelli, dove serve subito più personale perché i 21 lavoratori attuali sono costretti spesso a fare doppi turni, di 12 ore. Un efficiente funzionamento di questo impianto di selezione permetterebbe nuove assunzioni, e una netta riduzione del conferimento dei rifiuti nell'inceneritore. Anche qui c’è bisogno di un servizio decisamente migliore che eviti possibilmente di trovare teste di cavallo nei cassonetti, siringhe piene di sangue, amianto, ecc. e che invece permetta una effettivo recupero per un riciclo dei rifiuti. Ma questo rimanda sempre a come viene fatta la raccolta differenziata.

E' necessario che tutte le forze che vogliono realmente fare la raccolta differenziata porta a porta si uniscano in questa battaglia di civiltà, di lavoro, di risparmio di tasse per la collettività.
Proprio da oggi i lavoratori della Pasquinelli hanno avviato uno stato di agitazione perchè a fine anno potrebbero essere mandati a casa e nei prossimi giorni i disoccupati organizzati con questi lavoratori faremo altre iniziative. Speriamo questa volta di non essere più soli.

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