Nella
nostra lunga lotta, da fine 2009, dei Disoccupati Organizzati slai
cobas, abbiamo fin dall'inizio affermato e ci siamo battuti perchè
la raccolta differenziata fosse una risorsa per il lavoro nella
nostra città. Abbiamo più volte dimostrato che questo servizio se
fatto porta a porta, se fatto con una gestione specifica, con
personale formato, può occupare almeno 200 disoccupati.
Nel
2010 abbiamo fatto anche noi un Convegno intitolato “la raccolta
differenziata come grande risorsa ambientale, economica,
occupazionale”. Vi furono interventi anche di amministratori
comunali, provinciali, regionali, alcuni utili, ma a cui non
seguirono i fatti.
L'Amiu
ora dovrebbe avviare il servizio di raccolta differenziata porta a
porta a Talsano, si dice dal 10 dicembre, e poi nei quartieri
Tamburi, Paolo VI, Lido Azzurro. I fondi per i mezzi di questo nuovo
servizio sono 3 milioni di euro, che si aggiungono a 1milione e 800
già in impiego per la raccolta in corso.
Sono
fondi regionali ottenuti anche – e diremmo soprattutto – grazie
alla dura lotta di circa 200 Disoccupati Organizzati, partita
nell’ottobre 2010. Lotta durissima fatta di presidi, blocchi, Tenda
per il lavoro, occupazioni, in cui i disoccupati organizzati dallo
Slai cobas ci hanno messo mente, corpi e proposte, ottenendo, però,
in particolare dal Comune, soprattutto ostracismo, repressione e
denunce.
Solo
grazie a questa mobilitazione per laprima volta a Taranto ci sono
stati nel 2011 corsi di formazione della Provincia per la raccolta
porta a porta, dei circa 60 disoccupati che vi parteciparono e 20 di
essi, dopo vari e duri momenti di lotta, stanno tuttora lavorando
alla Pasquinelli per il servizio di selezione.
Come
l’Amiu sta facendo la raccolta differenziata e la selezione rifiuti
non porta ad alcun effettivo risultato sul fronte ambientale, economico e
meno che mai occupazionale.
A S. Vito e a Lama l’Amiu per ripianare
il suo deficit, fa il servizio con il proprio personale tolto dalla
pulizia della città, e la conseguenza sono le decine e decine di
denunce dei cittadini, perchè la realtà sta mostrando che pensare
di fare la raccolta facendo prevalere una logica di risparmio ad una
logica di efficienza e risultati effettivi, è fortemente deleterio.
Alle denunce e lamentele degli abitanti in particolare di San Vito,
non si può rispondere solo con accuse ai cittadini di essere
"incivili". La verità è che non siamo di fronte ad un
effettiva raccolta differenziata che richiede personale specifico e
formato, i cassonetti sono insufficienti e i tempi di raccolta e
svuotamento dei cassonetti sono "ballerini". Non viene
fatto il "porta a porta" che è l'unico modo, tramite il
contatto diretto degli operatori, per informare/educare/abituare i
cittadini alla raccolta differenziata.
Sul
fronte dell'occupazione, se permangono queste modalità di raccolta
anche la prossima estensione della raccolta differenziata negli altri
quartieri non porterà nuovi posti di lavoro!
E
questo si vede già in questa prima fase di preparazione nel
quartiere Talsano. Qui l'Amiu e il Comune di Taranto invece che far
lavorare i disoccupati corsisti, fare nuovi corsi di formazione, sta
affidando in modo precario, temporaneo a gruppetti di lavoratori il
servizio di preparazione all'attività di raccolta; il risultato è
che questo lavoro si riduce solo ad una mera consegna dei kit e non
ad una prima informazione/formazione.
E’
inutile poi aggiungere che anche per i fondi per l’acquisto dei
mezzi, fatto con più di 2 anni di ritardo, una gestione veramente
trasparente non c’è e noi e tanti altri ne vorremmo sapere di più.
Come pretendiamo di sapere perché 607mila euro ottenuti dalla
Regione nel 2012 sempre dalla lotta dei Disoccupati Organizzati e da
utilizzare per il lavoro nella raccolta differenziata, siano in
parte, 400 euro, andati invece a tutt'altri progetti di
formazione/orientamento che non daranno mai lavoro e le restanti
207mila siano tornati indietro.
Alla
raccolta differenziata è legato anche il funzionamento a regime, su
4 turni, della Pasquinelli, dove serve subito più personale perché
i 21 lavoratori attuali sono costretti spesso a fare doppi turni, di
12 ore. Un efficiente funzionamento di questo impianto di selezione
permetterebbe nuove assunzioni, e una netta riduzione del
conferimento dei rifiuti nell'inceneritore. Anche qui c’è bisogno
di un servizio decisamente migliore che eviti possibilmente di
trovare teste di cavallo nei cassonetti, siringhe piene di sangue,
amianto, ecc. e che invece permetta una effettivo recupero per un
riciclo dei rifiuti. Ma questo rimanda sempre a come viene fatta la
raccolta differenziata.
E'
necessario che tutte le forze che vogliono realmente fare la raccolta
differenziata porta a porta si uniscano in questa battaglia di
civiltà, di lavoro, di risparmio di tasse per la collettività.
Proprio
da oggi i lavoratori della Pasquinelli hanno avviato uno stato di
agitazione perchè a fine anno potrebbero essere mandati a casa e nei
prossimi giorni i disoccupati organizzati con questi lavoratori
faremo altre iniziative. Speriamo questa volta di non essere più
soli.
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