Abbiamo cominciato da questa settimana il nuovo ciclo di formazione operaia, su "Il Capitale" di Carlo Marx. Questo studio, come per il primo corso di formazione e a maggior ragione per questo, non è di "acculturazione" degli operai (ma anche più in generale di tutti i lavoratori, dei giovani, ecc.), non ha essenzialmente lo scopo di fornire elementi di conoscenza, ma ha soprattutto l'obiettivo di fare della teoria, come abbiamo detto, arma di lotta, di emancipazione politica, teorica, ideologica degli operai perchè siano indipendenti, autonomi, perchè senza un pensiero autonomo - che affonda nella ricca storia della lotta di classe del proletariato - gli operai sono succubi dei padroni, dello Stato, dei governi, delle loro idee dominanti, come delle teorie e politiche fallimentari dei partiti di "falsa sinistra", dei sindacati collaborazionisti, di forze non di classe.
Ma, oggi più che mai è un'ARMA DI LOTTA! Contro le idee che pervicacemente, volutamente, padroni, governo, Stato, attraverso i mass media, in particolare la televisione, internet, i pennivendoli intellettualini al loro servizio, portano avanti e cercano di rendere "idee vere", "idee certe, inconfutabili", allo scopo di "imbrogliare" gli operai e la loro visione della realtà, impedire una vera lotta di classe, e soprattutto la costruzione del partito della classe, il partito comunista rivoluzionario marxista leninista maoista di tipo nuovo.
A QUESTO SERVE LO STUDIO DE "IL CAPITALE".
Già dalla prima parte, pubblicata giovedì scorso, viene chiaramente dimostrato che chi produce merci, chi produce valore sono gli operai con il loro lavoro.
Cosa è contenuto nella merce prodotta, cosa ne dà un valore in modo che quella merce si può scambiare con altre: il tempo di lavoro in essa contenuto.
Quindi questa semplice iniziale comprensione scientifica deve fare piazza pulita di tutte le concezioni, parole, che invece dicono che è il capitale fattore della produzione, della ricchezza di un determinato paese, che se va bene il capitale vanno bene i lavoratori, e, viceversa, se va male il capitalista, va male ai lavoratori (non è certo colpa del capitalista... O, no...!).
Marx fin dalle prime pagine de "Il capitale" dimostra invece che è tutto il contrario.
Può stare una massa di soldi, possono stare le macchine, gli impianti, ma se non c'è la forza lavoro, se non ci sono gli operai che con il loro lavoro producono le merci (siano abiti, siano alimenti, siano tubi di acciaio, automobili, ecc.), i soldi, le macchine possono rimanere per anni ad "arrugginire" e non producono alcuna ricchezza.
E un bene ha valore soltanto perché in esso viene oggettivato, o materializzato, lavoro umano.
Ma, oggi più che mai è un'ARMA DI LOTTA! Contro le idee che pervicacemente, volutamente, padroni, governo, Stato, attraverso i mass media, in particolare la televisione, internet, i pennivendoli intellettualini al loro servizio, portano avanti e cercano di rendere "idee vere", "idee certe, inconfutabili", allo scopo di "imbrogliare" gli operai e la loro visione della realtà, impedire una vera lotta di classe, e soprattutto la costruzione del partito della classe, il partito comunista rivoluzionario marxista leninista maoista di tipo nuovo.
A QUESTO SERVE LO STUDIO DE "IL CAPITALE".
Già dalla prima parte, pubblicata giovedì scorso, viene chiaramente dimostrato che chi produce merci, chi produce valore sono gli operai con il loro lavoro.
Cosa è contenuto nella merce prodotta, cosa ne dà un valore in modo che quella merce si può scambiare con altre: il tempo di lavoro in essa contenuto.
Quindi questa semplice iniziale comprensione scientifica deve fare piazza pulita di tutte le concezioni, parole, che invece dicono che è il capitale fattore della produzione, della ricchezza di un determinato paese, che se va bene il capitale vanno bene i lavoratori, e, viceversa, se va male il capitalista, va male ai lavoratori (non è certo colpa del capitalista... O, no...!).
Marx fin dalle prime pagine de "Il capitale" dimostra invece che è tutto il contrario.
Può stare una massa di soldi, possono stare le macchine, gli impianti, ma se non c'è la forza lavoro, se non ci sono gli operai che con il loro lavoro producono le merci (siano abiti, siano alimenti, siano tubi di acciaio, automobili, ecc.), i soldi, le macchine possono rimanere per anni ad "arrugginire" e non producono alcuna ricchezza.
E un bene ha valore soltanto perché in esso viene oggettivato, o materializzato, lavoro umano.
Quindi chi produce valore sono gli operai, chi si appropria del lavoro-valore prodotto dagli operai sono i capitalisti, che su questo lavoro sociale (sullo sfruttamento della forza-lavoro, come vedremo di nuovo e ancor meglio nel prosieguo dello studio de "Il Capitale") realizzano i loro profitti privati.
Chi, con il suo lavoro, è fattore della ricchezza sociale, produce l'immane massa di merci, beni che servono per vivere, sono gli operai - ma vengono considerati in questo sistema sociale un mero braccio esecutivo dei "veri produttori" che sarebbe i capitalisti;
chi è parassita e si appropria di questo lavoro e per i mantenere i suoi profitti distrugge anche grandi quantità di merci, insieme alla distruzione della principale "merce" la forza-lavoro (la "distruzione", qui può avvenire solo parzialmente, perchè i capitalisti non possono esistere senza gli operai), sono i padroni - ma si considerano e vengono considerati dal governo, dallo Stato, ecc. i dominus centrali e imprescindibili dello sviluppo della società, e "datori di lavoro", che vanno costantemente "ringraziati"...
QUESTO PORTA E DEVE PORTARE ECCOME A CONSEGUENZE...
MA QUESTO LO VEDREMO DOPO.
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