In questo giorno in cui per l'ennesima volta una donna, a Perugia, è stata uccisa dal marito, una notizia finalmente positiva a Taranto:
la corte di Assise di Taranto ha condannato all'ergastolo, con isolamento diurno per due mesi e misura di sicurezza per la durata di tre anni a pena espiata, Beniamino Ligorio che uccise la moglie Fiorenza De Luca di 28 anni. E' in questi anni la prima volta che viene datao l'ergastolo per il femminicidio, a fronte di tante altre sentenze che invece considerano di fatto l'assassinio delle donne un reato non grave, attenuandolo con "giustificazioni" in cui sono le donne che passano da vittime a colpevoli.
Femminicidi, stupri, violenze quotidiane contro le donne sono sempre più in aumento in tutto il mondo e il nostro paese può "onorarsi" di essere tra i primi posti tra i paesi imperialisti di questa guerra di bassa intensità contro le donne.
Questo aumento delle violenze sessuali è inevitabile, andando di pari passo con l'intensificazione delle discriminazioni, degli attacchi alla condizione di vita della maggioranza delle donne, e in particolare delle donne più sfruttate e oppresse.
Per questo l'mfpr in Italia, in legame con le donne combattenti delle guerre popolari, delle lotte di liberazione, con le donne in lotta sia nelle cittadelle imperialiste come nei paesi del Terzo Mondo, lavora ogni giorno per porre fine alle "ipocrite" celebrazioni borghesi di questa giornata, ponendo fine a questo sistema sociale che genera ogni giorno violenza contro le donne.
Noi combattiamo le vulgate correnti su "violenze sessuali" legate solo ad un retaggio di patriarcalismo, di cui questa società "si deve liberare". Oggi, i femminicidi e gli stupri sono interni e frutto del moderno fascismo, dello stadio di putrefazione dell'imperialismo nella sua fase di crisi, dell'humus odierno di “uomini che odiano le donne”.
Noi siamo per la “morte della famiglia”, perchè questa famiglia nel moderno medioevo è sempre più il cuore dell'oppressione e spesso della morte delle donne.
Noi siamo, sempre, ma particolarmente in questa giornata in cui sentiremo anche chi ci opprime denunciare la "violenza e oppressione delle donne", contro ogni discorso interclassista, ogni discorso di donne generico; “le donne, come gli uomini sono reazionarie, centriste o rivoluzionarie, non possono di conseguenza combattere la stessa battaglia. Attualmente la classe distingue gli individui più del sesso…” (Mariategui).
Le donne che stanno nei Governi borghesi, le donne oggi "servette" del Governo Renzi, le padrone, le donne intellettuali borghesi, ecc. che vogliono al massimo liberarsi di forme di disugualianze e discriminazioni ma solo perchè esse facciano meglio le padrone, o le capi di Stato e di governo; tutte queste non c’entrano niente con la maggioranza delle donne.
Ma diciamo anche che contro la violenza reazionaria, sessista, di morte, noi siamo per la violenza rivoluzionaria. Noi siamo, e lo vogliamo sempre più, legate a filo rosso con le partigiane, consideriamo parte della nostra storia anche le combattenti della lotta armata degli anni 70, noi siamo con le compagne maoiste della guerra popolare in India, come con le combattenti curde di Rojava, con le Palestinesi che danno la propria vita per mettere fine alla violenza del carcere eterno di Israele, ecc.
Noi siamo con le ragazze delle tante banlieues sparse nei nostri paesi imperialisti che si ribellano contro la tripla oppressione, e non trovano ancora la risposta rivoluzionaria che dica: SI, è giusto ribellarsi!
Come diceva Marx, la violenza rivoluzionaria è la levatrice della storia, è il bello non è il brutto, perché tramite la violenza rivoluzionaria è possibile mettere la parola fine a tutto il brutto, allo sfruttamento, agli stupri, alle uccisioni, a tutte le forme di violenza sessuale, agli orrori, all’oppressione infinita, alle guerre... E' inutile che ci state a dire: No, le donne sono contro la violenza, altrimenti fanno come i maschi... Ma quale maschi, siamo più violente noi! Dobbiamo essere più rivoluzionarie, perché abbiamo una doppia ragione per farlo.
Come diceva Marx, la violenza rivoluzionaria è la levatrice della storia, è il bello non è il brutto, perché tramite la violenza rivoluzionaria è possibile mettere la parola fine a tutto il brutto, allo sfruttamento, agli stupri, alle uccisioni, a tutte le forme di violenza sessuale, agli orrori, all’oppressione infinita, alle guerre... E' inutile che ci state a dire: No, le donne sono contro la violenza, altrimenti fanno come i maschi... Ma quale maschi, siamo più violente noi! Dobbiamo essere più rivoluzionarie, perché abbiamo una doppia ragione per farlo.
MFPR
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